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Redazione
Leggi i suoi articoliFrancesco Moscatelli ha intervistato, per l’edizione cartacea del quotidiano «La Stampa» del 24 giugno, l’ideatore di eventi Marco Balich, nome associato alle cerimonie olimpiche: ha curato quelle di Torino 2006 e sta curando quelle di Milano-Cortina 2026. Balich è nato a Venezia, in sestiere Santa Croce, dove è cresciuto frequentando le medie alla Francesco Morosini e il liceo classico al Marco Polo. Tuttora ha casa in Laguna.
Recentemente gli sono arrivate delle esortazioni a candidarsi per la poltrona di sindaco della città. A Moscatelli, che gli chiedeva se sta prendendo in considerazione la cosa, ha dichiarato: «Finite le cerimonie di Milano-Cortina ci penserò con grande piacere, perché amo tantissimo Venezia e penso che da troppi anni abbiamo un’amministrazione che non ha il coraggio di fare le scelte impopolari ma necessarie per tutelarla. […] Se tu hai più di tre appartamenti non puoi metterli tutti su Airbnb».
Sulla questione, di stretta attualità in questi giorni, del matrimonio di Jeff Bezos e del suo impatto (come pure del suo indotto) su Venezia, mentre si è costituito un comitato unito dallo slogan «No space for Bezos», per protestare contro questa cerimonia Vip, così si è espresso Balich: «Un comitato di persone normali che, alla Robin Hood, si misura con questo monster imprenditoriale, non può che suscitarmi una certa simpatia. […]. Dopodiché ritengo che ognuno abbia il diritto di scegliere Venezia, a patto di amarla e rispettarla». Bezos, comunque, ha donato alla città 3 milioni di euro.
«Io penso che Venezia non vada banalizzata, ha continuato l’organizzatore di eventi nel suo ragionamento. Chi vuol fare qualcosa a Venezia deve misurarsi con la sua grandezza e la sua fragilità. Bisogna comprendere questo miracolo sull’acqua e portare il proprio contributo, come fanno tante persone e associazioni che fanno un bellissimo lavoro di salvaguardia, palazzo dopo palazzo, remiera dopo remiera, mantenendo Venezia il posto speciale che è».
Chiamato a pronunciarsi sulla recente istituzione da parte dell’amministrazione comunale di un ticket di ingresso in città, ha detto: «Sono assolutamente d’accordo e secondo me 5 euro è pochissimo, andrebbe alzato a 15 o a 20 euro. Io sarei per implementarlo perché tutta questa marea di turisti vomitata dentro costituisce uno snaturamento. Venezia non può rincorrere l’orrore del turismo a basso costo. Venezia va meritata ed è troppo preziosa per fare i populisti che dicono “tutto aperto, tutto libero”».
Per cambiare le cose, dice Balich, bisogna creare la possibilità che la città si ripopoli, e in questo l’amministrazione deve essere proattiva. «Penso a un tetto di giorni per gli affitti brevi, diciamo 80 all’anno, così magari chi ha una casa preferisce affittarla a una giovane coppia. Se riporti le famiglie poi tornano anche i calzolai, gli idraulici e i fabbri, tutte le figure che oggi mancano in città. E poi bisognerebbe trasformare Venezia nel primo laboratorio di sostenibilità al mondo. […] Entro cinque anni sia nel centro storico che al Lido tutti i mezzi di trasporto che non siano di polizia o di soccorso dovrebbero essere elettrici o ibridi. E poi occorrerebbe attuare una serie di misure che limitino il moto ondoso e salvaguardino il territorio».
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