«Nu de profil» (1917) di Pierre Bonnard, Musée Bonnard (particolare)

Foto: Musée Bonnard Yves Inchierman

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«Nu de profil» (1917) di Pierre Bonnard, Musée Bonnard (particolare)

Foto: Musée Bonnard Yves Inchierman

Matisse e Bonnard per i 60 anni della Fondation Maeght

La mostra sull’amicizia tra i due maestri del primo Novecento corona l’inaugurazione di quattro nuove sale dell’istituzione fondata nel 1964 dalla coppia di galleristi ed editori Marguerite e Aimé Maeght

Per i suoi 60 anni, la Fondation Maeght inaugura la sua nuova mostra, «Amicizie, Bonnard-Matisse» (29 giugno-6 ottobre), e i nuovi spazi espositivi, che aprono dopo due anni di importanti lavori di ampliamento. La fondazione, dedicata all’arte moderna e contemporanea, fu creata nel 1964 dalla coppia di galleristi ed editori Marguerite e Aimé Maeght, su modello delle grandi fondazioni americane. Ogni anno il centro culturale attira più di 130mila visitatori. 

La novità è che, per la prima volta, quattro nuove sale, realizzate su progetto dell’architetto Silvio d’Ascia, italiano basato a Parigi, che ha ampliato l’edificio originale di Josep Lluís Sert creando dei «cubi» dalle ampie vetrate aperte sulla pineta, accolgono ormai, in modo permanente, una selezione delle 13mila opere della collezione. Tra gli artisti rappresentati, Georges Braque, Marc Chagall, Pol Bury, Diego Giacometti e Joan Miró

Da parte sua, la mostra celebra l’amicizia tra Pierre Bonnard (1867-1947) e Henri Matisse (1869-1954) e i loro legami con i Maeght, che aprirono la loro galleria parigina nel 1945. Bonnard e Matisse «avevano un rapporto particolare con il Sud della Francia e la sua luce», spiega la curatrice Marie-Thérèse Pulvenis de Seligny. Bonnard soggiornò spesso a Grasse, Cannes e Antibes, Matisse si stabilì a Nizza nel 1917 e poi a Vence dal 1943. «Nel 1909, racconta ancora la curatrice, Bonnard andò a trovare Matisse nel suo studio di Issy-les-Moulineaux, presso Parigi, dove scoprì “La Danse”, che il pittore stava realizzando per Sergej Ščukin. Poi, per mediazione della galleria Bernheim, che li esponeva, ognuno acquisì un quadro dell’altro. Bonnard acquistò “La fenêtre ouverte”, del 1911, che Matisse dipinse a Collioure. Matisse “Soirée de salon”». Quest’ultimo dipinto, del 1907, appartiene ancora alla famiglia del pittore  ed è ora esposto nella mostra. 

A Matisse, e alla sua relazione con la danza e con il ritratto, è dedicata una sala del percorso espositivo. Vi sono esposti, tra gli altri, il ritratto a carboncino di Marguerite Maeght del 1944, e l’autoritratto a china del 1900 prestato dal Musée Matisse di Nizza. Un’altra sala è dedicata a Bonnard e al tema del paesaggio, con le vedute di Saint-Tropez e Vernon. La mostra affronta anche l’esperienza di Matisse in Polinesia e si sofferma sulle scene di vita quotidiana, dove sono allestiti alcuni delicati nudi di donna alle prese con la sua toletta, un tema particolarmente ricorrente nell’opera di Bonnard, prestati dal Centre Pompidou di Parigi o ancora dal Musée Bonnard di Le Cannet. Di Matisse è «Femme lisant» (1922), prestato dai Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique. Altre opere arrivano dal Museo Reina Sofía e dal Prado di Madrid e ancora dall’Orangerie di Parigi.

«Autoritratto» (1900 ca) di Henri Matisse, Musée Matisse. © Succession H. Matisse

Luana De Micco, 27 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

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Matisse e Bonnard per i 60 anni della Fondation Maeght | Luana De Micco

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