«New York City» (1963), di Joel Meyerowitz

© Joel Meyerowitz

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«New York City» (1963), di Joel Meyerowitz

© Joel Meyerowitz

Meyerowitz campione di empatia

La mostra che il Museo di Santa Giulia ospiterà nella primavera ripercorre i sei decenni di attività dell’87enne fotografo newyorkese

L’ampia retrospettiva dedicata dal Museo di Santa Giulia a Brescia a Joel Meyerowitz (New York, 1938), uno dei protagonisti della scena fotografica contemporanea, ne ripercorre l’intera carriera in sessant’anni di attività, dagli anni ’60 del secolo scorso ai nostri giorni. Intitolata «Joel Meyerowitz. A Sense of Wonder. Fotografie 1962-2022», in programma dal 25 marzo al 24 agosto, a cura di Denis Curti, l’esposizione è promossa dalla Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Joel Meyerowitz Photography Archive di New York.

L’iniziativa è l’appuntamento centrale dell’VIII edizione del Brescia Photo Festival, promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Ma.Co.f.-Centro della Fotografia Italiana. Organizzata per sezioni tematiche, la rassegna presenta oltre 90 immagini, molte delle quali hanno contribuito a ridefinire il concetto di «Street photography», in cui Meyerowitz introduce l’uso del colore per interpretare e cogliere appieno la complessità del mondo moderno.

A cominciare dagli anni Sessanta, Meyerowitz emerge come uno tra i giovani fotografi d’avanguardia più interessanti di New York. Si distingue per una peculiare capacità d’immedesimazione e d’immersione totale in ciò che il suo occhio vede e il suo obiettivo traduce in immagine. Si avvicina il più possibile alla scena per cercare di catturare l’intimità del momento, per accogliere e riconoscere l’inaspettato. Esemplari a tal proposito sono quelle realizzate negli Stati Uniti, durante la guerra del Vietnam, che offrono un punto di vista originale della società americana del periodo.

A partire dagli anni Ottanta invece Meyerowitz allontana progressivamente il suo sguardo dalla strada, concentrandosi invece sulla natura o sulle Still life, dal forte potere evocativo; nei giorni successivi agli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, poi, Meyerowitz fu l’unico fotografo autorizzato a documentare il distretto del World Trade Center di New York. Un focus è infine dedicato ai 365 autoscatti, mai proposti in Italia, che Meyerowitz si fece, giorno per giorno, durante il lockdown del 2020.

Redazione, 27 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata

Meyerowitz campione di empatia | Redazione

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