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Marie Potard
Leggi i suoi articoliIl nuovo proprietario della feluca di Bonaparte ha avuto la meglio su una underbidder giapponese
Il cappello sarà collocato nella hall d’ingresso della sede del gruppo Harim, specializzato nel settore alimentare. «C’erano tutti i grandi collezionisti, ma si sono fatti da parte davanti ai grandi capitani d’industria che vedevano l’occasione per realizzare il sogno di fare del cappello un simbolo forte per le loro imprese», sottolinea Alexandre Giquello. Bonaparte usò circa 120 feluche. Ne restano 19 autenticate, di cui 17 in musei (due al Musée de l’Armée). In ogni caso, i pezzi meno importanti hanno beneficiato della «locomotiva» rappresentata dal cappello. Tra i lotti contesi, citiamo il busto dell’Imperatore in marmo, dalla bottega di Antonio Canova, aggiudicato a 706mila euro (stime 150-200mila); il piatto dal suo servizio privato detto dei «quartieri generali», 1810, Sèvres, ceduto a 528mila euro (stime 60-80mila) e la culla da lui regalata alla figlia adottiva Stéphanie de Beauharnais venduta a 257.600 euro (stime 200-250mila).