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Olga Scotto di Vettimo
Leggi i suoi articoliLo scorso gennaio è stata presentata la candidatura del sito «Il Sistema dei teatri condominiali all’italiana nell’Italia centrale fra XVIII e XIX secolo» per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio mondiale Unesco. Promossa dalla Regione Marche, coordinata dall’Ufficio Unesco con l’assistenza degli uffici territoriali competenti del Ministero della Cultura e il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e della Rappresentanza permanente d’Italia presso Unesco, la recente candidatura dei Teatri storici delle Marche, dell’Umbria e dell’Emilia-Romagna ha fatto emergere l’unicità della vicenda dei teatri condominiali all’italiana dell’Italia centrale. Dei 18 teatri inseriti nella proposta, 14 fanno parte della Rete dei Teatri storici delle Marche: un patrimonio di incredibile valore culturale, identitario e sociale, come racconta Chiara Biondi, assessora alla Cultura della Regione Marche. «La Rete dei 62 Teatri storici delle Marche rappresenta un patrimonio straordinario, unico in Italia e in Europa, non solo per il suo valore materiale, ma per la ricchezza immateriale che custodisce. In qualità di assessora alla Cultura, ho voluto fortemente promuovere la candidatura di questo sistema dei teatri condominiali all’italiana a Patrimonio Unesco, seguendone ogni fase, perché credo profondamente che i nostri teatri siano molto più che luoghi di spettacolo: sono spazi identitari, di comunità e di visione. Gli aspetti predominanti che ne fanno un bene culturale eccezionale sono molteplici. Innanzitutto, la capillarità territoriale: ogni borgo, anche il più piccolo, custodisce un teatro, segno di una tradizione culturale diffusa e condivisa, che ha reso la cultura un diritto accessibile a tutti. Il valore architettonico e artistico: i nostri teatri sono autentici gioielli, spesso progettati da architetti illustri, impreziositi da stucchi, affreschi, sipari storici, che raccontano l’evoluzione del gusto e dello stile in secoli di storia. Ma il cuore di questo patrimonio è senza dubbio immateriale: in questi luoghi si è costruita la memoria collettiva delle comunità, si sono avvicendate generazioni di artisti e spettatori, si è consolidato un senso di appartenenza che ancora oggi rende i teatri spazi vivi e partecipati. Fondamentale è anche la loro funzione educativa e sociale: i teatri sono luoghi di formazione per le giovani generazioni, attraverso rassegne scolastiche, laboratori e progetti che parlano alle nuove sensibilità, creando pubblico e cittadinanza attiva. C’è poi una dimensione strategica legata allo sviluppo: i teatri rappresentano un potente volano per il turismo culturale, un richiamo per visitatori da tutto il mondo, un’opportunità per valorizzare i territori in chiave sostenibile e innovativa. Infine, questi luoghi mostrano una grande capacità di innovare nella tradizione: pur custodendo una storia secolare, sono oggi aperti alla contemporaneità, alle nuove forme espressive, ai linguaggi del presente, dimostrando che la cultura, se radicata, sa guardare lontano». È per tutti questi motivi che la Regione Marche ha scelto di investire su questo sistema con convinzione e visione, credendo che la cultura, quando è diffusa e autentica, possa davvero essere motore di rinascita e futuro.
Quali sono le ragioni della candidatura e quali le previsioni per le prossime fasi?
La candidatura nasce dalla profonda consapevolezza del valore storico, culturale e identitario che i teatri storici rappresentano per l’Italia centrale. Le Marche, da sempre definite la «terra dei cento teatri», vantano una delle più alte concentrazioni al mondo di teatri storici all’italiana, luoghi che hanno segnato la vita culturale, civile e sociale delle comunità tra XVIII e XIX secolo. Insieme all’Umbria e all’Emilia-Romagna, abbiamo scelto di unire le forze per valorizzare un sistema architettonico e culturale unico nel suo genere: quello dei teatri condominiali all’italiana, ovvero teatri nati per iniziativa dei cittadini, spesso costruiti con quote private da famiglie locali e affidati alla gestione pubblica. Una forma precoce e straordinaria di partecipazione civica alla cultura, che ha prodotto modelli architettonici eleganti, funzionali, e profondamente radicati nel tessuto urbano e sociale.
Come sono stati selezionati i teatri?
I 18 teatri candidati sono stati selezionati in base a criteri rigorosi: caratteristiche stilistiche e tipologiche coerenti con il modello all’italiana, stato di conservazione, continuità d’uso, valore simbolico e rappresentatività storica. Attualmente il dossier di candidatura è stato ufficialmente presentato ed è all’esame degli organismi tecnici e scientifici dell’Unesco. Si tratta di un percorso articolato, che coinvolge diverse fasi di valutazione e sopralluoghi. La decisione finale è attesa per l’estate del prossimo anno. Come Regione Marche, abbiamo seguito con grande determinazione ogni fase del processo, certi che questo riconoscimento possa contribuire a valorizzare non solo i singoli teatri, ma l’intero modello culturale che essi rappresentano: un equilibrio raro tra bellezza, funzione pubblica e partecipazione civica. È un lavoro corale, che ci vede protagonisti in prima linea, e che continueremo a sostenere con impegno e visione.
La Regione Marche ha pubblicato un bando cultura, finalizzato a interventi di riqualificazione, rifunzionalizzazione e riduzione del rischio sismico dei luoghi della cultura delle Marche. Dei 7 milioni di euro stanziati, 4 sono destinati ai teatri storici. Che cosa ci si attende?
La Regione Marche ha fortemente voluto questo bando con l’obiettivo strategico di valorizzare e mettere in sicurezza il proprio vastissimo patrimonio culturale, in particolare i teatri storici, che rappresentano un elemento identitario fondamentale per i nostri territori. L’investimento complessivo di oltre 7 milioni di euro, di cui ben 4 destinati esclusivamente ai teatri storici, conferma la volontà concreta di tutelare questi luoghi non solo come beni architettonici, ma come spazi vivi di partecipazione, produzione culturale e coesione sociale. Con questo intervento ci si attende innanzitutto una riqualificazione strutturale e funzionale dei luoghi della cultura, capace di migliorarne l’accessibilità, la sostenibilità e l’efficienza energetica. Ma l’elemento prioritario è la riduzione del rischio sismico, tema particolarmente sentito nella nostra regione, che ha conosciuto negli anni recenti le fragilità del territorio e l’urgenza di coniugare la tutela del patrimonio con la sicurezza delle persone. La destinazione dei fondi ai teatri storici non è casuale: si tratta di presìdi culturali capillari, spesso situati in piccoli centri, che rappresentano un punto di riferimento per le comunità locali. Riqualificarli significa non solo conservarli, ma restituirli pienamente alla fruizione pubblica, rafforzandone la funzione educativa, sociale e turistica. Il bando, inoltre, è pensato in un’ottica di lungo periodo: vogliamo che questi interventi siano parte di una visione integrata di sviluppo territoriale e culturale, capace di generare ricadute positive in termini economici, occupazionali e di benessere collettivo. Si tratta di un’azione concreta e strutturata, che si inserisce nel più ampio impegno della Regione Marche per la valorizzazione del patrimonio culturale, e che conferma la nostra volontà di investire nella cultura come leva di rigenerazione e crescita sostenibile, con un’attenzione costante alla sicurezza, alla qualità e alla partecipazione.
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