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Una veduta esterna del Castello di Galeazza a Crevalcore, Bologna

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Una veduta esterna del Castello di Galeazza a Crevalcore, Bologna

Nuova vita per il neogotico Castello di Galeazza

Dopo il lungo periodo in stato di abbandono per i danni causati dal terremoto del 2012, un restauro di 5,3 milioni di euro ha permesso di riaprire al pubblico il maniero emiliano

Stefano Luppi

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Il Castello di Galeazza, costruito in stile neogotico nel 1870 da Alessandro Falzoni Gallerani (proprietario terriero già presidente della locale Cassa di Risparmio, appassionato di fotografia e poesia), ha visto vari passaggi di proprietà fino a quando nel 2002 l’americano Clarck Anthony Lawrence non lo trasformò nella sede dell’associazione culturale Reading Retreats in Rural Italy (Soggiorni di Lettura nella Campagna Italiana), circolo che offriva spazi di lettura, riposo e discussione ai soci. Un decennio dopo, nel maggio 2012, il terremoto creò importanti danni strutturali e crolli diffusi che successivamente, dopo alterne vicende e polemiche per lo stato di abbandono durato anni, sono stati risolti attraverso un approfondito restauro. 

Il maniero, infatti, caratterizzato da saloni decorati a tempera dal bolognese Luigi Samoggia (1811-1904) e dal riminese Giuseppe Ravegnani (1832-1918), è di nuovo fruibile grazie alla riqualificazione costata 5,3 milioni di euro, fondi statali per la ricostruzione postsismica gestiti da Regione Emilia Romagna. «Io l’ho ricevuto in eredità nel 2016, spiega l’attuale proprietaria Silvia Bettini, e all’epoca l’edificio non era in sicurezza nonostante fossero trascorsi quattro anni dal terremoto. I lavori veri e propri sono partiti nel 2020 su tutta la struttura, restaurati riutilizzando i mattoni recuperati, e in particolare su torrino e torre Galeazza: il primo, che nel 2012 era crollato, è stato ricostruito tal quale, ma in acciaio corten per renderlo più solido». 

Torre e torrino ai quali fa riferimento Bettini rappresentano la parte più antica del maniero, edificata a fine XIV secolo quando la nobile famiglia Pepoli ricevette i territori tra Bologna e Modena in enfiteusi dall’Abbazia di Nonantola: furono assegnati al condottiero Galezzo Pepoli, in quanto protagonista della battaglia di Marino del 1379 in cui difese papa Urbano VI dalle incursioni dei bretoni che volevano installare sul soglio di Roma un antipapa. Proprio i Pepoli nel secondo Ottocento cedettero numerosi terreni e la cosiddetta torre di Galeazza ad Alessandro Falzoni Gallerani che provvide prima a restaurare la parte medievale e poi a costruirvi intorno l’attuale edificio. I lavori hanno recuperato duemila metri quadrati che la proprietaria intende rendere visitabili e adibire, oltre che a residenza, a luogo di cultura e di mostre.

Una veduta interna del Castello di Galeazza

Stefano Luppi, 01 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

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