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Rica Cerbarano
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In seguito all’avvento del digitale e alla diffusione di modalità di storytelling multidisciplinari, la dimensione oggettuale della fotografia si è allargata notevolmente oltre il formato della stampa bidimensionale. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, questo però non è un fenomeno nuovo, ma ritrova le sue radici negli anni ’60-’70. Tuttavia, l’epoca contemporanea, con le riflessioni teoriche inquadrabili nel contesto del «post-digitale» e le disponibilità tecnologiche che ci fornisce, presenta molteplici possibilità di sperimentazione ed espansione dei confini fisici dell’immagine. La matericità della fotografia (in termini di stampa, supporto e presenza nello spazio) non è più solo una contingenza, ma una vera e propria scelta autoriale e curatoriale che veicola, rafforza e interpreta il concetto rappresentato sulla superficie.
L’interesse diffuso per il carattere oggettuale della fotografia è dimostrato da alcune esposizioni sul tema, come «Picture/Thing» (2015) alla Ezra and Cecile Zilkha Gallery in Connecticut e «Sculpture Into Photography» (2023) alla Moskowitz Bayse di Los Angeles (ispirata all’omonima mostra allestita in tempi non sospetti, nel 1970, al MoMA). Da segnalare è la Biennale de l'Image Tangible di Parigi, interamente dedicata all'estensione fisica dell'immagine. Ma è soprattutto la grande quantità di artisti che lavora con le forme più «plastiche» della fotografia a sottolineare l’attenzione verso questa tematica. Ciononostante, in Italia ad oggi non sembra esserci una reale analisi, coesa e approfondita, di questa tipologia di intervento artistico, ma solo qualche occasione di riflessione frammentata che si è espressa in forma di saggi e mostre, organizzate per lo più in festival fotografici e gallerie.
Di fronte alle strutture composite con cui l’immagine fotografica si presenta nel mondo attuale, estendendosi oltre la cornice rettangolare che l’ha ingabbiata sin dalla sua nascita, viene da chiedersi: qual è l’influenza di queste forme «in espansione» e quali sono gli scenari futuri? Che aspetto hanno le fotografie oggi e soprattutto perché?
Con la speranza di stimolare un maggiore interesse nel contesto italiano e accrescere la conoscenza sul tema, abbiamo commissionato cinque contenuti inediti che ne approfondiscono diversi ambiti: dalla dimensione storica del fenomeno e l’esplorazione di pratiche espositive che prendono in prestito elementi scultorei, architettonici e performativi, al ruolo segnante della cornice nella nostra cultura visiva; dalle possibilità installative fornite dai materiali di stampa non convenzionali e l’utilizzo del photobook come dispositivo autonomo e metamorfico, alle nuove frontiere dell’immersività offerte dalle nuove tecnologie.
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Il package è stato presentato il 15 dicembre alle 18.00 presso Gallerie d’Italia - Torino (Sala Arena), con una conversazione tra l’artista Hélène Bellenger, che abbiamo intervistato sul Giornale dell’Arte, e i contributor Claudio Musso e Francesco Colombelli, moderata da Rica Cerbarano (co-curatrice Settore Fotografia del Giornale dell’Arte).
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