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Matteo Bergamini
Leggi i suoi articoliART.PE è una piccola fiera (8-12 ottobre) che quest'anno spegne le sue prime quattro candeline in una nuova sede: il Recife Expo Center, padiglione fieristico recentemente inaugurato nell'area della Marina della Capitale dello stato brasiliano di Pernambuco. Potrebbe essere considerata una fiera regionale, ma non lo è, già che le partecipanti arrivano da tutto il Paese. Minore? Forse solo nelle dimensioni, ma nemmeno tanto, visto che le gallerie presenti sono quasi una cinquantina, oltre alle rappresentazioni ufficiali di musei come il MASP o l'Istituto Inhotim e, non in ultimo, quello che è uno dei tesori artistici meglio conservati della città: l'officina ceramica dell'artista Francisco Brennand.
Supportata dalla Lei Rounet per l'incentivo a progetti culturali, dal Banco del Nordeste (il principale istituto di credito della regione) e da vari altri sponsor, tra cui Honda, ART.PE (dove PE sta proprio per la sigla dello stato di Pernambuco), la fiera è in crescita esponenziale e se ne stanno accorgendo anche diversi big, alcuni dei quali le mani in pasta da queste parti le hanno già messe da tempo, più o meno silenziosamente, come il gruppo Almeida & Dale, che a Recife è socio della Galleria Marco Zero. Ma c'è anche l'italiana Continua, che continua la sua espansione nel mondo e che in Brasile (a San Paolo) è arrivata già dal 2020. E poi Nara Roesler, la prima galleria brasiliana ad avere una sede anche a New York, dal 2015.

Galeria Marco Zero. Photo of: Danilo Galvão

Lanc?a Galeria. Photo of: Danilo Galvão
Ma quel che di assolutamente elettrico c'è da queste parti, che oltre a far felici gli occhi per la freschezza delle proposte fa felice il portafogli di molti collezionisti alla ricerca di una sempre più apprezzata e riconosciuta «arte brasiliana», sono proprio i prezzi che le giovani gallerie associano ai propri giovani artisti, la maggior parte in ascesa nel mercato e nel palcoscenico della visibilità nazionale. Insomma, una fiera di «investimento» per chi volesse approcciare, con una certa sicurezza i mercati latini, dato che la maggior parte delle gallerie presenti hanno una lunga storia alle spalle nel mercato brasiliano e le più giovani, negli ultimi tempi, sono a loro volta ben cresciute.
Qualche nome? Impossibile non citare le gallerie Amparo 60, da oltre venticinque anni a Recife (in fiera con una splendida installazione di Marcelo Silveira, tra gli altri), così come Garrido e Christal. Da San Paolo, per la prima volta, arriva Aura, ma ci sono anche Mitre, Luis Maluf, Lume, Base, Oma, con la bella serie di visioni in esterno di Belém, di Carla Duncan, già artista selezionata al Premio Pipa e integrante della seconda Biennale delle Amazzonie, e i «notturni silenziosi» di Luiz Pasqualini, oltre alla giovanissima Lança che, per esempio, nella prima giornata riservata agli invitati e agli addetti ai lavori, che hanno letteralmente occupato ogni centimetro quadrato della fiera, hanno venduto ben più di un'opera del giovane pittore Douglas Reis, il cui immaginario indaga il paesaggio del Brasile più rurale e bucolico, a cifre che vanno dai 700 ai 2mila reais, circa: qualcosa come 300 euro. «Tra Memoria e Materia», titolo che la galleria ha dato al proprio stand, il tentativo di «Pensare la creazione contemporanea non come un insieme di risposte, ma come una successione di domande su ciò che permane», ci sono anche alcuni bei lavori di Marcenaria Olinda, sculture in legno dal valore di 7-9mila reais.

OMA Galeria. Photo of: Danilo Galvão

Mitre Galeria, ArtPe, Courtesy Mitre Galeria, BH e SP
Prima volta alla Feira de Arte de Pernambuco anche per Mitre, nata a Belo Horizonte e da quest'anno anche a San Paolo, che sceglie una elegante selezione di alcuni suoi artisti, tra cui Wallace Pato (un bellissimo olio su tela, «Bêbado de samba e sonhos», 2024, che ritratta la condizione boemia dell'arte, con un paesaggio di memoria prettamente carioca entrando nella tela, per 32mila dollari), ma anche la giovane Ayla de Oliveira, a prezzi più accessibili, e il grande Maestro della pittura brasiliano, Amadeo Lorenzato.
Da tener d'occhio anche l'attività di Cave Galeria, giovane realtà di Fortaleza, che porta a Recife artisti come Charles Lessa e Pedro Azaleia, la cui collaborazione con Almeida & Dale è stata a sua volta recentemente annunciata. Da Rio de Janeiro arriva invece Arrecife, con le belle pitture di antichi lampadari di Letícia Lopes (dai 4 ai 7mila reais, circa), oltre che con le surreali e talentuose visioni di Gabriel Almeida, il cui lavoro più caro (l'acrilico su tela «Solstício», 2025) è in vendita per 9mila reais, 1300 euro circa.
Da segnalare, poi, la Galleria Boi di Caruaru, certo artigianale alle porte di Recife, con le sculture in terracotta dipinta di Ratinho (circa 5mila reais), attualmente in mostra con una personale anche al Museu do Pontal, a Rio. Attiva fisicamente da circa un anno, la galleria è stata creata dall'artista Carlos Mélo, fondatore anche della Bienal do Barro, prima biennale al mondo dedicata interamente all'utilizzo del materiale nell'arte contemporanea che, nonostante l'esplosione degli ultimi tempi, ancora si relega a un lato più artigianale della creazione. Infine, da Lisbona, arriva la neonata Verso, che riunisce artisti provenienti dalle ex colonie portoghesi, in una sorta di riparazione storica e seguendo gli attuali processi migratori, anche in fatto di arte.
Un'occasione per una approssimazione a un'altra geografia del contemporaneo e, sicuramente, ad altri colori e visioni. Senza necessariamente svuotarsi le tasche, ma aiutando di forma concreta un mercato in crescita che, anche da queste parti, affronta le non poche difficoltà quotidiane che di questi tempi corrispondono a tutte le latitudini.
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