«Una barena intera» (2023), di Matteo de Mayda

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«Una barena intera» (2023), di Matteo de Mayda

Nuovi sguardi sugli Archivi Alinari

Quattro giovani autori italiani interpretano uno dei repertori fotografici più ricchi al mondo

Fino al 25 gennaio 2025, il distretto culturale MAD Murate Art District di Firenze, diretto da Valentina Gensini, ospita «Nuova Generazione. Sguardi contemporanei sugli Archivi Alinari». Una mostra nata da un progetto vincitore del bando Strategia Fotografia 2022, che intreccia passato e presente, curata da Giangavino Pazzola e Monica Poggi, con opere di Matteo De Mayda (Treviso, 1984), Leonardo Magrelli (Roma, 1989), Giovanna Petrocchi (Roma, 1988) e Silvia Rosi (Scandiano, 1992). «Grazie a questo progetto, abbiamo dato agli artisti l’opportunità di lavorare su uno dei patrimoni fotografici più ricchi al mondo, trasformandolo in nuove narrazioni visive, spiega Pazzola, è un modo per sottolineare la vitalità di un archivio nato nell’Ottocento, ma ancora estremamente attuale».

«57 giorni di immagini» (2023), di Leonardo Magrelli

La mostra segna un momento importante per la Fondazione Alinari, che per la prima volta acquisisce opere contemporanee, dimostrando come l’archivio possa essere non solo un luogo di conservazione, ma anche una risorsa per la produzione artistica contemporanea. Le opere esposte riflettono approcci e linguaggi diversi sempre in dialogo con il patrimonio Alinari. Silvia Rosi continua la sua ricerca sulle radici italo-togolesi: «Il suo lavoro è una contro-storia,» osserva Pazzola, evidenziando, anche nel catalogo edito da Dario Cimorelli, che accompagna la mostra, come la Rosi rifletta sulla forza delle immagini e delle parole, nella costruzione della verità storica. «Nella mia pratica artistica, commenta la Rosi, ho sempre fatto riferimento a immagini di archivi personali e album di famiglia, usandoli come spunto per ideare messe in scena: nella costruzione delle pose, nella narrazione e nella rievocazione di eventi o atmosfere».

Matteo De Mayda esplora la fragilità delle barene veneziane, ecosistemi caratteristici della laguna veneta con tratti unici al mondo,vitali ma minacciati, attraverso un progetto che intreccia scienza e arte. Le sue immagini, realizzate con il supporto di esperti ambientali, creano un mosaico visivo che invita a riflettere sulla sostenibilità.

«Archivio di G» (2023), di Giovanna Petrocchi

Leonardo Magrelli, affronta invece l’immensità degli archivi digitali Alinari con il progetto «57 giorni di immagini». Dopo aver esaminato tutte le 223.940 fotografie digitalizzate presenti sul portale della Fondazione Alinari, Magrelli ha selezionato una serie di immagini che riflettono l’eterogeneità dei soggetti nella raccolta. Interrogandosi sui meccanismi di catalogazione, l’artista decontestualizza e reinquadra questi materiali, conferendo loro nuovi significati e prospettive. Giovanna Petrocchi, infine, trasforma materiali d’archivio in collage digitali che evocano mondi immaginari con un suo processo creativo affascinante: scansiona materiali, li manipola e li ricompone in installazioni che parlano di un passato reinventato.

Mostre come «Nuova Generazione» forse richiamano meno visitatori di quelle dedicate ai grandi nomi della fotografia, ma rappresentano una scelta consapevole: un progetto che punta sulla necessità di dare spazio ad autori emergenti, capaci di esplorare nuovi immaginari attraverso l’arte contemporanea.

«Protektorat» (2023), di Silvia Rosi

Rischa Paterlini, 22 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

Nuovi sguardi sugli Archivi Alinari | Rischa Paterlini

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