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Una veduta della mostra «00970» da Ordet a Milano

Courtesy the artists and Ordet, Milano. Photo: Nicola Gnesi

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Una veduta della mostra «00970» da Ordet a Milano

Courtesy the artists and Ordet, Milano. Photo: Nicola Gnesi

Ordet chiama Palestina

Nello spazio espositivo milanese è allestita una collettiva che riflette sul concetto di connessione e identità, di perdita e memoria, a partire dal prefisso internazionale del Paese

Alessia De Michelis

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Un codice telefonico è solo una sequenza numerica, finché non diventa soglia: quella che separa un dentro e un fuori, un’identità e un’esclusione. «00970» è il prefisso internazionale della Palestina, ma anche un segnale fragile che cerca ancora connessione. È da qui che parte la mostra corale che intreccia biografie, immagini e geografie interrotte da Ordet fino al 20 settembre.

In un presente segnato dalla disgregazione del diritto e da un crescente assuefarsi alla violenza, «00970» prova a ricostruire relazioni attraverso l’arte. Il progetto riunisce le opere di artiste e artisti legati alla condizione e alla diaspora palestinese, in un percorso visivo che non si limita alla denuncia ma esplora l’identità, la perdita, la memoria.

Attraverso video, film e immagini in movimento, l’allestimento costruisce una geografia emotiva e politica, frammentata ma resistente, capace di attraversare confini fisici e simbolici. Un invito ad ascoltare le voci che spesso restano fuori campo, schiacciate dal rumore di una cronaca che disumanizza prima ancora di raccontare.

La selezione, nata da un processo condiviso e orizzontale, include lavori di Basel Abbas e Ruanne Abou-Rahme, Noor Abed, Noor Abuarafeh, Razan al-Salah, Basma al-Sharif, Marwa Arsanios, Taysir Batniji, Ali Cherri, Shadi Habib Allah, Inas Halabi, Emily Jacir, Mazen Kerbaj, Francisca Khamis Giacoman, Jumana Manna, Dina Mimi, Walid Raad, Jayce Salloum, Huda Takriti, Oraib Toukan, Akram Zaatari.

Alessia De Michelis, 10 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

Ordet chiama Palestina | Alessia De Michelis

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