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Una veduta della mostra «Let’s Grasp the Mirage» nel Padiglione egiziano alla 19ma edizione della Biennale di Architettura di Venezia «Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva»

© Salah Zikri, Ebrahim Zakaria, Emad Fikry

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Una veduta della mostra «Let’s Grasp the Mirage» nel Padiglione egiziano alla 19ma edizione della Biennale di Architettura di Venezia «Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva»

© Salah Zikri, Ebrahim Zakaria, Emad Fikry

Oriente e Sud globale: progettare equilibri possibili contro le diseguaglianze

La 19ma Biennale Architettura di Venezia e la 24ma Esposizione Internazionale di Triennale Milano sollecitano riflessioni sulle urgenze del nostro tempo: solo dialogando, intrecciando relazioni e coesistendo, potremo trasformare le fragili tracce del passato in radici profonde

Elisabetta Raffo

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La 19ma Biennale Architettura di Venezia e la 24ma Esposizione Internazionale di Triennale Milano sollecitano una riflessione condivisa sulle urgenze del nostro tempo. Un contributo significativo arriva dai Paesi dell’Asia e dell’Africa mediterranea, che rappresentano oltre il 30% delle partecipazioni a Venezia e più del 20% a Milano. 

Nei titoli dei progetti in mostra ricorrono parole chiave che esprimono urgenze e possibilità: «The Um Slaim School: An Architecture of Connection», Arabia Saudita (e «Rooted Transience», evento collaterale che presenta il progetto vincitore dell’AlMusalla Prize 2025, concorso internazionale promosso dalla Diriyah Biennale Foundation per la progettazione di musalla, spazi di preghiera e riflessione aperti a musulmani e non); «Equilibrium. Patterns of Azerbaijan»; «co-exist», Cina; «In-Between», Giappone; «The Land Remembers», Libano; «Traces», Oman; «(Fr)Agile Systems», Pakistan; «Beyti Beytak. My house is your house. La mia casa è la tua», Qatar. 

Particolarmente nelle narrazioni provenienti dal Sud globale, il concetto di adattamento, fulcro del Manifesto della Biennale, si rivela un filo conduttore trasversale, strumento necessario per affrontare e trasformare le profonde diseguaglianze del nostro presente. Le stesse «Inequalities» che danno il titolo all’Esposizione Internazionale in Triennale trovano anche qui risposte progettuali capaci di immaginare convivenze future più giuste, inclusive, sostenibili. 

Solo se sapremo dialogare, intrecciare relazioni e coesistere, potremo trasformare le fragili tracce del passato in radici profonde, in grado di nutrire un presente e un futuro in equilibrio. E allora, anche un miraggio potrà diventare reale.

Elisabetta Raffo, 26 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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