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Venezia, sfilata di modelli di autunno-inverno 1941-42 confezionati con materiale autartico sotto la guida dell’Ente Nazionale della Moda e della Federazione Nazionale dell’Abbigliamento, alla presenza della duchessa di Genova e del conte Volpi

Photo: Attualità / Archivio Luce Cinecittà

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Venezia, sfilata di modelli di autunno-inverno 1941-42 confezionati con materiale autartico sotto la guida dell’Ente Nazionale della Moda e della Federazione Nazionale dell’Abbigliamento, alla presenza della duchessa di Genova e del conte Volpi

Photo: Attualità / Archivio Luce Cinecittà

Palazzo Pitti fa luce sulle origini della moda «Made in Italy»

Promossa dal Ministero della Cultura e organizzata da Archivio Luce Cinecittà, in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi, una mostra ricostruisce il trentennio che, tra 1925 e 1955, ha portato l’Italia a primeggiare in innovazione tessile, ricerca estetica, artigianato d’eccellenza e strategie commerciali 

Alessia De Michelis

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A settant’anni dalla celebre sfilata del 1952 nella Sala Bianca, Palazzo Pitti, a Firenze, torna a essere luogo di riflessione e riscoperta con «Moda in Luce 1925-1955. Alle origini del Made in Italy» (dal 18 giugno al 28 settembre), mostra promossa dal Ministero della Cultura e organizzata da Archivio Luce Cinecittà in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi. Curata da Fabiana Giacomotti, l’esposizione si inserisce nel solco delle grandi operazioni culturali dedicate alla moda come linguaggio storico e strumento identitario.

Attraverso oltre cinquanta capi d’abbigliamento, accessori, materiali audiovisivi e fotografici, molti dei quali inediti, la mostra ricostruisce un periodo poco esplorato: quello in cui l’Italia stava gettando le fondamenta della propria eccellenza sartoriale, ben prima che il termine «Made in Italy» divenisse brand globale. Il cuore pulsante della narrazione è fornito dall’Archivio Luce, che ha messo a disposizione una selezione di immagini e pellicole capaci di restituire contesto, atmosfere e protagonisti di un’epoca in cui innovazione tessile, artigianato e strategie di comunicazione iniziarono a convergere.

Servizio di moda in una boutique, 1955. Fondo Vedo / Archivio Luce Cinecittà

Sfilata di moda Ferdinandi, 1955. Fondo Vedo / Archivio Luce Cinecittà

L’esposizione, allestita in quattro sale del Museo della Moda e del Costume, intreccia percorsi noti e storie dimenticate, presentando creazioni di maison storiche come Ventura, Radice, La Merveilleuse e Gandini, accanto a nomi che segnarono l’evoluzione del gusto come Maria Monaci Gallenga, Fortuny, Biki, Simonetta Visconti e Carosa. Tra i pezzi rari in mostra, una borsa da sera degli anni Venti di Gucci mai esposta prima, un «invisibile» sandalo di Ferragamo datato 1947 e i primi capi firmati Emilio Pucci, ancora etichettati solo «Emilio».

Non meno rilevante è il corpus documentario: cataloghi tessili, «attestati di italianità», edizioni rare che ricostruiscono la rete creativa, commerciale e simbolica della moda italiana in un periodo segnato da transizioni profonde, tra fascismo, guerra e ricostruzione. La sezione audiovisiva si arricchisce di materiali firmati da maestri come Romolo Marcellini, Roman Vlad e Michelangelo Antonioni, con la versione restaurata del documentario «Sette canne per un vestito» (1948).

«Moda in Luce» è anche un’operazione di rilettura critica che si interroga sul perché la moda italiana sia diventata quello che è e su quanto il sistema moda debba alle sue origini, spesso trascurate nei racconti ufficiali. 

Ad accompagnare l’esposizione, un catalogo edito da Silvana Editoriale.

R. G. Palmer & Co Milano, Soprabito maschile, 1930 ca, Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, Milano

Emilio Federico Schuberth, Roma, 1955 ca, Collezione Massimo Cantini Parrini, Firenze

Alessia De Michelis, 12 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

Palazzo Pitti fa luce sulle origini della moda «Made in Italy» | Alessia De Michelis

Palazzo Pitti fa luce sulle origini della moda «Made in Italy» | Alessia De Michelis