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Josef Alois Ratzinger, nato a Marktl am Inn (Baviera) il 16 aprile 1927, ordinato sacerdote nel 1951, cardinale arcivescovo di Monaco di Baviera dal 1977 al 1982, prefetto della vaticana Congregazione per la Dottrina della Fede dal 1982 al 2005, papa Benedetto XVI dal 2005 al 2013, papa emerito dal 2013 al 2022

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Josef Alois Ratzinger, nato a Marktl am Inn (Baviera) il 16 aprile 1927, ordinato sacerdote nel 1951, cardinale arcivescovo di Monaco di Baviera dal 1977 al 1982, prefetto della vaticana Congregazione per la Dottrina della Fede dal 1982 al 2005, papa Benedetto XVI dal 2005 al 2013, papa emerito dal 2013 al 2022

Papa Benedetto XVI e le arti

Il pontefice conservatore di origine tedesca, noto studioso di teologia e oggetto di satira, ha avuto uno specifico interesse per il patrimonio d’arte del Vaticano e per l’arte contemporanea

La Biblioteca Vaticana è proprietà inalienabile del pontefice per cui Benedetto XVI (morto il 31 dicembre all’età di 95 anni nel monastero Mater Ecclesiae), dal 2005 al 2013 è stato capo dello Stato della Città del Vaticano nonché proprietario fiduciario della Biblioteca e delle collezioni d’arte così come dei Palazzi Vaticani con i loro tesori tra cui, solo per citarne alcuni, la Cappella Sistina, la Cappella Niccolina e le Stanze di Raffaello .

Da quando, nel febbraio 2013, all’età di 85 anni Joseph Ratzingerha rinunciato al papato (primo caso da quasi sei secoli) ha comunque mantenuto il suo ruolo spirituale scrivendo di teologia e ha polarizzato la divisione tra liberali e conservatori della Chiesa cattolica. Ma vogliamo in questa sede analizzare il suo ruolo di custode del patrimonio vaticano durante il pontificato. Benedetto XVI nutriva infatti un forte interesse personale per le preziose testimonianze di due millenni di Cristianesimo custodite nei Musei Vaticani e nella Biblioteca Vaticana.
Il corpus delle chiese cattoliche è di epoche e valore storico artistico eterogenei, ma comprende pietre miliari della storia dell’arte come le cattedrali romaniche e gotiche dell’Europa occidentale o la Sagrada Familia di Antoni Gaudí a Barcellona che Benedetto XVI ha consacrato nel 2010, 128 anni dopo l’inizio dei lavori di costruzione.

Durante il pontificato di Benedetto XVI i Musei Vaticani hanno concesso alcuni prestiti di opere fondamentali, come i quattro arazzi con Storie di san Pietro e san Paolo realizzati per la Cappella Sistina su cartone di Raffaello e conservati nella Sala VIII della Pinacoteca Vaticana. In occasione della visita del papa nel Regno Unito nel settembre 2010 gli arazzi sono stati prestati al Victoria and Albert Museum (V&A) di Londra che ha così avuto la straordinaria possibilità di esporli accanto ai cartoni che, dopo la tessitura a Bruxelles tra il 1517 e il 1521, non erano mai stati restituiti a Roma. Riaffiorati un secolo dopo a Genova, furono acquistati per la Royal Collection britannica e sopravvissero alla dispersione della stessa in seguito all’esecuzione di re Carlo I nel 1645.

Arnold Nesselrath, ex direttore del dipartimento di Storia dell’Arte dei Musei Vaticani, ha dichiarato che Benedetto XVI era personalmente coinvolto nel prestito degli arazzi al V&A: «Era assolutamente consapevole di dover fare affidamento sulla cultura per trasmettere il suo messaggio spirituale», ha dichiarato. Benedetto XVI è stato anche uno dei principali artefici del prestito della Madonna di Foligno (1511) che nel settembre 2011 venne esposta accanto alla Madonna Sistina (1512) di Raffaello nella Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda in occasione della visita ufficiale di Benedetto XVI in Germania, suo Paese natale.

Nesselrath ha anche ricordato il coinvolgimento di papa Ratzinger nel restauro della Cappella Paolina che conserva i due ultimi affreschi di Michelangelo, «La conversione di Saulo» e «La Crocifissione di san Pietro» (1542-49). Benedetto XVI ha seguito l’intervento conservativo conclusosi nel 2009 con la stessa passione dei suoi predecessori,  ha specificato Nesselrath, come «quella di Alessandro VII per Bernini narrata dalle fonti. Benedetto XVI accettò il mio invito a salire sull’impalcatura e a toccare la “Crocifissione di san Pietro”».
Parallelamente, sotto l’egida di Antonio Paolucci, nominato da Benedetto XVI direttore dei Musei Vaticani, e di Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, Benedetto XVI ha dato un personale impulso al rapporto della Santa Sede con l’arte contemporanea tanto che nel 2013 il Vaticano ha avuto il suo primo padiglione alla Biennale di Venezia e nel 2018 il primo alla Biennale di Architettura.

Il 21 novembre 2009 Benedetto ha tenuto un incontro nella Cappella Sistina con numerosi artisti di varie discipline, tra cui Bill Viola, Anish Kapoor, Jannis Kounellis, Daniel Libeskind, Zaha Hadid, Andrea Bocelli, Susanna Tamaro e Arvo Pärt. In quell’occasione ha ripetuto le parole che Paolo VI rivolse agli artisti nel 1964: «Abbiamo bisogno di voi. Abbiamo bisogno della vostra collaborazione per svolgere il nostro ministero, che consiste, come sapete, nel predicare e rendere accessibili e comprensibili alle menti e ai cuori del nostro popolo le cose dello spirito».

«Non è quindi un caso, ha proseguito Benedetto XVI, che ci ritroviamo in questo luogo simbolico, celebre per la sua architettura e soprattutto per gli affreschi che lo rendono unico, capolavori di Perugino, Botticelli, Ghirlandaio e Cosimo Rosselli, di Luca Signorelli e di altri, fino alle scene della Genesi e al Giudizio Universale di Michelangelo Buonarroti, che ha realizzato una delle creazioni più straordinarie dell’intera storia dell’arte». In seguito all’incontro Viola smentì al «New York Times» l’insinuazione che il Vaticano «stesse cercando di cooptare artisti come lui per aiutare a migliorare la sua immagine».

La prima commissione nota di Benedetto XVI per le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani inaugurate da Paolo VI è stata un’opera del 2007 di Claudio Parmiggiani che compare riprodotta alle spalle del papa durante il suo primo discorso ai vescovi italiani nel 2007. Parmiggiani ha riferito che il papa commentò: «La Chiesa ha sempre avuto uno stretto rapporto con l’arte moderna, ma non contemporanea...».

Nel settembre 2008 10mila cittadini avevano firmato una petizione per far rimuovere dal Museion, il Museo d’Arte Moderna di Bolzano, la scultura dell’artista tedesco Martin Kippenberger (1953-97) «Zuerst die Füße», un lavoro del 1990 raffigurante una rana crocifissa. La decisione del museo di esporre l’opera era stata interpretata come deliberatamente provocatoria poiché Benedetto XVI era in vacanza nella vicina Bressanone.
 

Benedetto XVI ospita un folto gruppo di artisti, architetti, registi e musicisti in una visita nella Cappella Sistina il 21 novembre 2009. Foto Abaca Press / Alamy Foto Stock

Lo staff del Victoria and Albert Museum svela «La guarigione dello storpio», uno dei quattro arazzi di Raffaello prestati dai Musei Vaticani nel settembre 2010 in occasione della visita ufficiale di Papa Benedetto XVI nel Regno Unito. Gli arazzi furono appesi per la prima volta in quasi 500 anni con i cartoni a grandezza naturale di Raffaello, acquisiti dalla British Royal Collection nel 1620 e depositati al V&A nel 1865. Foto Andrew Vincente / REUTERS / Alamy Foto

Louis Jebb, 03 gennaio 2023 | © Riproduzione riservata

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