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Sophie Seydoux
Leggi i suoi articoliCento anni di Déco. Novant'anni e più di Déco Tropicale. Miami Beach festeggia il centenario dello stile consacrato dall'Expo di Parigi del 1925, e lo fa declinandolo alla sua "maniera". Dall'esposizione a cielo aperto su Ocean Drive (100 Years of Art Deco: A World Celebration in Miami Beach, precisamente a Lummus Park) alle decine di eventi sparsi in questi giorni di Miami Art Week con centro gravitazionale Art Basel e il Convention Center. Un'architettura che ha segnato, e segna sublimamente ancora, l'identità della città sull'oceano Atlantico costellate dalle tonalità pastello. Il Miami Modernism si sviluppò dopo l’uragano del 1926, quando architetti come Henry Hohauser e L. Murray Dixon contribuirono a ridisegnare South Beach con uno stile modernista e al tempo stesso giocoso. Linee aerodinamiche, motivi geometrici, richiami nautici e solari trasformarono la città in un manifesto architettonico degli anni ’30. La palette cromatica di Miami Beach, divenuta iconica negli anni ’80 grazie ai progetti di riqualificazione urbana, rimane uno degli elementi distintivi del quartiere: menta, pesca, crema, rosa cipria, turchese. Al tramonto, i neon si accendono e le geometrie Art Déco si trasformano in scenografie cinematografiche.
La città celebra ogni anno la sua peculiare identità visiva con un ricco calendario di eventi che culmina, cronologicamente, proprio nella Settimana dell'Arte di inizio dicembre. Il più noto è l’Art Déco Weekend, un festival storico che ogni gennaio anima Ocean Drive con visite guidate, conferenze, mercatini vintage, musica dal vivo e sfilate in stile anni ’30. Altri eventi, tour tematici e weekend culturali vengono organizzati periodicamente dalla Miami Design Preservation League, con itinerari che permettono ai visitatori di scoprire dettagli architettonici, storie di progettisti e retroscena della riqualificazione urbana. Negli anni ’70, la speculazione edilizia rischiò di cancellare gran parte del patrimonio Art Déco. La battaglia per la tutela fu guidata dalla storica Barbara Baer Capitman, che fondò la Miami Design Preservation League e ottenne il riconoscimento del distretto storico. Grazie a quei movimenti, gli edifici sono oggi restaurati e ospitano boutique hotel, caffè, gallerie, librerie e musei. Il vicino Wolfsonian-FIU, con la sua ricca collezione di design e grafica del periodo 1920–1950, fornisce un contesto fondamentale per comprendere l’universo culturale in cui nasce l’Art Déco. Di seguito alcuni edifici iconici che compongono il più grande distretto Art Déco al mondo, un museo a cielo aperto affacciato sull’Atlantico: Colony Hotel (1935) – Uno dei simboli di Ocean Drive, celebre per l’insegna al neon blu e la facciata simmetrica; The Carlyle (1941) – Elegante e cinematografico, con le sue colonne verticali e le tonalità pastello; Cardozo Hotel (1939) – Disegnato da Hohauser, presenta angoli arrotondati e dettagli nautici che ricordano i transatlantici dell’epoca; The Tides (1936) – Con il suo stile sobrio e monumentale, è uno dei migliori esempi della verticalità tipica dell’Art Déco locale; Park Central Hotel (1937) – Tra le prime strutture restaurate negli anni ’80, noto per le sue linee pulite e il colore menta.
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