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Bruno Muheim
Leggi i suoi articoliPare alle viste un cambiamento epocale nel mercato dei gioielli nelle case d’asta. Dopo più di 20 anni di dominio assoluto di Christie’s, Sotheby’s ha realizzato due «colpacci» sia a New York sia a Ginevra questa primavera.
Ha venduto per più di 65 milioni di dollari in aprile a New York contro quasi 42 milioni per Christie’s e, ancora più significativo, quasi 162 milioni di dollari a Ginevra in maggio a fronte di soli 97,5 milioni per Christie’s.
Il gap tra le due case si sta allargando. Precedentemente le «fette» di mercato erano del 55% per Christie’s contro il 45 per Sotheby’s, per queste due aste il vantaggio è di Sotheby’s: 61% contro 39%, Certo, siamo appena a metà dell’anno, ma non sarà facile per Christie’s riprendere la leadership.
È sicuramente un’ottima notizia per Sotheby’s, dopo i risultati contrastanti di New York per le aste di arte del XX secolo che hanno visto invece la netta supremazia della sua diretta concorrente. Il mercato dei gioielli, che è rimasto indietro rispetto a quello dell’arte del Novecento dopo gli ultimi risultati di quest’anno, rimane tuttavia trainante per le case d’asta. I privati che comprano gioielli spessissimo comprano altre forme d’arte, e le esposizioni preasta sono il miglior modo per incontrare i collezionisti e ventilare altre proposte come arte contemporanea, investimenti immobiliari di alto livello o altre forme di arti decorative.
I risultati di queste aste mostrano l’ascesa apparentemente inarrestabile delle perle, fenomeno già rilevato l’anno scorso (cfr. n. 343, giu. ’14, p. 44). I risultati brillanti del 2014 erano dovuti anche a stime molto basse, per un mercato che all’epoca era assai calmo. Quest’anno l’atmosfera era completamente diversa. I 3-5 milioni di dollari di stima per una collana di due fili di perle naturali, all’asta di Sotheby’s Ginevra, sono stati polverizzati per raggiungere più di 7 milioni. La stima di partenza da 3,8 a 4,5 milioni per una collana di quattro fili di perle colorate da Christie’s New York era già molto consistente, eppure essa è stata venduta a più di 5 milioni. Una collana di un solo filo con una stima di 1,5 milioni è stata venduta da Christie’s a Ginevra per quasi 3,9 milioni. Le perle, che erano appannaggio delle case reali e delle cocotte dell’Ottocento, sono adesso simbolo del raggiungimento del successo per le ricche dinastie finanziarie e industriali del Sud-est asiatico. Il diamante puro si mantiene benissimo al disopra dei 200mila dollari al carato e si arriva a più di 2 milioni di dollari il carato per il colore «fancy vivid pink», che pochi anni fa si pagava appena un milione. Un’altra circostanza interessante da sottolineare in queste ultime aste è la scarsità di gioielli firmati da designer: le materie prime sono tutte lussuosissime, ma manca la genialità dell’orafo. Spicca infatti una collana di Cartier del 1924 fatta per la famiglia Rothschild, un capolavoro Art Déco con motivi di ispirazione moghul, venduta da Sotheby’s a 2.590.000 dollari.
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