Una scultura di Enzo Cucchi

Image

Una scultura di Enzo Cucchi

Per Cucchi le opere vanno viste al buio

Quattro disegni e 38 sculture dell’artista marchigiano sono i protagonisti di un percorso multisensoriale nel Museo Statale Tattile Omero di Ancona

Per comprendere appieno un’opera, racconta Enzo Cucchi, «bisogna vederla solo al buio; perché le cose si conservano all’ombra e al buio» e per guardare il mondo, aggiunge, «si dovrebbe mettere la testa per terra, come le zucche, e le mani sulle cose». L’artista, storico esponente della Transavanguardia, è nato nel 1949 a Morro D’Alba, castrum medievale fortificato tra Jesi e Ancona, circondato da distese di campi coltivati: al suo originario contesto rurale, come si evince dalle parole sopra riportate, Cucchi si è sovente rivolto e ispirato, trasfigurandolo e proiettandolo in visioni oniriche che continuano ad affascinarci

Per l’artista è un ritorno a casa quindi l’esperienza intima e sensoriale, dal suggestivo titolo «L’Ombra vede di Enzo Cucchi» (dal 17 dicembre al 18 maggio 2025), che ha voluto costruire con il curatore Andrea Socrati del Museo Statale Tattile Omero, coadiuvato da tutto lo staff specializzato sui temi dell’accessibilità e dell’inclusività: l’artista ha messo a disposizione dalla sua collezione personale quattro disegni inediti e 38 sculture di varie dimensioni e materiali come il bronzo, il marmo, la ceramica, il legno che, oltre a essere viste, possono essere toccate, attivando nel fruitore una modalità percettiva dinamica dell’opera d’arte che ne arricchisce l’esperienza estetica

Il percorso multisensoriale ha il suo inizio ideale nella corte della Mole Vanvitelliana, dov’è installata la grande scultura «La testa di Van Gogh», e prosegue all’interno del museo dove le opere si snodano in un itinerario espositivo, curato da Marco Moreschi, che comprende anche tre ambienti che hanno influenzato la genesi della poetica dell’artista. Il primo è una grotta, che rievoca il topos della selva e di luogo primitivo: qui sono collocate tre sculture di materiali diversi disposte lungo un tavolo che funge da guida per l’orientamento, concepiti come idoli pagani da scoprire al buio, unicamente attraverso le mani. Successivamente si è accolti in un luogo della memoria, simbolo della civiltà contadina e della religiosità popolare: l’aia di campagna, ben impressa nell’immaginario di Enzo Cucchi. Qui ci si può anche sedere e rielaborare l’esperienza vissuta nella grotta o socializzare, sfogliare cataloghi e libri sull’artista, circondati da oggetti della casa colonica di un tempo. Lo spazio dedicato alla creatività manuale del visitatore introduce l’ultima tappa del percorso: l’atelier dell’artista, dove nasce la creatività di Enzo Cucchi, tra colori, pennelli, odori, il cavalletto e la tela.

La mostra è ideata e promossa dal Museo Statale Tattile Omero-Tactus, Dipartimento per l’arte contemporanea, dal Ministero della Cultura e Comune di Ancona con la collaborazione di Opera, Liceo Artistico Edgardo Mannucci di Ancona, Comune di Senigallia, Comune di Morro d’Alba; media partner è Rai Pubblica Utilità che ha realizzato per l’occasione il video della mostra.

Una ceramica di Enzo Cucchi

Marta Paraventi, 16 dicembre 2024 | © Riproduzione riservata

Per Cucchi le opere vanno viste al buio | Marta Paraventi

Per Cucchi le opere vanno viste al buio | Marta Paraventi