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Flavia Foradini
Leggi i suoi articoliNella storia austriaca Eugenio di Savoia-Soissons occupa un posto di rilievo come condottiero, stratega militare e diplomatico. Meno noto è che fu un appassionato bibliofilo, un mecenate di primo piano e un amante delle arti. A Vienna Eugenio fece costruire due palazzi: il Winterpalais progettato da Johann Bernhard Fischer von Erlach e completato nel 1724 da Johann Lucas von Hildebrandt nel centro della città, dove un’ala era consacrata alla biblioteca privata, e il Palazzo del Belvedere, ultimato nel 1723 su progetto di Johann Lucas von Hildebrandt e che oggi è sede della Österreichische Galerie.
Dopo la morte di Eugenio nel 1738, all’età di 73 anni, la nipote e erede Anna Viktoria di Savoia vendette via via i beni di cui era entrata in possesso (e molte opere ora sono esposte nella sezione dedicata al principe Eugenio, da poco riallestita nella Galleria Sabauda di Torino, la città della dinastia sabauda; Ndr). I due palazzi viennesi vennero acquistati da Maria Teresa d'Asburgo, mentre la biblioteca del valore stimato di 150mila fiorini (il Belvedere era stato stimato a 100mila fiorini...) venne acquistata dal padre, l’imperatore Carlo VI, per la sua biblioteca di corte, dove finì col mescolarsi alle raccolte della casa regnante, un fatto che nel tempo ha reso difficile circoscriverne il corpus.
La biblioteca di Eugenio di Savoia è una delle più pregevoli raccolte di manoscritti e libri di epoca barocca. L’attività di Eugenio come collezionista di libri fu costante e tale da avvalersi sia di agenti che procedevano agli acquisti a Parigi, Amsterdam e Venezia, sia di un rilegatore dedicato, che provvedeva a fornire le opere di «copertine» in cuoio di diversi colori: blu per la teologia, giallo per le scienze naturali e rosso per storia e letteratura.
Nel 1716 la fervida passione di Eugenio per la cultura scritta era nota in Europa e suscitò fra l’altro l’ammirazione di Jean-Jacques Rousseau: «La biblioteca [del principe Eugenio] è piuttosto vasta e comprende molti libri ben rilegati», scrisse. «Ciò che sorprende è tuttavia che non vi sia quasi libro che il principe non abbia letto o almeno sfogliato, prima di affidarlo al rilegatore. È incredibile che un uomo che porta sulle spalle il fardello di quasi tutti i problemi d’Europa, ed è primo condottiero dell’Impero e primo ministro dell’imperatore, trovi così tanto tempo per leggere, come se non avesse nient’altro da fare».
Oggi la «Bibliotheca Eugeniana» è conservata alla Österreichische Nationalbibliothek di Vienna e comprende circa 16mila fra libri a stampa e manoscritti, incisioni e miniature, ma fino a tempi recenti non era stata sottoposta a studi organici ed era solo parzialmente accessibile al pubblico, anche se molti volumi erano e sono conservati nella Sala di Rappresentanza del Palazzo Imperiale. La maggior parte dei volumi è in francese o in latino, ma vi è un corpus consistente di opere in tedesco, in italiano, nonché in inglese e spagnolo.
Ora, grazie a uno studio compiuto in collaborazione con l’Accademia Austriaca delle Scienze e l’Università di Krems, sono state definite con precisione l’entità e la composizione della biblioteca, con l’aiuto fra l’altro di un catalogo manoscritto del XVIII secolo, che è stato digitalizzato: «Il progetto non ha fornito soltanto importanti sguardi sul periodo barocco ma dà conto anche dei vasti interessi e dell’attività collezionistica di Eugenio», ha sottolineato la direttrice della Nationalbibliothek, Johanna Rachinger, alla presentazione degli esiti dell’iniziativa, che comprende da un lato un itinerario e uno spazio virtuali, corrispondenti al grande ovale della Sala di Rappresentanza, e dall’altro la possibilità di individuare e sfogliare o leggere online «con tutti i comfort digitali» i quasi 10mila volumi già scansionati, come spiega Florian Windhager dell’Università di Krems.

Dante, «Terze Rime», 1502. © Österreichische Nationalbibliothek
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