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Cecilia Paccagnella
Leggi i suoi articoliC’è una tensione che attraversa tutta l’attività di Michelangelo Buonarroti (1475-1564) : la ricerca del corpo maschile ideale. Giovane, atletico, in torsione, colto in un gesto che è insieme naturale e simbolico. Ed è proprio attorno a questo tema che si sviluppa la mostra «Michelangelo and Men» al Teylers Museum di Haarlem, dal 15 ottobre al 25 gennaio 2026.
Un’esposizione che non solo riunisce oltre venti disegni dell’artista (tra cui alcuni custoditi dal 1790 proprio dalla più antica istituzione museale dei Paesi Bassi), ma si configura anche come un evento senza precedenti: per la prima volta nella storia olandese un lavoro in marmo di Michelangelo vi farà ingresso.
Si tratta del «David Apollo», prestito eccezionale del Museo Nazionale del Bargello di Firenze, commissionato da Baccio Valori, all’epoca governatore di Firenze per conto del papa mediceo Clemente VII. Alta 146 cm, scolpita intorno al 1530, la scultura sfugge da sempre a una classificazione univoca, perché per decenni è stata al centro di un dibattito attributivo (raffigura David o Apollo?) e porta con sé il fascino delle opere mai completate. Oggi prevale l’identificazione con il dio greco, sorpreso nell’atto di recuperare una freccia dalla faretra: il gesto plastico si avvita sul proprio asse, e in questa spirale Michelangelo infonde tutta la sua maestria tecnica, anatomica e simbolica.
«David Apollo» dialogherà inoltre con due rare sculture preparatorie, in cera e legno, provenienti da Casa Buonarroti, e con disegni concessi da collezioni internazionali come il British Museum di Londra, il Louvre di Parigi, le Gallerie degli Uffizi di Firenze e il Metropolitan Museum of Art di New York.
«Siamo lieti che la scultura stia arrivando. In effetti, senza di essa la mostra non sarebbe stata completa. Il nostro obiettivo è quello di scoprire le origini delle famose e suggestive rappresentazioni dei corpi maschili di Michelangelo, spiega il curatore Terry van Druten. Ciò avviene principalmente sulla base dei suoi disegni, e lui è ovviamente uno dei disegnatori più fenomenali della storia dell’arte. È come se lo si guardasse da dietro le spalle mentre disegna la sua iconica “Creazione di Adamo” per la Cappella Sistina. Tuttavia, Michelangelo era prima di tutto uno scultore. Grazie al “David Apollo” siamo ora in grado di mostrare come tutti gli elementi separati si fondano nella sua opera scultorea. Non solo gli aspetti tecnici e artistici, ma anche la sua preferenza personale per il corpo maschile giovanile, che sembra trasparire in questa scultura».
Ad accompagnare l’esposizione, un volume monografico edito da Hannibal Books raccoglie i saggi di importanti studiosi tra cui Paul Joannides, Michael Rocke, Jennifer Sliwka e Martin Gayford.