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Il cortile di Casa Romei a Ferrara

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Il cortile di Casa Romei a Ferrara

Per la riapertura completa di Casa Romei si parla del prossimo settembre

Fino al 2025 l’edificio ferrarese quattrocentesco e le sue decorazioni saranno sottoposti a interventi, oltre a un rinnovo di impianti e spazi di servizio del museo che vi ha sede

Stefano Luppi

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Si concluderà nel settembre 2025 il restauro, il cui progetto è stato affidato a Barbara Pazi e sarà eseguito dall’impresa Operazione Srl, di Casa Romei a Ferrara, la sontuosa casa eretta alla metà del XV secolo dal mercante e nobile ferrarese Giovanni Romei (1402-82) e successivamente ampliata in occasione delle sue nozze con Polissena d’Este, probabile figlia illegittima dell’abate Meliaduse d’Este, a sua volta illegittimo del marchese Niccolò III. L’edificio conserva intatto il cortile tardogotico e, negli interni, in particolare nelle sale delle Sibille e dei Profeti, decorazioni dell’epoca costruttiva, mentre le grottesche furono dipinte nel corso del secolo seguente, quando l’abitazione divenne parte del Convento del Corpus Domini. 

Acquisita dal Demanio statale nel 1898, la casa è divenuta sede museale nel 1953 accogliendo un patrimonio pubblico composto da affreschi staccati, sculture e decorazioni provenienti da vari antichi edifici ferraresi, opere tra gli altri di Donatello, Francesco del Cossa, Gregorio di Lorenzo, Bastianino e Alfonso Lombardi. «Tra novembre e marzo il museo sarà inaccessibile, ma per il resto del tempo si procederà con chiusure temporanee alternate», hanno spiegato Alessandra Necci, direttrice delle Gallerie Estensi e delegata dei Musei Nazionali ferraresi, e Marcello Toffanello, direttore di Casa Romei. 

I lavori sono resi possibili da un finanziamento di 1,8 milioni di euro giunti attraverso il progetto «Ducato Estense» avviato nel 2015 dall’allora ministro Dario Franceschini, ferrarese di nascita. L’intervento, condotto dalla Responsabile Unica del Procedimento Maria Lucia Masciopinto della Direzione Regionale Musei Nazionali dell’Emilia-Romagna (istituto incaricato di gestirlo dal punto di vista tecnico, finanziario e amministrativo), prevede la riorganizzazione degli spazi destinati alla biglietteria, ai servizi per i visitatori, all’area uffici e alla biblioteca. Si procederà anche alla completa eliminazione delle barriere fisiche e architettoniche, al rinnovo degli impianti elettrici, di riscaldamento, di sicurezza e di illuminazione. Il percorso di visita valorizzerà aree oggi tralasciate, come il cortile delle Sibille, i camerini «segreti» e l’area del sottotetto. Si procederà al restauro degli intonaci più ammalorati e delle superfici lignee decorate, soprattutto dei soffitti su cui sono incollate fragili carte dipinte.

Stefano Luppi, 12 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

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