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Daria Berro
Leggi i suoi articoliCon l’installazione «Cumulus» (2024) Morakana, duo composto dagli statunitensi Tiri Kananuruk & Sebastián Morales, ha vinto il Golden Award, il «Premio d’oro» del 14mo Lumen Prize rivolto ad artisti pionieri di nuovi linguaggi visivi all’incrocio tra arte e tecnologia. La cerimonia di premiazione si è tenuta ieri a Odderøya, Kristiansand, in Norvegia, nel Kunstsilo, un ex silo per cereali trasformato in un innovativo centro per l’arte e le esperienze culturali.
«Cumulus» è un dispositivo che monitora il confine tra Messico e Stati Uniti, ma anziché registrare il passaggio delle persone segue le nuvole. Due display di carta elettronica, aggiornati ogni 11 minuti, presentano l’uno una visione completa del continente americano e l’altro uno sguardo ravvicinato sulla regione di confine sull’altro. «Il suo design, si legge nella nota descrittiva, si basa sulla tecnologia satellitare CubeSat, che ha avvicinato lo spazio grazie a sistemi più piccoli e accessibili. “Cumulus” utilizza materiali, componenti, dimensioni e fonti di energia simili, ma a differenza dei CubeSat che orbitano sopra di noi, offre una prospettiva planetaria dalla Terra. Un programma di visione artificiale personalizzato scansiona le immagini satellitari dell’agenzia governativa statunitense Noaa-National Oceanic and Atmospheric Administration, e identifica le nuvole che migrano nei cieli, fluttuando liberamente sopra fiumi, deserti, muri e coste, indifferenti ai confini sottostanti. Il progetto contrappone la fluidità della natura alla fissità della politica, rivelando i confini come costrutti umani, arbitrari e invisibili dall'alto, ma che plasmano profondamente le vite sottostanti».
I lavori scelti tra 99 finalisti, selezionati tra oltre 2.200 candidature (mai così tante) provenienti da 71 Paesi, sono stati premiati in13 categorie, quattro in più rispetto agli anni precedenti: si sono infatti aggiunte Performance & Musica, Letteratura & Poesia, Moda & Design e Ibrido, ovvero digitale/fisico. I finalisti sono stati individuati dal Comitato internazionale di selezione, composto da oltre 85 esperti provenienti da istituzioni quali il Victoria and Albert Museum, la Tate, Sotheby’s, Christie’s, Google, Nvidia, Sónar +D e la Fondazione Onassis.
«I vincitori di quest’anno ci ricordano che l’arte realizzata con la tecnologia può essere profondamente umana, emotivamente coinvolgente, politicamente urgente e sensibile alle complessità del nostro mondo in continua evoluzione, sottolinea Gillian Leitten, ceo del Lumen Prize. Le loro opere riflettono un profondo cambiamento nel modo in cui la creatività interagisce con l’informatica, la narrazione e l’ambiente».
I premi di quest'anno segnano una svolta per il Lumen Prize, che approfondisce la sua missione curatoriale e di ricerca attraverso «The Liminal Review: New Signals in Arts Technologies», la sua prima pubblicazione annuale sulle tendenze, lanciata in collaborazione con Sónar+D e Onassis ONX. «The Liminal Review» traccia il panorama in evoluzione della creatività digitale e ha l’obiettivo di porsi come punto di riferimento per la ricerca e il dialogo tra i settori dell'arte e della tecnologia.
Negli suoi 14 anni di vita il Lumen Prize, fondato da Carla Rapaport, giornalista britannica «folgorata» nel 2012 da una mostra alla Royal Academy di Londra in cui erano esposte le opere che David Hockney aveva realizzato con dispositivi digitali, ha assegnato oltre 125mila dollari in premi in denaro a più di 900 artisti in tutto il mondo.
I premi 2025
Premio per le immagini in movimento
«This is not your Garden», di Carlos Velandia e Angélica Restrepo, Colombia. Radicati nelle zone umide, nei páramos e nelle foreste secolari sull'orlo della scomparsa, i ricordi e un futuro ipotetico si scontrano. 500 anni di sfruttamento, esilio e resilienza sono alimentati da un dolore collettivo e dal desiderio di superare tutto questo.
Premio Letteratura e Poesia
«WORDS BEYOND WORDS», di Sasha Stiles, Stati Uniti. È una poesia infinita che esplora, esprime e incarna il dialogo in continua evoluzione tra linguaggio e tecnologia, autore e algoritmo, alimentata da un sistema generativo personalizzato costruito per invocare un poeta IA emergente e trasformare la finestra del browser in un libro dinamico.
Premio Esperienziale
«Deutsch / Nicht Deutsch», di mots (Daniela Nedovescu e Octavian Mot), Germania. «Deutsch / Nicht Deutsch» (Tedesco / non tedesco) mette in discussione in modo giocoso i confini dell’identità e dell’appartenenza, affidando tutte le decisioni all’IA. L'installazione invita i partecipanti a sottoporsi a un processo in cui modelli di IA distorti determinano se sono «tedeschi» o «non tedeschi».
Premio Natura e Clima
«self-contained», di Entangled Others, Portogallo. «self-contained» è la mutazione delle immagini digitali come DNA: incroci, mutazioni e giunzioni di frammenti compressi casuali, come modo per esplorare codifica/decodifica delle informazioni come creazione di immagini. L'opera d'arte mutante finale in DNA sintetizzato, conservata in una capsula fisica,
Premio Performance & Musica
«Umweltraum((a))», di Laura Mannelli e Sonia Killmann, Francia. È un’installazione sonora immersiva e non lineare con performance dal vivo. Ispirata ai concetti di Umwelt (Ambiente) e Umweltraum del biologo Jakob von Uexküll, esplora un ecosistema sintetico mutante che mette in discussione la vita, le macchine e l’intelligenza non umana.
Premio per l'immagine fissa
«The Sylphs», di Ana María Caballero, Stati Uniti. «The Sylphs» è tratto da Being Borges, una rivisitazione poetica e (post) fotografica del Libro degli esseri immaginari di Jorge Luis Borges e Margarita Guerrero. Questa serie solleva la seguente domanda: che cosa succede quando attraverso la visione il linguaggio diventa letterale?
Premio Moda e Design
«The SoundShirt», di CuteCircuit, Regno Unito.
The SoundShirt è il primo dispositivo indossabile tattile in tessuto in grado di riprodurre l’intero spettro audio in tempo reale, collegando gli utenti sordi e udenti alla musica, allo sport e alle performance in modo sorprendente.
Premio ibrido
«Toru», di Carlo Van de Roer e Taika Waititi, Stati Uniti.
È un'installazione video a tre canali e un’opera digitale interattiva che esplora la mitologia e le nuove tecnologie cinematografiche per riavvicinarsi ai primi sistemi di narrazione che hanno plasmato la memoria culturale attraverso la collaborazione e la reinterpretazione.
Premio Nordic
«Telos I», di Emil Dam Seidel & Dorotea Saykaly, Danimarca.
Un’esperienza immersiva, olografica e di realtà mista che esplora un paesaggio mitico nell’era digitale. «Dopo l’estinzione del genere umano, un’intelligenza artificiale crea un corpo per sé alla ricerca di un nuovo scopo».
Premio Identità e Cultura
«Organism: In Turbulence», di Navid Navab, Canada.
Organism è una piattaforma investigativa, incentrata su un organo storico preparato roboticamente, che ci sintonizza con le tendenze formative del caos cinetico e le dinamiche turbolente della formazione sonora. Ha due modalità: una come installazione, l’altra come concerto.
Premio Carla Rapoport
«a space for encapsulation», di Andrey Chugunov, Regno Unito.
L’opera esplora le coste della Scozia attraverso la fotogrammetria, il suono generativo e la narrazione poetica, documentando assemblaggi ibridi di manufatti naturali e industriali in zone transitorie colpite dall’innalzamento del livello del mare.
Premio speciale di riconoscimento
«I WOULD LIKE TO BE MIDNIGHT / I WOULD LIKE TO BE SKY», di Amelia Winger-Bearskin, Stati Uniti.
Riconosciuta per la sua esplorazione del futurismo indigeno e della narrazione computazionale, l’opera di Winger-Bearskin mette in primo piano la memoria culturale e la costruzione speculativa del mondo come forme di resistenza e rinnovamento.
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