La Maison européenne de la Photographie (Mep) propone una mostra inedita e ambiziosa, nata da un lavoro di ricerca che Clothilde Morette, direttrice artistica dell’istituzione parigina, ha iniziato nel 2020. Protagonista è la storia visiva delle piante attraverso l’arte, la tecnologia e la scienza, dall’800 a oggi. Il senso del titolo, alquanto enigmatico, «Science/Fiction. Una non storia delle piante», è stato spiegato da Simon Baker, direttore della Mep: «Definire questa mostra non storia, benché copra quasi 200 anni di produzione artistica, significa ricordarci che il mondo naturale non ha bisogno né dipende dalle date e dalle cronologie umane, ma anche che il più delle volte è attraverso la finzione che le diverse nozioni di tempo sono più comprensibili». In piena crisi climatica, e tra le preoccupazioni per il riscaldamento globale, la mostra della Mep, presentata dal 16 ottobre al 19 gennaio 2025, è molto attuale.
Si articola in sei capitoli ed espone le opere di più di 40 artisti, del passato e contemporanei, in arrivo da collezioni private e istituzioni internazionali, tra cui le londinesi Kirkland Foundation, l’Archive of Modern Conflict e il Wilson Centre for Photography. Quest’ultimo ha prestato le prime stampe realizzate con la tecnica della cianotipia da Anna Atkins (1799-1871), botanica e pioniera della fotografia. La premessa della mostra è che la fotografia, così come più tardi il video, ha stretto un legame molto forte con il mondo botanico sin dalle sue origini: «Paradossalmente, pur frapponendosi tra noi e il mondo naturale, i processi fotografici e cinematografici, invece di creare una distanza, hanno evidenziato la soggettività, l’intelligenza e le capacità espressive delle piante, dissimulando la nostra miopia antropocentrista», ha spiegato la Mep.
Il percorso si apre sulle fotografie documentaristiche degli anni Venti e Trenta: le inquadrature strettissime di Richard Tepe, gli inventari delle forme vegetali di Karl Blossfeldt, gli ingrandimenti degli esperimenti al microscopio di Laure Albin Guillot. La mostra dedica poi una sezione alla temporalità specifica della vita delle piante, a lungo considerate inerti, ma che sono esseri viventi a tutti gli effetti, di cui il cinema, tramite le immagini accelerate, ha rivelato i meccanismi invisibili: sono esposte immagini dei film di Jean Comandon, Max Reichmann e Walon Green che nel 1978 adattò il celebre libro La vita segreta delle piante di Peter Tompkins e Christopher Bird. La Mep analizza le interazioni tra le piante e gli altri organismi viventi attraverso i lavori di Angelika Loderer, Angelica Mesiti, Philippe Roux, ed esplora i fenomeni di ibridazione con Peter Hutchinson, Joan Fontcuberta o ancora Éléonore False. Approfondisce anche l’interesse che il cinema fantastico ha sempre mostrato per il mondo vegetale, protagonista di opere emblematiche, tra ironia e orrore, come «The Balancing Bluebottle» (1908) di Franck Percy Smith, in cui è filmata una mosca, «Il giorno dei trifidi» (1960) di Steve Sekely, basato sul libro di John Wyndham, o ancora «La piccola bottega degli orrori» (1986), musical teatrale trasposto su grande schermo da Frank Oz, capolavoro della commedia horror.