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Tom Wesselmann Mann, «Smoker #17», 1975

Courtesy Phillips

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Tom Wesselmann Mann, «Smoker #17», 1975

Courtesy Phillips

Phillips celebra 10 anni in Asia con due aste d’eccezione a Hong Kong

Una doppia vendita di arte moderna e contemporanea presenta opere di Wesselmann, Asawa, Nara, Warhol, Murakami e Zao Wou-Ki

Lavinia Trivulzio

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In occasione del decimo anniversario della sua presenza in Asia, Phillips presenta a Hong Kong due aste straordinarie dedicate all’arte moderna e contemporanea. Il 27 e 28 settembre, nella sede del West Kowloon Cultural District, andranno in scena due vendite che offrono una visione sfaccettata del panorama artistico globale, con opere di maestri affermati e di nuove voci emergenti. Le aste saranno precedute da una mostra pubblica, aperta dal 22 al 28 settembre, e da un’anteprima a Taipei il 13 e 14 settembre.

L’asta serale del 27 settembre include tra i suoi lotti principali «Smoker #17» (1975) di Tom Wesselmann, stimato tra 2.560.000 e 3.850.000 dollari, un capolavoro della serie che ha definito la sua poetica visiva: labbra rosse voluttuose, una sigaretta accesa e una mano composta si fondono in una composizione sensuale. L’opera rappresenta un punto di svolta nell’esplorazione dell’erotismo nella Pop Art, in dialogo con l’Espressionismo astratto e la pubblicità americana del dopoguerra.

Loie Hollowell, «Hung (down)», 2016. Courtesy Phillips

Un’altra presenza rilevante della vendita è Ruth Asawa, con «Untitled S.013 (Hanging Single-Lobed, Five-Layer Continuous Form within a Form)» del 1987, stimato tra 282mila e 538mila dollari. L’artista giapponese-americana trasforma in scultura la memoria della sua infanzia segnata dall’internamento, intrecciando fili metallici in forme fluttuanti che riflettono la luce e la memoria, sfidando le convenzioni della scultura occidentale con un linguaggio poetico e ritmico. Loie Hollowell, tra le voci più interessanti dell’astrazione corporea contemporanea, è rappresentata da «Hung (Down)» del 2016, valutato tra 577mila e 833mila dollari. Il lavoro, già esposto nella mostra personale «Mother Tongue» (andata sold out), esemplifica il suo approccio ibrido tra pittura e scultura, unendo tensione politica e spiritualità sensuale in una composizione geometrica e simbolica che richiama le eredità di Georgia O’Keeffe e Agnes Pelton.

Andy Warhol è presente con «Hearts Pink» (1982), stimato tra 205mila e 308mila dollari, un’opera appartenente alla serie di piccoli cuori concepita negli anni Settanta come regalo personale. Dietro l’apparente decoratività, il dipinto incarna la strategia pop warholiana: appropriazione, serialità e re-significazione di un simbolo universale che diventa critica sottile alla cultura di massa. Chiude la serata «Desert Wind» di Jonathan Gardner, datato 2018, con una stima compresa tra 109mila e 192mila dollari. In questo lavoro, l’artista americano fonde Realismo e Surrealismo attraverso una logica visiva ambigua e una rappresentazione intima, dove la figura femminile si carica di tensioni psicologiche e la scena si fa teatro di un desiderio trattenuto.

 

Virgil Abloh & Takashi Murakami, «Flower», 2018. Courtesy Phillips

Il giorno successivo, l’asta diurna del 28 settembre amplia lo spettro cronologico e geografico. Tra le opere contemporanee spicca I stare into your eyes (2020) di Takashi Murakami, stimato tra 449mila e 705mila dollari. L’opera, esposta nella mostra «Healing» alla galleria Perrotin di Seul, sintetizza la poetica dell’artista giapponese: colori vivaci, icone pop, cerchi concentrici che dissimulano una complessità concettuale legata alla storia, alla spiritualità e al consumismo.
In un registro lirico e meditativo si colloca invece «Transparence voilée» di Chu Teh-Chun, datato 2003 e stimato tra 256mila e 385mila dollari. L’artista cinese naturalizzato francese sovrappone pigmenti a olio in strati traslucidi, creando un flusso visivo che ricorda tanto la pittura gestuale occidentale quanto la tradizione calligrafica cinese. Il risultato è un’opera fluida, sospesa tra memoria e sogno. Uno dei momenti più attesi sarà la presentazione di sei opere inedite di Zao Wou-Ki provenienti dalla collezione privata della famiglia Bottemer, amici intimi dell’artista dai suoi primi anni parigini. 
Tra queste, «Untitled» (1948), stimata tra 256mila e 385mila dollari, segna la transizione dell’artista dalla figurazione verso un linguaggio astratto basato sul colore e sulla luce. I verdi stratificati e i fiori rosa che emergono nella composizione evocano una rinascita pittorica, simbolo di un nuovo inizio in terra straniera. Con una curatela che mette in dialogo epoche, poetiche e geografie, Phillips riafferma la propria posizione come attore centrale del mercato asiatico, in un contesto che continua a consolidarsi come fulcro del collezionismo internazionale.

Lavinia Trivulzio, 15 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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