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Lavinia Trivulzio
Leggi i suoi articoliNel cuore di Manhattan la memoria di Jean-Michel Basquiat torna a respirare nelle strade che ne furono scenario e ispirazione. Il tratto di Great Jones Street tra Bowery e Lafayette è appena stato ufficialmente ribattezzato “Jean-Michel Basquiat Way”, in omaggio al celebre artista newyorkese la cui breve e folgorante parabola creativa si concluse proprio lì, negli anni Ottanta. L’iniziativa, promossa dagli eredi dell’artista in collaborazione con il Consiglio comunale di New York, restituisce un segno tangibile a una figura che, più di molti altri, ha incarnato l’anima irrequieta e visionaria della città. Non si tratta solo di un riconoscimento simbolico: lo spazio al civico 57 di Great Jones Street, dove Basquiat visse e lavorò dal 1983 fino alla sua morte nel 1988, fu affittato da Andy Warhol, suo mentore e compagno di sperimentazioni. Quell’edificio, un tempo laboratorio febbrile di idee, oggi diventa parte integrante della geografia culturale di New York.
Già nel 2016, la Village Preservation, in collaborazione con Two Boots Pizza, aveva apposto una targa commemorativa sulla facciata dell’edificio: “I dipinti e le altre opere di Basquiat – recita l’iscrizione – hanno sfidato le nozioni consolidate di arte alta e bassa, razza e classe, forgiando al contempo un linguaggio visionario che sfidava la caratterizzazione”. L’esterno in mattoni chiari dell’edificio continua a raccontare quella storia: sui muri, i graffiti colorati rendono omaggio all’identità originaria dell’artista, nato come writer nel duo SAMO, con cui lasciò sui muri di SoHo e dell’East Village messaggi enigmatici e poetici. Quel tag, SAMO, sopravvive ancora oggi nei suoi dipinti e nelle sue tele, come memoria di un’arte di strada trasformatasi in linguaggio universale
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