Rocco Moliterni
Leggi i suoi articoli«Quando saremo a Reggio Emilia...», recitava una famosa canzone delle mondine. Oggi che le mondine non ci sono più, val la pena di approdare nella città emiliana per le mostre di Palazzo Magnani, nel centralissimo corso Garibaldi. Fino a metà marzo la piccola ma intrigante «Marionette e avanguardia» offre un tuffo negli astratti furori del primo Novecento, dall’Italia futurista alla Germania del Bauhaus, dalla Russia di Malevic alla Parigi di Djagilev e Picasso, seguendo il filo conduttore delle marionette, all’epoca strumento espressivo privilegiato dalle avanguardie.
Ma non si vive di sole mostre, così tra una marionetta e un burattino se viene fame si fa un salto nel ristorante A Palazzo, al pian terreno dello storico edificio. Ci sono varie formule e alcuni giorni la settimana si gioca sull’aperitivo pomeridiano, ma io ci sono stato a pranzo il primo giovedì dell’anno: le sale sono linde e luminose e le tavole spartane ma apparecchiate con gusto. Lo chef Giuseppe Bauduin (un cognome che non sarebbe dispiaciuto a Umberto Eco che ha fatto di Baudolino uno dei suoi eroi) propone un menu di mare a 65 euro e uno di terra a 55.
Io ho preferito avendo poco tempo mangiare alla carta e non mi sono pentito. Son partito con un uovo poché (in camicia) con tartufo nero e verdure di stagione, in cui l’unica nota stonata era la temperatura delle carotine, molto fredde rispetto al resto del piatto che era giustamente tiepido. Mi sono deliziato invece con i cappellacci alle ortiche che la carta prevede con crema di parmigiano e polvere di culatello ma io me le sono fatte servire burro e salvia, perché la mia religione non contempla il parmigiano. Le ortiche sono sempre da provare in qualsiasi modo vengano proposte e qui c’era un bell’equilibrio tra l’acidulo del loro sapore e la consistenza della pasta.
Ma se le ortiche non piacciono tra i primi si possono scegliere i cappelletti in brodo di manzo e cappone o le tagliatelle all’uovo Cipriani con ragù di tre carni. Non avevo tempo per il secondo ma la pancia di maialino da latte croccante, insalata di puntarelle e salsa agrodolce mi tentava tre volte tanto così come il polpo fritto, variazione di zucca e mandorle. Speravo in una zuppa inglese come dessert ma quel giorno non c’era così ho bypassato il dolce accontentandomi di un caffè. Con acqua e un calice di sangiovese ho speso 40 euro che mi sembra una cifra equa.
C’è da aggiungere che se le mondine arrivavano a Reggio Emilia con i treni a vapore, oggi c’è l’alta velocità e una stazione avveniristica firmata da Santiago Calatrava.
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