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La locandina delle due giornate di studio

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La locandina delle due giornate di studio

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Pompei è anche un critofilm. Anzi, due

A partire dai rari filmati del 1958 di Carlo Ludovico Ragghianti, un convegno tra Napoli e il Parco Archeologico pompeiano rilegge in chiave contemporanea l’immenso patrimonio d’immagini che la città antica ha generato nei secoli

Laura Lombardi

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«La cultura visuale a Pompei, dai critofilm di Carlo Ludovico Ragghianti ai nuovi media», è il convegno che si tiene tra Napoli (l’11 novembre, nell’Aula Magna di Palazzo Orsini di Gravina in via Monteoliveto, 3) e Pompei (il 12 novembre, presso il Parco Archeologico).

Le giornate di studio, a cura di Simone Policarpo e di Riccardo Maria Polidoro, si propongono d’indagare il valore storico-culturale del documento audiovisivo come strumento d’eccezione per l’interpretazione, la fruizione, la tutela e la valorizzazione della città storica, partendo proprio dall’esperienza autoriale di Carlo Ludovico Ragghianti (1910-87) che negli anni Cinquanta immortalò il Parco Archeologico di Pompei in due rari critofilm (opere cinematografiche che uniscono critica d’arte e linguaggio filmico, trasformando il cinema in uno strumento d’interpretazione e analisi dell’opera d’arte), sino ad arrivare alle più recenti elaborazioni audiovisive dell’era multimediale. «Pompei urbanistica» e «Pompei città della pittura» di Ragghianti, entrambi del 1958 e a colori, sono presentati al pubblico in questa occasione.

Come osserva Fabio Mangone, professore ordinario di Storia dell’architettura all’Università degli Studi di Napoli «Federico II» e direttore del Museo Correale di Sorrento: «Da oltre due secoli Pompei costituisce sia un importante campo di sperimentazione della ricerca sia un imprescindibile stimolo per la creatività letteraria e artistica contemporanea: a cavallo tra arte e scienza, tra archeologia e cultura della modernità, le spesso misconosciute esperienze di visualizzazione di Pompei pongono riflessioni di grande attualità». 

Il convegno coinvolge studiosi di varie discipline, oltre a esperti e professionisti della comunicazione e della valorizzazione del patrimonio; come sottolinea uno dei curatori Riccardo Maria Polidoro, saranno riunite «competenze e prospettive diverse, storiche, archeologiche, architettoniche e tecnologiche, per rileggere in chiave contemporanea l’immenso patrimonio d’immagini che la città antica ha generato nei secoli. Dall’esperienza pionieristica di Ragghianti e dei suoi critofilm fino ai linguaggi audiovisivi e digitali odierni, il nostro obiettivo è riflettere sul valore conoscitivo e interpretativo dell’immagine come strumento di indagine e di comunicazione del patrimonio. Pompei, più di ogni altro luogo, è una “antichità vivente”: un laboratorio di memoria, di rappresentazione e di sperimentazione che continua a interrogare il nostro modo di guardare al passato e di restituirlo al presente». Un dialogo proficuo tra le diverse istituzioni che, come nota anche l’altro curatore, Simone Policarpo, è invito e speranza anche per giovani studiosi (quali i dottorandi curatori sono) «di poter offrire un contributo concreto e significativo per difendere e valorizzare i nostri patrimoni».

Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione Ragghianti, si rallegra dell’interesse crescente da parte di enti prestigiosi e di studiosi di diverse discipline nei confronti di Ragghianti «non soltanto nella sua veste di storico e teorico delle arti visive, ma anche di originalissimo cineasta, autore dei "critofilm" (così lui stesso li definì: analisi critiche compiute attraverso il mezzo filmico). La mia personale partecipazione come relatore e soprattutto quella istituzionale della Fondazione che dirigo sono quindi motivo di orgoglio e sprone ad ampliare sempre di più il raggio delle collaborazioni e a diffondere la conoscenza dell'opera di Ragghianti e della moglie Licia Collobi». 

Le giornate sono organizzate congiuntamente dal Dottorato in Architettura (D.Arc) dell’Università degli Studi di Napoli «Federico II» e dal Dottorato di interesse nazionale PASAP_Med dell’Università degli Studi di Bari «Aldo Moro», coordinati rispettivamente dai professori Fabio Mangone e Giuliano Volpe, in collaborazione con la Fondazione Ragghianti di Lucca, il Parco Archeologico di Pompei (diretto da Gabriel Zuchtriegel) e il Centro interdipartimentale di ricerca per i Beni Architettonici e ambientali e per la Progettazione urbana (BAP) dell’Ateneo federiciano.

 

Laura Lombardi, 10 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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