Giovanni Maria Vian
Leggi i suoi articoliIn poco meno di un secolo, tra la fine del Quattrocento e la seconda metà del Cinquecento, nel cuore dell’Italia si moltiplicano le rappresentazioni del Cristo morto, deposto dalla croce e trasportato nel sepolcro. Il tema artistico non era ovviamente inedito, ma proprio in quel tempo diviene frequente in Toscana, Marche, Umbria, Roma, con risultati altissimi.
Basti pensare a quattro capolavori assoluti come il «Trasporto di Cristo» di Michelangelo (1500-01) della National Gallery di Londra, la parte centrale della «Pala Baglioni» (1507) di Raffaello alla Galleria Borghese, la «Deposizione» (1521) di Rosso Fiorentino nella Pinacoteca di Volterra, il «Trasporto di Cristo» (1526-27) del Pontormo nella chiesa fiorentina di Santa Felicita. E il tema viene raffigurato, tra gli altri, da Botticelli, Perugino, Signorelli, Sebastiano del Piombo, Vasari.
A questo fenomeno finora non studiato nel suo insieme ha dedicato una solida e originale indagine Valentina Hristova. Specialista dell’arte italiana ha scritto un libro d’impianto sicuro, corredato da 125 illustrazioni, quasi sempre di ottima qualità, e fondato su una bibliografia di quasi 800 titoli. La sintesi che ne risulta è minuziosa e appassionante, e contestualizza in modo convincente la ricerca iconografica grazie a uno sguardo storico largo e aggiornato su società, politica e religiosità.
L’età, davvero cruciale, è quella che spazia dallo splendore dell’Umanesimo fino alla chiusura del Concilio di Trento (1564) e alle sue conseguenze. Con l’attenzione rivolta principalmente a Firenze e a Roma, ma senza trascurare le trasformazioni che portano alla Riforma protestante e ai suoi esiti. Arrivando a rappresentare passaggi e sfumature in una visione d’insieme mossa e affascinante che ha soprattutto il merito di raccontare l’arte in modo nuovo.
Le Sacrifice du Christ. Peinture, société et politique en Italie centrale, entre Renaissance et Réforme,
di Valentina Hristova, 424 pp. 96 ill. col., Officina Libraria, Roma 2022, € 39
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