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Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliOltre mille oggetti, datati fra l’VIII secolo a.C. e l’VIII secolo d.C., selezionati per la mostra «Dacia. L’ultima frontiera della Romanità», aperta dal 20 novembre presso le Terme di Diocleziano, illustrano l’evoluzione storica dell’attuale Romania. Fino al 21 aprile 2024 sarà possibile visitare l’esposizione allestita presso le Terme di Diocleziano, una delle quattro sedi del Museo Nazionale Romano (Mnr), insieme con Palazzo Massimo, Palazzo Altemps e Crypta Balbi. Qui, con la cura di Ernest Oberlander, direttore del Museo Nazionale di Storia della Romania di Bucarest, e di Stéphane Verger, direttore del Mnr, saranno visibili fino al 21 aprile le oltre mille opere, per la prima volta esposte in Italia, provenienti da quarantasette musei della Romania, e poste in dialogo con i reperti del Mnr.
L’esposizione è ideale prosecuzione delle mostre di Madrid (Museo Archeologico Nazionale, 2021) e Bucarest (Museo Nazionale di Storia della Romania, 2022), anch’esse dedicate all’approfondimento storico e archeologico dell’antica Dacia, territorio della romanità di frontiera e fondamentale snodo di culture fra Oriente e Occidente. L’occasione espositiva nasce per celebrare un doppio anniversario: i 15 anni dalla firma del partenariato strategico consolidato tra la Romania e l’Italia, e 150 anni dalla costituzione della prima agenzia diplomatica della Romania in Italia. Per questo motivo, l’ingresso alla mostra sarà gratuito per i cittadini della Romania e della Repubblica di Moldova.
La prima sezione della mostra è dedicata alla Dacia romana e il primo oggetto esposto non può che essere relativo alla Colonna Traiana. Sul fusto della Colonna, innalzata nel 113 d.C. nel Foro di Traiano, centocinquantacinque scene a bassorilievo narrano le due campagne daciche, vittoriosamente compiute dall’imperatore Traiano (101-106 d.C.). In mostra è presentato il calco della scena XXXII, spirale V, in cui sono scolpiti tre arcieri daci durante l’assedio da parte dei Romani. Fra i capolavori in mostra, in prestito dal Museo Nazionale di Storia della Romania, figura l’Elmo di Coţofenești, straordinario manufatto in oro, datato al IV secolo a.C., rinvenuto nel 1929 presso Bucarest. Di manifattura tracia, la sua superficie è decorata a sbalzo, con scene di sacrificio. Dal medesimo museo, previene anche la cosiddetta Testa di Peretu, parte del corredo di una tomba principesca. Dal Museo Nazionale di Storia e Archeologia di Costanza, invece, è in prestito il Serpente Glykon di Tomis, scultura in marmo, a tutto tondo, che rappresenta un demone benefico, in forma di serpente con volto semi-umanoide, invocato perché guaritore dalle epidemie. L’opera in mostra è finora l’unica rappresentazione scolpita, a noi pervenuta, di Glycon.

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