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Il «Cavaliere di spade» dai tarocchi ideati negli anni Settanta e pubblicati in edizione limitata nel 1984 da Salvador Dalí

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Il «Cavaliere di spade» dai tarocchi ideati negli anni Settanta e pubblicati in edizione limitata nel 1984 da Salvador Dalí

Quale Barocco? Come il Novecento ha metabolizzato il Sei e Settecento

La Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura, che dal 2012 conduce il Programma di Studi sull’Età e la Cultura del Barocco, ha in programma nei giorni 21, 22 e 23 maggio un convegno sulla fortuna della cultura barocca nel corso del XX secolo ricostruita attraverso studi, realizzati a partire dal 2021 in collaborazione con l’Università di Torino, di allestimenti museali, mostre, circolazione di opere sul mercato e fortuna critica degli artisti

Elisabetta Ballaira

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Dal 2012 la Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura conduce il Programma di Studi sull’Età e la Cultura del Barocco, dedicato a specifici temi storico artistici e letterari di Sei e Settecento. Entro questa cornice si colloca il progetto, in svolgimento dal 2021, intitolato «Quale Barocco? Fortuna e ricezione visiva dell’età barocca nelle collezioni e negli allestimenti dei musei europei e americani nel corso del Novecento», con la curatela scientifica di Maria Beatrice Failla, docente dell’ateneo di Torino e specialista in Museologia, storia della critica e del restauro, con cui con la Fondazione 1563 ha costruito un gruppo di lavoro permanente, formato da docenti e studiosi e dai ricercatori vincitori delle borse di ricerca messe annualmente a bando dalla stessa Fondazione. Attraverso la sottoscrizione di accordi istituzionali con l’Università degli Studi di Torino, la Fondazione 1563 ha potuto supportare la ricerca con il reclutamento in cofinanziamento di una ricercatrice presso il Dipartimento Studi Storici, Serena Quagliaroli, che ha lavorato sul progetto «Quale Barocco?» dedicandosi anche alla disseminazione e all’elaborazione degli strumenti digitali per la ricerca applicata. 

Il progetto nel suo svolgimento ha inteso affrontare il configurarsi dell’orizzonte visivo del Barocco nel corso del XX secolo, attraverso la riflessione sugli allestimenti storici dei musei, sulle mostre, sulla circolazione delle opere nei circuiti del mercato internazionale, sulla fortuna critica dei singoli artisti e negli allestimenti museali che pongono in un dialogo fecondo le opere d’arte. Uno degli obiettivi del progetto «Quale Barocco?» è stato quello di analizzare le esposizioni temporanee come strumento di lavoro e di ricerca della disciplina storico artistica, e di provare a rintracciare gli esordi della fortuna Novecentesca della cultura figurativa del Sei Settecento. Punto di partenza è stata la mostra della «Pittura Italiana del Sei e Settecento» (Firenze, Palazzo Pitti, 1922), studiata negli aspetti dell’organizzazione, dell’allestimento, della movimentazione delle opere e indagata nei retroscena critici oltre che dal punto di vista della risonanza internazionale. 

Molte le attività realizzate negli anni dal gruppo di lavoro: tra queste, particolarmente vivace e ricca di riflessioni è stata la Summer School «Officina 1922», svoltasi dal 7 al 9 giugno 2023 e organizzata dalla Fondazione 1563 con il Dipartimento Studi Storici dell’Università di Torino e la Fondazione Centro Conservazione e Restauro La Venaria, documentata dal volume Officina 1922. Una mostra alle origini della fortuna del Barocco, a cura di Maria Beatrice Failla e Serena Quagliaroli, sesto numero della collana dei Quaderni di Ricerca della Fondazione 1563, Sagep Editori 2025. Il libro raccoglie in maniera sistematica argomentazioni e riflessioni di storici dell’arte, critici, studenti e dei borsiti della Fondazione 1563, che, durante la scuola, si sono confrontati in un dialogo intergenerazionale, e indaga gli esordi della fortuna della cultura figurativa del Sei e del Settecento nel corso del XX secolo analizzando la fondamentale mostra allestita nelle sale di Palazzo Pitti nel 1922 in relazione a tutti i risvolti, dalla progettazione, all’allestimento, al catalogo, ed esaminandone gli aspetti di risonanza internazionale, i retroscena critici, gli attori principali, tra cui Ugo Ojetti, ideatore e curatore della mostra.

Nel volume gli interventi si relazionano strettamente: Marta Nezzo restituisce con vivacità la figura e il percorso professionale e critico di Ojetti e del suo Spazio Biennali dove l’intento era di non musealizzare le opere ma, attraverso le esposizioni, renderle vive e dialoganti con le nuove generazioni di artisti e studiosi; Andrea Leonardi racconta scoperte e attribuzioni attraversi i Longhi’s papers; Serena Quagliaroli descrive la genesi dei cataloghi che accompagnarono prima, durante e dopo l’esposizione del ’22, registrando arrivi, ritiri e aggiornamenti di attribuzioni e artisti; Alice Cutullè ci parla del collezionista Gino Fogolari e dei percorsi di riscoperta dell’arte del Sei e Settecento; Ilaria Serati racconta un caso studio legato alla mostra di Palazzo Pitti nel collezionismo tra Italia e Stati Uniti; Massimiliano Simone indaga le grandi esposizioni veneziane sul Settecento tra gli anni Venti e il dopoguerra, con la nascita del Museo Correr; Stefania De Blasi riporta il tema degli allestimenti d’ambientazione ad un caso piemontese, la Palazzina di Caccia di Stupinigi, che dalla Dotazione della Corona passa all’Ordine Mauriziano nel 1919 per aprirsi come museo di Arte e Ammobigliamento. Chiude il saggio di sintesi della curatrice Maria Beatrice Failla, che fa oscillare lo sguardo sulla rivalutazione del Barocco dalla mostra di Palazzo Pitti all’Europa, agli Stati Uniti; alla sua riflessione si accompagnano le analisi degli studenti del corso di laurea in storia dell’arte, che si sono applicati a smontare e rimontare l’esposizione sulle direttrici delle committenze e delle provenienze delle opere (Lorenzo Barucco, Simone Ciocchetti, Silvia Cumino, Eleonora Enria, Francesca Ghio, Carlotta Magliozzo, Enrica Marongiu, Marta Tasinato)

Gli esiti complessivi del progetto «Quale Barocco?» saranno resi pubblici con lo svolgimento, nei giorni 21, 22 e 23 maggio nell’Aula Magna di Unito della Cavallerizza e in Palazzo d’Azeglio, del convegno internazionale di studi «Fortuna del Barocco nel Novecento: aperture alla modernità, mostre, musei, collezioni, mercato, connoisseurship tra Europa e America», curato da Maria Beatrice Failla e da Serena Quagliaroli, cui seguirà la pubblicazione degli Atti. Il simposio presenterà la ricerca condotta nell’ambito del progetto, ma, soprattutto, sarà l’occasione per i borsisti della Fondazione 1563 e i numerosi esperti disciplinari, selezionati da una call aperta, di confrontarsi con nuovi apporti sulla fortuna e alla ricezione critica del Barocco nell’arco del XX e XXI secolo.

Elisabetta Ballaira, 25 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

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