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Andy Warhol, «Mao»
Andy Warhol. Dipinti
Chi l’avrebbe mai immaginato che Andy Warhol, in 15 anni, perdesse il 64%? Un ruzzolone piuttosto sorprendente per l’artista che ha battuto tutti i record diventando il più pagato del XX secolo. Il 9 maggio 2022 infatti da Christie’s a New York «Shot Sage Blue Marilyn» ha totalizzato 195 milioni di dollari, un prezzo che nemmeno Picasso aveva mai raggiunto. Eppure, la produzione media è scesa a rotta di collo. Basti pensare che un dipinto della serie «Mao» di 30,5x25,3 cm è stato venduto nel lontano 2006 da Sotheby’s a New York per 2,2 milioni di dollari. Ebbene, 18 anni dopo, il 18 ottobre 2024, Christie’s a Parigi ha liquidato un altro «Mao» equivalente per 913mila euro. Anche un simbolo americano per eccellenza come «Jackie», a dire il vero un po’ oscurato nell’era trumpiana, non se la passa troppo bene. Il 22 novembre 2024 un esemplare del 1964 dedicato alla vedova Kennedy (50,8x40,6 cm) è rimasto invenduto da Christie’s a New York nonostante una valutazione minima di 1 milione di dollari. In altri tempi avrebbe potuto superare anche i 2 milioni di dollari come il 12 ottobre 2007 da Sotheby’s a Londra quando è salita sino a 1,7 milioni di sterline (2,2 milioni di dollari).


Robert Rauschenberg, «Buffalo II», 1964
Robert Rauschenberg. Dipinti e tecniche miste
Nonostante le continue fluttuazioni, il centenario di Robert Rauschenberg si celebra in un clima di cauto ottimismo. Lo festeggia anche miart che tuttavia dimentica un altro centenario, quello di Mario Merz. I prezzi sono ancora inferiori al 2021, ma in 15 anni le performance del più ribelle tra gli artisti pop sono state eccellenti con un incremento globale del 775% (55% annuo) che lo colloca tra i migliori investimenti del periodo superando di gran lunga lo Standard & Poor 500, l’indice della Borsa americana. Il mercato rimane però estremamente altalenante con delle tecniche miste degli anni Settanta accessibili intorno ai 30mila dollari. I prezzi salgono non appena vengono proposti emblematici «Combine Painting» di grandi dimensioni: il 17 ottobre 2024 «Dell Down (Borealis)» del 1991, tecnica mista con inserimenti di rame (123x244,5 cm) è stato venduto da Christie’s a Parigi a 781mila euro. All’inizio del decennio scorso non avrebbe superato i 70mila euro. Ma i record rimangono legati ai capolavori degli anni ruggenti e spicca solitario «Buffalo II» del 1964 con in evidenza l’immagine di John Fitzgerald Kennedy aggiudicato il 15 maggio 2019 da Christie’s a New York per 88,8 milioni di dollari.


Roy Lichtenstein, «Nude with Joyous Painting», 1994
Roy Lichtenstein. Dipinti e tecniche miste
Il mercato di Roy Lichtenstein si galvanizza quando vengono proposte le opere ispirate ai fumetti o alla grafica americana degli anni Cinquanta e Sessanta. Per il resto, calma piatta e negli ultimi 15 anni i prezzi dei dipinti, nella loro globalità, sono rimasti al palo con un incremento impercettibile inferiore all’1%. Il grande salto si era avuto a cavallo del Terzo Millennio e la sua opera top «Nurse» del 1964 (121,9x121,9 cm) ha raggiunto il 9 novembre 2015 da Christie’s a New York 95,3 milioni di dollari, mentre 20 anni prima, il 2 maggio 1995, da Sotheby’s a New York si era fermata a 1,5 milioni di dollari. Di recente, le fibrillazioni sono state meno evidenti, ma il 10 luglio 2020 da Christie’s a New York «Nude with Joyous Painting», del 1994 (177,8x134,6 cm), con una caratteristica pin-up in primo piano e le note musicali sullo sfondo, si è imposto per 46,2 milioni di dollari, record per un’opera degli anni Novanta. Quando si esce dai temi classici però i rigorosi dipinti di Lichtenstein possono scendere anche al di sotto dei 500mila dollari, com’è accaduto il 4 marzo 2025 da Sotheby’s a Londra con lo «Studio» per un arazzo del 1967 (53,5x67 cm) che non ha superato le 381mila sterline (494mila dollari).

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