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Rebecca Camacho fuori dal nuovo spazio della sua omonima galleria al 526 di Washington Street a San Francisco

Foto di Paloma Camacho. Cortesia di Rebecca Camacho

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Rebecca Camacho fuori dal nuovo spazio della sua omonima galleria al 526 di Washington Street a San Francisco

Foto di Paloma Camacho. Cortesia di Rebecca Camacho

Rebecca Camacho espande la sua presenza a San Francisco

La gallerista dice che il suo nuovo spazio a Jackson Square prova che l’arte «pianta i semi per la ricrescita» nel cuore della città

 

Gabriella Angeleti

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Rebecca Camacho Presents, impresa della dealer d’arte della Bay Area Rebecca Camacho, festeggerà il suo quinto anniversario quest’autunno con un’espansione considerevole, trasferendosi dal suo spazio di 928 metri quadrati a uno di 2mila metri quadrati nel centro di San Francisco. Dealer esperta con quasi tre decenni di esperienza, Camacho ha aperto per la prima volta la sua omonima attività al 794 di Sutter Street e si trasferirà in un edificio storico più vicino al lungomare di San Francisco, al 526 di Washington Street, in Jackson Square, dove si trovano gallerie come Wendi Norris e Scott Richards Contemporary Art, entrambe aperte nella zona negli ultimi due anni. «È uno dei pochi quartieri di San Francisco in cui la gente passa ancora del tempo», spiega Camacho. «Siamo al punto di incontro tra il Financial District, Chinatown e North Beach, e siamo raggiungibili a piedi dall’Embarcadero, quindi c'è un’attrazione che va oltre le persone che vivono o lavorano nella zona».
Il prossimo spazio si trova in un edificio risalente agli anni ’50 del XIX secolo, costruito sul litorale originale di San Francisco, prima che venisse ampliato con una discarica. Sono rimaste alcune delle caratteristiche originali, come la facciata in mattoni e alcuni pilastri ricavati dagli alberi delle navi.

«È importante che gli artisti entrino nello spazio e immaginino cosa significhi lavorare a San Francisco, rispetto a luoghi come New York o Los Angeles», afferma Camacho. «Poiché molti degli artisti con cui lavoro collaborano con altre gallerie, voglio che questo spazio li faccia riflettere su cosa significhi lavorare in questa comunità». Prima di aprire Rebecca Camacho Presents, Camacho è stata responsabile dei progetti di arte pubblica della San Francisco Arts Commission e in precedenza è stata direttrice della Anthony Meier Gallery dal 1998 al 2018. Passando da uno spazio di prim’ordine, Camacho ha spostato la sua attenzione sul programma di artisti emergenti della Regione. «Anche se il funzionamento interno di ogni galleria è molto simile, e il lavoro che sto facendo ora è lo stesso che ho sempre fatto, il mio obiettivo è cambiato radicalmente», afferma Camacho. Per quanto riguarda il suo approccio come gallerista, aggiunge di voler «aiutare gli artisti a costruire dei trampolini di lancio» e di essere stata «incredibilmente fortunata in questo processo». Ha infatti inaugurato il suo spazio nel 2019 con una mostra dell’artista di Oakland Sahar Khoury, presente nella Bay Area dalla metà degli anni Novanta ma senza rappresentanza in galleria. Più tardi, nello stesso anno, Khoury ha ricevuto il SECA Art Award e ha esposto al SFMoMA.

«Lavori notturni» (2024) di Anne Buckwalter. Cortesia dell’artista e di Rebecca Camacho Presents

Da allora è entrata a far parte della galleria Canada di New York, ha avuto lavori acquisiti dal Fine Arts Museums di San Francisco e attualmente ha una mostra personale itinerante organizzata dal Wexner Center for the Arts. Camacho ha iniziato a creare un roster permanente circa tre anni dopo l’apertura della galleria, arruolando Khoury (che a settembre presenterà una personale con Camacho all’Armory Show) e altri artisti come Max Jansons, che ha ottenuto una rappresentanza presso la Harper’s Gallery e ha esposto alla Louise Alexander Gallery. Anche alcuni artisti che si sono aggiunti più tardi, come Ektor Garcia, entrato nel 2022, hanno avuto un’ascesa fulminea (lui, ad esempio, ha partecipato alla Biennale di Whitney del 2024). Altri non sono entrati a far parte del roster ma hanno ottenuto un successo tangibile, come Leilah Babirye, che attualmente ha una mostra personale al de Young Museum. «Il lungo arco di confronto con un artista, nel corso della sua carriera, è qualcosa di importante per me», dice Camacho. «Voglio creare e cogliere le opportunità per loro». E aggiunge che il rapporto tra artista e dealer dovrebbe essere simile a un «matrimonio».

«Una volta che siamo arrivati a questo punto e abbiamo preso questo impegno, ci possono essere alti e bassi, ma c'è anche onestà e fiducia», dice Camacho. «Non tutti hanno la stessa definizione di successo. Alcuni vogliono rappresentanze, vendite, mostre nei musei e riconoscimenti curatoriali, ma altri vogliono qualcos’altro. Non c’è una traiettoria standard». Camacho inaugurerà il nuovo spazio a settembre con una mostra di Ann Buckwalter intitolata «I Will Clean the Closet, I Will Climb the Stairs». A novembre presenterà una mostra di Andy Mister nello spazio principale e di Maryam Yousif nella project room, in concomitanza con la prima mostra personale di quest’ultima all’Institute of Contemporary Art di San Francisco. Il centro di San Francisco ha faticato a riprendersi dalla pandemia di Covid-19 e l’area è in prima linea nella crisi dei senzatetto della California, anche se Camacho sostiene che, se è indubbio che il commercio è rallentato, lo stesso non vale per il settore artistico. Negli ultimi due anni, diverse gallerie hanno deciso di aprire spazi commerciali in tutta la città, come COL in Ghirardelli Square, Jonathan Carver Moore in Market Street e House of Seiko nella Mission, tutte inaugurate nel 2023. «È innegabile che l’economia della vita a San Francisco sia cambiata e che sia insostenibile per molti artisti e per chiunque non abbia una soglia a sei cifre»,  afferma Camacho. «Ma non è una spirale negativa. La comunità artistica è essenziale perché pianta i semi per la ricrescita. Almeno qui, siamo tutti barche che salgono o scendono insieme».

Gabriella Angeleti, 08 luglio 2024 | © Riproduzione riservata

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Rebecca Camacho espande la sua presenza a San Francisco | Gabriella Angeleti

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