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Elisa Carollo

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Lo stand della galleria Hauser & Wirth ad Art Basel Miami Beach. Cortesia di Hauser & Wirth

Se questa Art Basel Miami Beach (dal 6 all’ 8 dicembre) è stata meno attiva in termini di party ed eventi, non lo è stata di certo in termini di vendite, numerose fin dalle prime ore di apertura. Alla chiusura domenicale diverse gallerie potevano vantare il sold out in una art week che ha saputo offrire segnali positivi di una possibile ripresa dopo un periodo «buio e nervoso», come l’ha definito Marc Payot, co-presidente di Hauser e Wirth. Fra le opere più costose, esposte nelle 286 gallerie, un Picasso sui toni del grigio offerto da Acquavella a 30 milioni di dollari, un Gerhard Richter da 27 milioni da Helly Nahmad Gallery e una grande serigrafia di Andy Warhol dedicata a Ethel Scull, non uno dei soggetti più noti, da Gagosian a 10 milioni. Pezzi museali si trovavano nello stand di Hauser and Wirth, come un’ampia tela di Philip Guston da 6,5 milioni di dollari e un’opera di David Hammons venduta il primo giorno per 4,5 milioni. Da Pace troneggiava uno splendido dipinto di Joan Mitchell da 9,5 milioni. In fiera spiccavano inoltre, per numero e qualità, opere di Keith Haring e Tom Wesselmann, complice il rinnovato interesse di cui entrambi sono protagonisti tra aste e mostre. Gladstone Gallery vendeva una tela di Haring del 1984 per 2 milioni di dollari insieme a opere di Wangechi Mutu (750mila dollari) e due dipinti di Alex Katz con prezzi compresi tra 100 e 750mila dollari. Dopo l’ottimo risultato di Elizabeth Peyton (2,3 milioni di dollari) all’asta di novembre di Phillips, la galleria vendeva un dipinto dell’artista per 700mila dollari e diverse opere su carta con prezzi compresi tra 80 e 225mila dollari oltre a un David Salle, due Ugo Rondinone e due edizioni di una fotografia di Robert Mapplethorpe del 1977 per 200mila dollari ciascuna.

Lo stand della galleria Gagosian ad Art Basel Miami Beach. Cortesia di Gagosian

A seguito dell’euforica apertura, la nuova direttrice Bridget Finn commentava: «La fiera ha avuto un inizio fantastico, con i nostri espositori che hanno registrato forti vendite e collocazioni in collezioni private e istituzionali di prim’ordine, dai segmenti multimilionari a quelli emergenti. In tutti i settori le gallerie hanno presentato opere davvero rare, ambiziose e, in alcuni casi, che definiscono la loro carriera, di cui sono estremamente orgogliosa». Per l’ultra contemporaneo, Pace Gallery piazzava già in preview un’opera di Li Hei Di per 68mila dollari, un lavoro del cubano Alejandro Piñeiro Bello per 75mila dollari, un dipinto di Kylie Manning per 110mila dollari e una nuova scultura di Genesis Belanger per 25mila dollari. Anche Hauser & Wirth, oltre al già citato Hammons, vendeva nella prima giornata un George Condo a 2,5 milioni di dollari e due dipinti di Ed Clark a 1,4 milioni di dollari e 1 milione. Sul fronte più attuale, invece, un’opera da 500mila dollari di Jeffrey Gibson, un dipinto di Michaela Yearwood-Dan per 150mila dollari, uno di Ambera Wellmann per 80mila e una tela di Firelei Báez per 375mila. Anche opere di Camille Henrot, Nairy Baghramian, Catherine Goodman, Allison Katz e María Berrío trovavano da subito acquirenti. Tra gli affari conclusi da David Zwirner, si registravano un dipinto di Yayoi Kusama a 3,5 milioni di dollari, un raro Noah Davis del 2008 a 2 milioni, due nuove tele di Lisa Yuskavage a 600mila e 1,4 milioni di dollari e due recenti di Elizabeth Peyton a 900mila e 1,1 milioni di dollari. La galleria cedeva inoltre due dipinti di Josef Albers a 600mila e 800mila dollari, diverse opere di Raymond Pettibon, tra i 100 e i 450mila dollari, una nuova di Oscar Murillo a 400mila dollari e una di Katherine Bernhardt a 180mila dollari, oltre a diverse carte e stampe di Peyton, Marlene Dumas e Cy Twombly. Larry Gagosian confermava alla stampa l’appetito per le grandi opere e l’apparente ripresa del mercato. La sua mega galleria piazzava in preview una grande opera di Maurizio Cattelan, «Meat», oltre a Roy Lichtenstein, Richard Prince, Ed Ruscha, Jenny Saville, un Jeff Koons direttamente dallo studio dell’artista e dipinti di Jadé Fadojutimi, la cui mostra è da tempo sold out a New York.

Lo stand della galleria Mazzoleni ad Art Basel Miami Beach. Cortesia di Mazzoleni, London - Torino. Foto di Mark Blower

Erano soddisfatti da Lehmann Maupin. «Al termine della settimana, Art Basel Miami Beach si è dimostrata una delle fiere più importanti, sia per noi che per i nostri artisti. Abbiamo registrato forti vendite durante tutta la settimana, piazzando oltre 25 opere in totale, di cui oltre 15 a sei cifre», ha commentato il co-fondatore David Lehman. Fra le vendite, un’opera di Liza Lou con prezzo fra i 225 e i 250mila dollari (un’installazione permanente dell’artista è stata recentemente inaugurata al Brooklyn Museum), una di Calida Rawles (150-200mila dollari), che in concomitanza alla fiera aveva inaugurato la sua prima mostra personale istituzionale al Pérez Art Museum Miami, e un’opera da 190mila dollari di Lee Bul. Venduti il primo giorno anche un nuovo lavoro di collage di seta di Billie Zangewa per 110-120mila dollari, un dipinto di Marilyn Minter a un collezionista canadese per 200mila, un assemblage di Nari Ward da 125mila dollari e un nuovo dipinto dell’astro nascente vietnamita Tammy Nguyen a 90mila dollari. Da Almine Rech il managing partner Paul de Froment commentava molto positivamente l’andamento della kermesse: «Art Basel Miami di quest’anno è stata fantastica. Abbiamo avuto l’opportunità di entrare in contatto con molti incredibili collezionisti, sia locali che di tutto il mondo, e siamo stati gratificati dalle forti vendite registrate in tutto il nostro programma, dagli artisti affermati a quelli emergenti». La galleria ha venduto opere di Alejandro Cardenas, Daniel Gibson, Keita Morimoto, Sylvia Ong, Nathaniel Mary Quinn, Tom Wesselmann, Zio Ziegler, Carlos Jacanamijoy e Larry Poons con prezzi fino ai 200mila dollari.

Una veduta della fiera Nada a Miami. Foto di Matt Borkowski BFA

Anche a Nada, fiera nota per le scoperte di nuovi talenti, vari stand erano sold out già nella giornata di apertura del 3 dicembre. Fra questi, Margot Samel, che vendeva 11 dipinti di Cathleen Clarke con prezzi compresi tra i 9 e 20mila dollari e quattro sculture di Diana Sofia Lozano con prezzi compresi tra 5.800 e 6.500 dollari. Non lontana dal sold out era anche Swivel Gallery, dove trovavano acquirenti due ceramiche dell’artista messicano Alejandro García Contreras (10 e 15mila dollari) insieme a opere di NH DePass, Eric Oglander, Lujan Perez e Joseph Cochran e Simon Benjamin. La giovane gallerista italiana, con base a Londra, Alice Amati, a Nada debuttava alla grande: cedute 11 opere su 13 dei tre autori presentati, Paul Robas, Danielle Fretwell e Annabelle Agbo Godeau, con un range di prezzi dai 4 ai 10mila dollari

Di Italiani ad Untitled c'erano invece The Flat Massimo Carasi, Studio G7 di Bologna, Ronchini e Secci Gallery che tornava anche quest’anno con soddisfazione, vendendo nella prima giornata varie opere di Levi Van Veluw e Kevin Francis Gray. Da The Flat Massimo Carasi pressoché sold out per le opere di Paolo Cavinato vendute a collezionisti americani e del Sud America, con grande interesse per Hiva Alizadeh di cui era stata ceduta un’opera in preview (come anche i funghi di Stefano Caimi disseminati nello stand e acquistati soprattutto da giovani collezionisti). Debuttavano in questa fiera due nuove gallerie milanesi: Plan X e L.U.P.O. Lorenzelli Projects. Il fondatore Massimiliano Lorenzelli spegava a «Il Giornale dell’Arte»: «Essere stati parte di Untitled a Miami, come unica galleria italiana nella sezione Nest dedicata agli artisti emergenti, ha rappresentato un momento fondamentale per L.U.P.O. Lorenzelli Projects. Il grande interesse dimostrato dal pubblico americano nei confronti dei nostri due artisti, Giuseppe Mulas e Seong Jin Jeong, è stato estremamente gratificante». Nelle fiere era attivi soprattutto acquirenti del Sud America, come confermava Nicolò Cardi di Cardi Gallery

Nello stand passavano di mano opere di Roberto Matta, Alberto Biasi, Jannis Kounellis e diversi Davide Balliano. Stessa impressione era condivisa da Galleria Continua che cedeva opere di Carlos Cruz-Diez (695mila dollari), Ai Weiwei (300mila dollari), Michelangelo Pistoletto (200mila dollari), Yoan Capote (175mila dollari), Eva Jospin (80mila dollari) e Loris Cecchini (50mila dollari). A Miami erano tanti gli espositori italiani, a partire da Art Basel dove insieme a quelle sopra citate esponevano anche Lia Rumma, Tornabuoni e Mazzoleni, quest’ultima con una curata presentazione transgenerazionale. La galleria ha riportato vendite e grande interesse per le opere di Marinella Senatore, come poi per Mel Bochner, John Baldessari eSalvo. Tornabuoni vantava invece la vendita di «Aerei» di Boetti nel range tra 350 e 400mila dollari e un enorme Alberto Biasi per 120mila. Nell’ampio stand di MassimoDeCarlo si sono invece ceduti lavori di Aaron Garber-Maikovska, Austyn Weiner,Hannah Levy, Jenna Gribbon, Jonathan Gardner, Lily Stockman, Ludovic Nkoth, Paola Pivi, Shannon Cartier Lucy, Stephanie Temma Hier, Xiyao Wang, Yan Pei-Ming con prezzi fino a 270mila euro

Art Basel Miami Beach e le altre esposizioni collaterali hanno quindi permesso a molti dealer di chiudere l’anno con una nota positiva, dando speranza per una piena ripresa nella prossima stagione, soprattutto per il mercato americano. I collezionisti e i galleristi sembravano piuttosto ottimisti dopo le elezioni americane e fiduciosi per le prospettive dell’anno a venire.

 

Lo stand di L.U.P.O. Lorenzelli Projects alla fiera fiera Untitled di Miami. Foto di Francesca Boffetti

Elisa Carollo, 09 dicembre 2024 | © Riproduzione riservata

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Segnali di ripresa ad Art Basel Miami Beach | Elisa Carollo

Segnali di ripresa ad Art Basel Miami Beach | Elisa Carollo