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Lygia Pape, «Divisor», 1968

© Projeto Lygia Pape. Courtesy of Projeto Lygia Pape

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Lygia Pape, «Divisor», 1968

© Projeto Lygia Pape. Courtesy of Projeto Lygia Pape

Sensibile, organica e partecipativa: Lygia Pape

In attesa della grande mostra sul Minimalismo, alla Bourse de Commerce-Pinault Collection la prima personale in Francia dell’artista brasiliana 

Dal 10 settembre al 26 gennaio 2026 la Bourse de Commerce-Pinault Collection ospita la prima personale in Francia dedicata a Lygia Pape, figura chiave dell’avanguardia brasiliana del dopoguerra. Curata da Emma Lavigne, direttrice della Collection Pinault, la rassegna «Tisser l’espace» (galleria 2) fa da preludio alla grande mostra «Minimal», dedicata all’arte minimalista e in programma alla Bourse de Commerce dall’8 ottobre al 18 febbraio 2026. Lygia Pape (1927-2004), nata a Nova Friburgo, in Brasile, rifiutò l’astrazione puramente razionale e, nel 1959, insieme a Lygia Clark e Hélio Oiticica, firmò il Manifesto Neoconcreto, rivendicando una visione sensibile, organica e partecipativa dell’arte. 

In Pape l’arte non è mai oggetto statico, ma relazione, spazio, corpo, rito. Sin dai lavori degli anni Cinquanta, l’artista ha voluto superare l’arte come oggetto per trasformarla in esperienza fisica e collettiva, in cui lo spettatore diventa parte dell’opera e ne completa il senso. Lavoro emblematico di questa ricerca sulla tridimensionalità, intorno alla quale ruota la mostra parigina, è l’installazione «Ttéia 1, C» (2001-07), neologismo che, ispirandosi al portoghese arcaico, indica la «ragnatela», riferimento esplicito al «tessere» relazioni, reti, spazi condivisi. Si tratta di un reticolo di fili di rame che, attraversando lo spazio, crea un ambiente immersivo in cui luce e movimento modificano la percezione dello spettatore a seconda del punto di vista. Con «Ttéia 1, C», vero e proprio intreccio di luce e materia, Lygia Pape reinventa la nozione stessa di scultura. L’artista brasiliana «ha spesso considerato la topografia e il tessuto urbano di Rio de Janeiro come l’officina all’interno della quale possono essere intrecciate nuove relazioni sociali, dove possono verificarsi geometrie sensibili, ha scritto Emma Lavigne in una nota. Percorrendo le favelas e la foresta di Tijuca, disegna linee che rappresentano orizzonti e al tempo stesso legami: collegano gli individui e inventano uno spazio dove non c’è più né interno né esterno, ma un piano continuo». 

La mostra presenta una selezione di opere che attraversa tutta la carriera dell’artista, che utilizzò diversi strumenti espressivi, dalle incisioni alle grandi installazioni come «Livro Noite e Dia III» (1963-76) e ai film sperimentali. È allestita anche una selezione delle prime xilografie, le «Tecelares» (tessiture), che mostrano già l’idea di «trama», di «intreccio» e furono oggetto di continue rielaborazioni. A partire dagli anni Sessanta, sotto la dittatura militare brasiliana, Pape sviluppò una pratica radicale e impegnata, dove l’arte diventava veicolo di critica sociale, introducendo nella sua pratica il corpo e lo spazio urbano. 

La celebre performance «Divisor» (1968) sarà riproposta a settembre nelle strade di Parigi, nell’ambito del Festival d’Automne: decine di persone camminano insieme sotto un grande telo bianco traforato, metafora del «tessuto sociale», creando un corpo collettivo. Un gesto poetico ma potente, simbolo dell’unità degli uomini contro ogni distinzione sociale, nato nel Brasile attraversato dalla dittatura. Nel 1981 Lygia Pape ricevette una borsa di ricerca Guggenheim, segno del crescente riconoscimento internazionale. Poi negli anni Duemila, le sue opere vennero esposte nei maggiori musei del mondo, dal MoMA di New York al Reina Sofía di Madrid, fino alla Biennale di Venezia del 2003. 

Luana De Micco, 05 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

Sensibile, organica e partecipativa: Lygia Pape | Luana De Micco

Sensibile, organica e partecipativa: Lygia Pape | Luana De Micco