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Graziella Melania Geraci
Leggi i suoi articoli«Pompei oltre le mura. Le ville romane di Terzigno all’ombra del Vesuvio» è la mostra permanente aperta nel Museo Archeologico Territoriale di Terzigno (Matt) che presenta finalmente alcuni dei reperti recuperati dalla ex Cava Ranieri. La storia dei ritrovamenti è legata all'attività estrattiva della cava (interrotta solo nel 1994) che, portando alla luce alcuni elementi murari, li danneggiò parzialmente. La stessa area archeologica fu incredibilmente scelta nel 2000 quale sito provvisorio di stoccaggio di rifiuti, nonostante si trovasse nel Parco Nazionale del Vesuvio e fosse sotto vincolo dal 1995.
La Soprintendenza dell'epoca fece causa al Comune, ma la bonifica delle 21mila tonnellate di rifiuti indifferenziati è stata completata solo lo scorso marzo. Per le ville, attualmente ricoperte a tutela dell'integrità, e per tutta la zona interessata, si prospetta l'istituzione di un parco archeologico geologico naturalistico in accordo con il Parco Archeologico di Pompei, con il Comune di Terzigno e con l'Ente Parco Nazionale del Vesuvio.
Le scoperte legate alle ville hanno rivelato la modalità di produzione agricola del territorio dedita alla coltivazione e alla lavorazione dell'uva in ambienti separati
da quelli patronali, in vere e proprie fattorie. Si ipotizza un nuovo scavo per la Villa 1, di cui si è scoperta solo la parte rustica con una cella vinaria dotata di ben 42 dolia (grandi contenitori in terracotta), a testimonianza dell'importanza economica del sito.
Cinque gli scheletri ritrovati tra la Villa 2 e la 6, tra cui quello di una giovane donna adorna di gioielli, gli stessi che sono ora nella mostra «Pompei e
Santorini: l'eternità in un giorno» alle Scuderie del Quirinale (cfr. n. 401, ott. '19, p. 20). Al Matt sono esposti solo alcuni degli oggetti di riferimento della vocazione rurale delle ville di Terzigno e degli apparati decorativi parietali, collezione un po’ esigua che tuttavia attende di essere arricchita dal ritorno in sede dei gioielli e del larario in mostra a Roma e degli argenti, tra cui una situla e una coppa, esposti all'Ashmolean di Oxford per la mostra «Last supper in Pompeii».
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