Lewis Bush
Leggi i suoi articoliVenerdì 25 febbraio, l’ex presidente ucraino Petro Poroshenko ha twittato sul suo account ufficiale una foto in cui sosteneva di essere il Fantasma di Kiev. L’immagine mostrava un pilota nella cabina di pilotaggio di un caccia MiG-29 con il casco con la visiera abbassata a nascondere il viso e il pollice alzato verso la telecamera.
Il 27 febbraio, sull’account ufficiale del Governo ucraino è seguito un video che omaggiava il pilota Fantasma. Il video accuratamente modificato, con un sottofondo scricchiolante, mostrava l’anonimo pilota abbattere sei aerei militari russi, affermando che l’episodio era avvenuto nelle prime 30 ore dall’invasione.
Anche se il video fa rapidamente e senza troppa enfasi presente che gli exploit del pilota fantasma non sono stati verificati, il messaggio primario resta chiaro: «Gli ucraini sono grati a questo eroe dall’incredibile coraggio che fa colazione con gli aerei russi».
Poco dopo, il ministero della Difesa ucraino è intervenuto salutando: «Il vendicatore dell’aria sul MiG-29, così spesso avvistato dai cittadini di Kiev». Nel fine settimana, questo e altri filmati del pilota Fantasma hanno accumulato milioni di visualizzazioni e centinaia di migliaia di condivisioni.
Ma il pilota Fantasma esiste davvero? E se esiste, le sue gesta eroiche sono reali? L’immagine condivisa da Poroshenko sembra presa da un articolo del 2019 sui piloti ucraini che testano nuovi caschi, mentre uno dei video più condivisi proverrebbe da un popolare gioco di simulazione di volo.
Nel 2013, pochi mesi prima dell’invasione russa della Crimea, il sottoscritto ha creato una serie fotografica sull’invasione immaginaria di un Paese dell’Europa orientale da parte della Russia: tutte le immagini sono state tratte da un videogioco.
Il progetto aveva lo scopo di esplorare il funzionamento delle fake news: quando l’ho mostrato a un collega, un fotografo esperto di conflitti, ha pensato si trattasse di fotografie reali scattate in una zona di guerra. Ho dovuto accantonare il progetto: non era in grado di criticare la disinformazione, anzi, potenzialmente si aggiungeva a essa.
È stata una lezione importante. Non tutti gli esempi di disinformazione sono opera di attori maligni o troll. Spesso le persone cercano semplicemente una storia coinvolgente da condividere con i follower.
Diffondere fotografie e storie false rende difficile trovare e condividere fotografie e video di eventi importanti e verificabili. Anche in tempi normali, i social media sono costantemente inondati di storie spurie e di immagini erroneamente attribuite a un fatto. Ma durante un conflitto come quello in Ucraina, la quantità e le implicazioni della disinformazione aumentano a dismisura.
Per chi osserva è una grande sfida, le immagini vanno verificate, altrimenti è un disservizio per il popolo ucraino. Ecco sette modi per verificare ciò che si sta guardando:
1. Troppo bello per essere vero
Cercare conferme a ciò in cui crediamo è una tendenza molto umana, ma il cosiddetto bias di conferma può anche giocare contro l’affidabilità delle informazioni online, specialmente durante un conflitto. Storie come il fantasma di Kiev fanno leva su ciò in cui molti di noi vogliono credere: coraggiosi difensori ucraini che combattono valorosamente contro probabilità schiaccianti. Il desiderio di credere ci rende però vulnerabili a una condivisione del materiale fatta senza metterne in discussione la veridicità. Il fantasma di Kiev potrebbe anche esistere, ma fotografie e video erroneamente attribuiti a lui non ne dimostrano l’esistenza. I contenuti troppo aderenti alle proprie convinzioni, potrebbero essere confezionati ad hoc.
2. Fidati del tuo istinto e osserva più da vicino in caso di dubbio
Concentrati sugli elementi lontani dal soggetto principale. Analizza se sullo sfondo o ai bordi dell’inquadratura ci sono elementi che contraddicono ciò che la fotografia o il video affermano di mostrare. Spesso piccoli dettagli rivelano che il documento non è ciò che sembra. In uno dei video del Fantasma di Kiev più condivisi, dove ci sono pochi elementi da valutare, possiamo tuttavia mettere in discussione alcuni dettagli. La forma dell’aereo, che nel filmato sembra un MiG-29, uno dei due caccia utilizzati dall’Ucraina. Ma, volendo fare un esempio di disinformazione, sono circolati filmati in cui appariva un hardware militare che non era mai stato utilizzato nel Paese a cui il filmato era attribuito. Un’altra caratteristica da vagliare nel video in questione sono gli alberi spogli in primo piano, i rami sono irrealisticamente spigolosi. Elementi come questo devono invitare alla cautela e a una più attenta osservazione dei dettagli stessi. Questo segmento di video è stato prodotto in DCS, un popolare gioco di simulazione di volo, ed è stato originariamente pubblicato su YouTube come tributo al Fantasma di Kiev, prima di essere riproposto e fatto circolare online come filmato autentico. Il filmato è sottotitolato erroneamente apposta, il che dimostra che è stato prodotto e non girato.
3. Eseguire una ricerca inversa delle immagini
È un modo per individuare altri usi online della stessa immagine. Può essere fatto tramite la ricerca immagini di Google o sul il motore di ricerca russo Yandex. Sono disponibili anche plug-in per browser come Firefox. Se dalla ricerca emerge che l’immagine è stata utilizzata altrove, allora bisogna osservare com’è stata utilizzata? Non è raro trovare «immagini di guerra» prelevate da siti di giochi o film d’azione o scattate durante un altro conflitto. Tre delle fotografie del fantasma di Kiev che circolano online, compresa quella postata da Poroshenko, sembrano provenire da un articolo del 2019 sui piloti ucraini che testano nuovi caschi. Sebbene non si possa escludere che il pilota che ha testato i caschi sia il pilota Fantasma, sembra tuttavia improbabile.
4. Cercare segni di manipolazione
Ci sono elementi che suggeriscono una manomissione attraverso un software di manipolazione delle immagini? Accanto al filmato del fantasma di Kiev in volo è iniziata a circolare la fotografia di un giovane in tuta da combattimento la cui identità coinciderebbe con quella del famoso pilota fantasma. Un’ispezione ravvicinata mostra però linee frastagliate non naturali sul collo, segno che la testa è ritagliata da un’altra fotografia e sovrapposta con un software di post-produzione. Facendo una ricerca inversa dell’immagine del viso sovrapposto, il corpo apparterrebbe a un uomo più anziano, il volto a un avvocato argentino di nome Pablo Abdon Torres, che sembrerebbe essere consapevole dell’apparente uso improprio della sua immagine, avendo chiamato il proprio account Twitter «Il Fantasma di Kiev». È anche rintracciabile lo sfondo del ritratto del Fantasma di Kiev, preso da una fotografia di un soldato ucraino deceduto, Vitaliy Skakun Volodymyrovych, che alcune fonti riferiscono essere morto mentre faceva esplodere un ponte per contrastare l’avanzata russa.
5. Individuare nomi o termini chiave nel testo di accompagnamento dell’immagine
La ricerca in Google attraverso l’inserimento del termine di ricerca tra virgolette, ad esempio «nome cognome», restituiranno corrispondenze esatte, utili quando si cercano nomi. Nell’esempio del Fantasma di Kiev, «Vladmir Abdonov», è stato spesso citato online come il vero nome del pilota in questione. Cercando questo nome si ottengono solo otto risultati, tutti riferiti alla leggenda del Fantasma dell’Ucraina, nessuno più vecchio di pochi giorni. È possibile, ma improbabile, che il pilota non sia presente online. Un elemento importante da considerare in ogni conflitto è il linguaggio. L’Ucraina ha una moltitudine di lingue parlate e utilizza principalmente due alfabeti: cirillico e latino. Ciò si traduce in due possibili ortografie dei nomi: russo e ucraino. Google Translate può essere utile e tradurre interi siti web, ma non potrà mai sostituirsi al parlare effettivamente la lingua.
6. Attenzione alle immagini e ai video di bassa qualità
Esiste la tendenza a credere istintivamente ai materiale di bassa qualità, per i quali è più difficile giudicare ciò che si vede. La serie di immagini che il sottoscritto ha realizzato sull’invasione russa di un Paese immaginario dell’Europa orientale, è stata prodotta utilizzando un videogioco. Ha ingannato chiunque le abbia viste.
7. Seguire e sostenere il lavoro degli Enti di fatto
Esistono organizzazioni affidabili che stanno lavorando per smascherare la disinformazione online. Forniscono un importante servizio pubblico, e si può imparare molto dalle loro spiegazioni su esempi specifici. Tra le organizzazione da seguire: l’olandese Bellingcat, il British Center for Information Resilience, e il Kyiv Independent in Ucraina
Lewis Bush è un fotografo, ricercatore e accademico. È docente del corso MA Photojournalism and Documentary Photography al London College of Communication, University of the Arts, Londra, e studente di dottorato presso la London School of Economics, dipartimento di Media e Comunicazione, dove si sta occupando della ricerca sull’impatto dell’intelligenza artificiale sul fotogiornalismo.
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