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Riccardo Deni
Leggi i suoi articoliIn un panorama globale che premia sempre più la qualità e l’unicità delle opere in vendita, l’asta di arte moderna dell’Asia meridionale tenutasi da Sotheby’s a Londra ha segnato un risultato eccezionale, superando ogni aspettativa. Con un totale di 18,94 milioni di sterline (25,5 milioni di dollari), la vendita ha quintuplicato la stima minima pre-vendita fissata a 3,7 milioni di sterline. Ma al di là del dato economico, è il segnale di un rinnovato interesse internazionale per l’arte indiana del secondo Novecento a rendere questa sessione particolarmente significativa. Tutti i 54 lotti sono stati venduti con un sorprendente 94% delle opere che ha superato la stima massima. Un successo trainato non solo da nomi storici come Francis Newton Souza e Maqbool Fida Husain, ma da una proposta corale che ha attirato una partecipazione globale, con collezionisti attivi dall’India, dall’Asia, dal Nord America e dal Medio Oriente. Degno di nota che quasi un terzo degli acquirenti era alla prima esperienza in asta con Sotheby’s.
A dominare la scena è stato Francis Newton Souza, autentico protagonista della serata con cinque opere in catalogo e due nuovi record battuti a distanza di poche decine di minuti l’uno dall’altro. «Houses in Hampstead», top lot dell’asta, è stato venduto per 5,65 milioni di sterline (7,57 milioni di dollari), oltre sette volte la sua stima minima, segnando un nuovo picco in asta per l’artista (il precedente era fermo a 4,9 milioni di dollari). Subito dopo, «Emperor» ha sfiorato i 5,1 milioni di sterline, forte della concorrenza di nove bidder e di una stima iniziale che si fermava a un milione. Il totale raccolto dalle cinque opere di Souza – 10,93 milioni di sterline – ha rappresentato oltre metà del risultato complessivo della vendita.
Francis Newton Souza, Houses in Hampstead. Venduto a 5,65 milioni di sterline
. Vasudeo S. Gaitonde, Untitled. Venduto a 480 mila sterline
Solida anche la performance di Maqbool Fida Husain, con sei lavori capaci di raccogliere oltre 2,8 milioni di sterline, contro una stima minima complessiva di poco superiore al mezzo milione. Spiccano «Chittore Fort», battuto per oltre 1 milione di sterline, e un «Untitled (Beads)», aggiudicato per nove volte la sua stima (381 mila sterline). In questo contesto, l’arte di Husain, che solo raramente appare sul mercato internazionale, ha ritrovato un posizionamento di primo piano, confermando la centralità dell'artista all'interno del modernismo sudasiatico.
Ma il fascino dell’asta non si è esaurito nei grandi nomi. «Untitled» di Vasudeo S. Gaitonde, al debutto in asta, ha moltiplicato di dieci volte la sua valutazione iniziale, superando i 480 mila sterline. Bene anche «Shanti La Paix» di Sayed Haider Raza, proveniente da una collezione francese dove era rimasto custodito per oltre vent’anni, che ha raggiunto 1,1 milioni di sterline. Altri momenti significativi: «The Dream Conversation» di Ganesh Pyne – nuova vetta d’asta per l’artista – battuto a 635 mila sterline, «Untitled» di Jagdish Swaminathan salito oltre le 330 mila, e «Orange Vendor» di Narayan Shridhar Bendre, che ha più che quadruplicato la sua stima minima.
Sette in totale i record d’asta stabiliti, tra cui quelli di Kalidas Karmakar, Laxman Shrestha, Laxman Pai, Shahid Kabir e Adeela Suleman. In un mercato sempre più selettivo, ma ancora capace di premiare opere fresche e raramente viste, la vendita londinese ha confermato la vitalità del modernismo indiano agli occhi di una platea collezionistica sempre più globale. Un risultato che rafforza ulteriormente la traiettoria già tracciata a marzo con la vendita newyorkese di Sotheby’s dedicata alla stessa area geografica, chiusa a 16,8 milioni di dollari: più del triplo della stima minima e con un 84% di opere vendute oltre la stima massima.
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