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Margherita Panaciciu
Leggi i suoi articoliCosa succede quando una delle città più dinamiche della Cina incontra il cuore creativo di Milano? Nasce «Shanghai in My Mind – Milan Station», una mostra che racconta Shanghai attraverso l’arte contemporanea, portando in scena alla Rotonda della Besana un caleidoscopio di opere, culture e visioni. L’appuntamento, gratuito e aperto al pubblico, si è svolto il 7 e l’8 giugno, trasformando lo storico complesso milanese in un autentico salotto culturale dedicato alla metropoli cinese. L’iniziativa, che celebra i 55 anni di relazioni diplomatiche tra Italia e Cina e i 50 con l’Unione Europea, fa parte del tour internazionale Shanghai in My Mind e dell’evento urbano Amazing Shanghai. L’obiettivo? Promuovere il dialogo tra culture attraverso il linguaggio universale dell’arte. «Dopo il debutto a Copenaghen nel 2023, il progetto Shanghai in My Mind ha già raccolto una collezione significativa di opere che mettono in dialogo culture e sensibilità differenti, legate da un comune interesse verso la città di Shanghai e ciò che rappresenta come simbolo di trasformazione, incontro e visione del futuro», si legge nel comunicato ufficiale della rassegna.
In mostra, oltre 40 opere originali di artisti provenienti da tutto il mondo – dalla Cina alla Nuova Zelanda, passando per Italia, Francia, Giappone e Stati Uniti – che reinterpretano Shanghai con tecniche e sensibilità diverse: pittura, fotografia, installazioni, media digitali e collage diventano strumenti per esplorare una città dalle mille identità, sospesa tra tradizione e futuro. Tra i protagonisti spicca l’italiano Orlando Daga, con «Shanghai in my dreams», installazione che richiama le finestre circolari della tradizione cinese e riflette sul legame tra individuo e collettività. Il neozelandese Matt Wells, guru del character design, porta invece «Shanghai Doodles», una coloratissima esplosione pop che fonde icone manga e skyline shanghainese. Il designer giapponese Yoshiaki Osada celebra la tolleranza culturale della città con un’opera materica e vibrante, mentre il cinese Frank Chai trasforma la magnolia – fiore simbolo di Shanghai – in metafora di una vitalità urbana senza fine.
Il pubblico è stato coinvolto in attività creative, tra poster «blind box» e laboratori di timbri, un’esperienza immersiva adatta a tutte le età. Il programma Shanghai Let’s Meet ha portato l’energia della città asiatica nel cuore di Milano, accorciando le distanze tra due capitali della creatività. L’evento è stato promosso dall’Ufficio Informazione del Comune di Shanghai, in collaborazione con il Consolato Cinese a Milano e il supporto di istituzioni italiane come Milano&Partners, Fondazione Garuzzo e Italy China Council Foundation.
Per chi sogna di vivere Shanghai in prima persona, la mostra, seppur conclusa, ha lanciato una open call rivolta ad artisti e creativi italiani: in palio, una residenza artistica di una settimana nella metropoli cinese, con la possibilità di esporre le proprie opere in contesti internazionali (per parteciparvi gli artisti devono mandare una mail a fanly@spccd.org). In un momento storico in cui il dialogo tra culture è più necessario che mai, iniziative di questo genere ricordano che l’arte può essere il ponte tra mondi diversi, fatto di immagini, emozioni e visioni condivise.