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All’asta da Sotheby’s «Les distractions de Dagobert» del 1945 di Leonora Carrington, venduto a 28,5 milioni di dollari copia

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All’asta da Sotheby’s «Les distractions de Dagobert» del 1945 di Leonora Carrington, venduto a 28,5 milioni di dollari copia

Sotheby’s chiude l’anno con 6 miliardi di dollari

Annunciati i numeri della maison di Patrick Drahi per il 2024: - 23% rispetto all’anno scorso, ma in prima posizione, in un anno non idilliaco

Davide Landoni

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Non che ci fossero dubbi, ma ora ne abbiamo la certezza. Anche per Sotheby’s il 2024 è stato un anno difficile, con il fatturato generale precipitato a 6 miliardi di dollari (-23%). Però, tra nuove sedi e nuove prospettive, per la maison di Patrick Drahi non è tutto da buttare.
Mancava solo Sotheby’s ad annunciare i numeri di un anno che per tutti è stato in perdita. A valori assoluti, non se l’è cavata male: i 6 miliardi di dollari vanno sì in ribasso del 23% rispetto al 2023 (7,8 miliardi di dollari), ma rappresentano in ogni caso il risultato migliore se confrontato con quello delle altre major. Christie's, la rivale principale, ha incassato 5,7 miliardi di dollari, in calo del 6%.
Eppure, la contrazione del mercato, con il comparto del lusso che ha mitigato solo in parte le difficoltà delle arti visive, è evidente. E scomponendo il risultato possiamo trarre maggiori indicazioni. Le vendite all'asta di Sotheby’s sono infatti diminuite del 28%, dai 6,4 miliardi di dollari del 2023 a 4,6 miliardi di dollari. Un dato preoccupante, calmierato in parte dalle vendite private, aumentate del 17%, passando da 1,2 miliardi di dollari nel 2023 a 1,4 miliardi di dollari nel 2024.
Sotheby’s rimane quindi una realtà autorevole, una delle principali destinazioni per le compravendite sul mercato secondario. Ma in un contesto di incertezza generale, anch'essa, come i suoi collezionisti, ha optato per operazioni più prudenti, come le vendite private, che registrano di conseguenza un livello di intraprendenza tiepida da parte di tutti i player.
La maison è stata però coraggiosa e ambiziosa nel porre solide basi per il futuro. L’estate scorsa Sotheby’s ha aperto uno spazio espositivo e di vendita nel centro di Hong Kong, nel tentativo di attrarre acquirenti di lusso e consolidare un mercato orientale che, nonostante il rallentamento, rimane un orizzonte a cui guardare con attenzione.
Anche a Parigi la casa d'aste ha cambiato headquarter. Passando dal numero 76 al numero 83 di Rue du Faubourg Saint-Honoré, Sotheby’s ha guadagnato quasi il 30% in più di spazio espositivo: 3.300 metri quadrati distribuiti su cinque piani, utili a contenere i quindici dipartimenti specialistici che vanta la casa d’aste, che spaziano dall’arte antica a quella moderna e contemporanea, dall'arte asiatica al design, dai manoscritti antichi ai beni di lusso. Ma soprattutto ha lanciato la sua ambizione da hub culturale, luogo in grado di accogliere eventi di ogni tipo e dove diffondere cultura non solo attraverso le vendite. Nell’asta di debutto di ottobre, la maison ha venduto per quasi 60 milioni di euro un catalogo dedicato all'arte moderna e al Surrealismo.
Mentre il fondo sovrano di Abu Dhabi, ADQ, ha acquisito una quota di minoranza della società, Sotheby’s ha rafforzato la sua presenza in Medio Oriente annunciando la prima asta in Arabia Saudita, in programma per l’8 febbraio 2025. Iniziative che rafforzano l’entusiasmo e le prospettive attorno alla maison. La quale, dobbiamo però ricordare, a dicembre è stata costretta a licenziare oltre cento dipendenti in tutto il mondo. Non la chiosa ideale per un anno di certo non idilliaco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Davide Landoni, 24 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata

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