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Émilie Charmy, «Ritratto di Berthe Weill», 1910-14 (particolare)

Photo © Mbam, Julie Ciot. © Adagp, Paris, 2025

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Émilie Charmy, «Ritratto di Berthe Weill», 1910-14 (particolare)

Photo © Mbam, Julie Ciot. © Adagp, Paris, 2025

«Spazio ai giovani»: la gallerista Berthe Weill torna a Parigi

Al Musée de l’Orangerie un centinaio di opere dei giovani artisti che la gallerista d’avanguardia sostenne nella prima metà del Novecento: Picasso, Matisse, Diego Rivera, Modigliani, Suzanne Valadon...

Il Musée de l’Orangerie di Parigi ospita per la prima volta una mostra dedicata a Berthe Weill, mercante d’arte unica nel suo genere, a lungo dimenticata, che, con mezzi spesso modesti e malgrado ostacoli sociali, economici e culturali, fu tra i maggiori sostenitori, insieme a colleghi più noti come Paul e Léonce Rosenberg e Ambroise Vollard, di quegli artisti che oggi figurano tra i padri, e le madri, dell’arte moderna. La mostra «Berthe Weill. Gallerista d’avanguardia», che si basa anche sugli studi della cocuratrice Marianne Le Morvan, storica dell’arte, fondatrice e direttrice degli Archivi Berthe Weill, fa tappa a Parigi dall’8 ottobre al 26 gennaio 2026, in coproduzione con il Grey Art Museum di New York e il Musée des beaux-arts di Montréal, dov’è già stata presentata tra il 2024 e il 2025. Berthe Weill apre la sua prima galleria d’arte al 25 rue Victor-Massé nel quartiere parigino di Pigalle nel 1901. Era nata il 20 novembre 1865 in una modesta famiglia ebrea di origine alsaziana e aveva cominciato a lavorare come apprendista presso l’antiquario Salvator Mayer della rue Laffitte, che le insegna il mestiere degli oggetti d’arte, la vendita, il collezionismo e grazie al quale entra in contatto con critici, altri commercianti e collezionisti. 

Intorno al 1897, dopo la morte di Mayer, Weill avvia una piccola attività antiquaria insieme a uno dei suoi fratelli, ma ben presto decide che la sua vocazione è piuttosto quella di «scoprire artisti giovani». Quando apre la Galerie B. Weill, utilizzando una parte della dote, il suo motto è «spazio ai giovani», che figura anche sulle brochure pubblicitarie. Nel corso della sua carriera, che si estende per quasi 40 anni, Weill promuove numerosi artisti, uomini e donne, tra cui: Pablo Picasso, Henri Matisse, Diego Rivera, Amedeo Modigliani, Raoul Dufy, André Derain, Marc Chagall, Maurice de Vlaminck, Alice Halicka, Suzanne Valadon, Jacqueline Marval o ancora Hermine David. Nel 1917, nei nuovi spazi del 50 rue Taitbout, organizza la sola mostra personale di Modigliani, realizzata durante la vita dell’artista, e censurata per «oltraggio al pudore», per via dei nudi esposti. Weill partecipa al riconoscimento del Fauvismo presentando regolarmente mostre del gruppo di allievi di Gustave Moreau riuniti intorno a Matisse e più tardi si impegna al fianco dei cubisti e degli artisti dell’École de Paris in diverse battaglie per l’arte e contro il conservatorismo e la xenofobia. Nel 1933 pubblica le sue memorie con il titolo Pan! dans l’œil!, che ritornano su trent’anni di ricordi e di esperienze, «un’opera pionieristica di questo genere letterario», scrive il museo parigino in un comunicato. Nel 1937 trasferisce per l’ultima volta la sua galleria al prestigioso indirizzo della rue Saint Dominique, numero 27, presso la Tour Eiffel. Malgrado il successo e la stima che molti le tributano, nel 1940, negli anni drammatici dell’Occupazione, Berthe Weill, in un contesto di precarietà finanziaria, è costretta a chiudere la galleria. Muore a Parigi il 17 aprile 1951. La mostra riunisce un centinaio di opere (dipinti, disegni, sculture e stampe) e numerosi documenti d’archivio: cataloghi, fotografie d’epoca, lettere, gli inviti originali alle mostre, con prestiti anche dalla Bibliothèque nationale de France. Tra i prestiti più significativi figurano opere di Picasso, Matisse, Diego Rivera, Modigliani, Suzanne Valadon o ancora Émilie Charmy. Berthe Weill, scrive il museo, «ha strenuamente difeso figure molto diverse, alcune delle quali non appartengono a nessuna corrente precisa, e ha dato loro una possibilità organizzando una o più esposizioni». Un aspetto del lavoro di Weill che il Musée de l’Orangérie esplora in particolare è il sostegno che lei ha sempre riservato alle artiste donne, all’epoca discriminate, sia nel mondo accademico sia nel mercato dell’arte. Weill non ha mai fatto distinzioni di genere e ha esposto regolarmente artiste come Suzanne Valadon, Jacqueline Marval, Hermine David, Alice Halicka, Valentine Prax. Di Émilie Charmy, con cui la gallerista stringe una lunga amicizia e che espone regolarmente dal 1905 al 1933, è il «Ritratto di Berthe Weill» realizzato verso il 1910-14 e prestato dal Musée des beaux-arts di Montréal.

Émilie Charmy, «Ritratto di Berthe Weill», 1910-14. Photo © Mbam, Julie Ciot. © Adagp, Paris, 2025

Luana De Micco, 06 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

«Spazio ai giovani»: la gallerista Berthe Weill torna a Parigi | Luana De Micco

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