Nancy Kenney
Leggi i suoi articoliLo scorso maggio aveva fatto parlare di sé per la precoce riapertura post lockdown, primo fra i grandi musei statunitensi. Ora il Museum of Fine Arts di Houston, in Texas, torna alla ribalta per l’inaugurazione, avvenuta il 21 novembre, della terza e ultima delle sue nuove sezioni. Ritardi nelle consegne e nei lavori, minacce di uragani e pandemia non hanno impedito che, con soli 20 giorni di ritardo rispetto all’apertura inizialmente prevista il primo novembre, l’ambiziosa espansione andasse in porto con il Nancy and Rich Kinder Building, edificato per ospitare le collezioni di arte moderna e contemporanea.
Il piano da 450 milioni di dollari («Ma in realtà abbiamo raccolto 475 milioni», specifica il direttore Gary Tinterow) aveva già visto nel 2018 l’apertura della Glassell School of Art e del Sarah Campbell Blaffer Foundation Center for Conservation, per un totale di circa 200mila metri quadrati che hanno portato alcuni a definire l’iniziativa «il più grande progetto culturale in corso in tutto il Nord America».
Ideato dallo studio Steven Holl Architects, il padiglione è allo stesso tempo «complementare e in contrasto» con il corpo principale del campus, il Caroline Wiess Law Building (1958-74) realizzato da Ludwig Mies van der Rohe, e con la facciata in pietra dell’Audrey Jones Beck Building (2000), progettata da Rafael Moneo. Realizzato in calcestruzzo, il Nancy and Rich Kinder Building ha una forma trapezoidale, è circondato da giardini e specchi d’acqua visibili dal pubblico dall’interno delle sale, e le pareti esterne sono ricoperte da tubi di vetro che si illuminano di notte. La copertura superiore concava permette alla luce del sole di irradiarsi nell’atrio di ingresso e nelle sale che vi si affacciano.
Due tunnel che ospitano opere specificamente commissionate di Carlos Cruz-Diez e Olafur Eliasson lo collegano all’edificio principale del museo e alla Glassell School of Art. Ma quelle nelle gallerie di collegamento non sono le uniche opere realizzate appositamente per il nuovo edificio: le altre presenti sono state realizzate da El Anatsui, Ai Weiwei, Trenton Doyle Hancock, Cristina Iglesias, Byung Hoon Choi e Jason Salavon.
Il piano terra del nuovo spazio, che ha fatto crescere del 75% la capacità espositiva del museo, ospita una black box con tre installazioni inaugurali a firma di Gyula Kosice, James Turrell e Yayoi Kusama, oltre a una galleria con opere di Jean Tinguely e altre di autori a lui vicini. Al primo piano, a cura del Dipartimento di arte moderna e contemporanea, trovano posto artisti europei e statunitensi dal 1910 al 1970, tra cui Matisse, Picasso e Georgia O’Keeffe insieme a Robert Rauschenberg, Andy Warhol e artisti texani.
Una sala è dedicata all’America Latina, e altri locali accolgono l’esposizione di stampe, disegni, fotografie, arti decorative e opere di design. Il secondo livello è invece organizzato tematicamente, con alcuni focus sull’arte dagli anni ’60 a oggi (fra i vari temi quelli della «Collettività», del «Colore nella luce» o della «Linea nello spazio»). Auditorium, ristorante e caffetteria completano il nuovo edificio.
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