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Alcuni Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale

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Alcuni Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale

Speciale Futurismo • Contro la diffidenza internazionale, il Ministero crei una commissione di specialisti

A fronte del dilagare di falsi, di contraffazioni, di copie e di facili e discutibili attribuzioni, collezionisti, musei, gallerie e investitori non vogliono correre il rischio di acquistare opere accompagnate da vacillanti certificati. Come tentare di arginare questo stato e come ridare fiducia a un mercato in continuo declino?

È con enorme piacere che accolgo la richiesta di esprimere il mio parere relativo a una questione che mi sta molto a cuore e per cui ringrazio infinitamente «Il Giornale dell’Arte» per aver aperto un dibattito sul tema dei falsi. 

Una delle mie prime preoccupazioni, da quando ho avuto piena coscienza del problema, è stata quella di offrire la mia esperienza, basata su un costante studio in biblioteche e archivi; una pratica temprata su tecniche, materiali e supporti, uno sguardo esercitato ad analizzare dal vero stili e composizioni, per difendere gli artisti di cui avevo studiato l’opera. Mi sono esposta, ogni volta che è sorta la necessità, fino a ricevere, anche da parte di insospettabili persone di rispettata carriera, avvertimenti e intimidazioni ricattatorie, volti a far ritirare il mio giudizio. Avvertimenti e intimidazioni a cui non ho mai ceduto convinta della forza della mia azione in nome del rispetto e della tutela dell’arte italiana.

Purtroppo, negli anni, è stato sempre più difficile bloccare il dilagare di falsi, di contraffazioni, di copie, e di facili e discutibili attribuzioni, nonostante l’efficace intervento del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, del Ris (Reparto investigazioni scientifiche, Ndr) e di alcuni dedicati funzionari del Ministero della Cultura. 

Una semplice spinta morale, etica, si è ora trasformata in una vera necessità. Basterebbe consultare i cataloghi delle aste internazionali per comprendere come il mercato abbia sviluppato una forte diffidenza nei confronti dell’arte italiana per i motivi sopra accennati, e come collezionisti, musei, gallerie e investitori non vogliano rischiare di acquistare opere accompagnate da vacillanti certificati a riprova della loro autenticità. Questa situazione rischia di proliferare in maniera esponenziale se non si pone un freno a tali operazioni di basso interesse o di puro malaffare. Come tentare di arginare questo stato e come ridare fiducia a un mercato in continuo declino?

Un primo passo potrebbe essere quello di creare, da parte del Ministero, una commissione di specialisti che valuti l’operato di certi esperti e Fondazioni o, in mancanza di eredi diretti, si ponga a tutela dell’opera degli artisti italiani del Novecento in particolare. Una commissione, ad esempio, che freni il proliferare di riproduzioni di sculture in bronzo; e qui mi riferisco al caso di Umberto Boccioni che ben conosco e di cui ho perso ormai il conto delle copie e dei «surmoulage», degli esemplari con o senza base, delle differenti patinature... 

Sarebbe anche importante che il Ministero organizzasse appuntamenti e incontri con esperti, direttori e curatori di musei, di università o di altre istituzioni internazionali, per un confronto su temi e problematiche di natura comune.

Con questo invito chiudo il mio breve, appassionato intervento nella speranza di una partecipazione corale a salvaguardia di un patrimonio di straordinario valore e di fondamentale importanza per la formazione delle generazioni a venire.

Ester Coen, 12 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

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