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Stefano Causa
Leggi i suoi articoliViene Natale e più di una persona ci pungola su un libro, un disco o un film da salvare per il 2025. La domanda è obbligata quanto mal posta. Chi sia nato quaranta o cinquant’anni fa ha fatto in tempo a crescere incocciando in titoli di cui si parlasse a lungo. Dischi o libri cui aggrapparsi. Oggi non ci sono testi da passarsi come un testimone o a cui aggrapparsi; e se pure uscissero, si confonderebbero nel molto rumore di nulla nel quale siamo immersi. Di fronte a una sospensione (o paralisi?) del giudizio non resta che alzare il livello dello scontro. Qual è il miglior libro di storia dell’arte degli ultimi venticinque anni atteso che, col 31 dicembre, si chiuderà il primo quarto del primo secolo del nuovo millennio? Questo è più facile: basta uscire dal nostro orto concluso e beccare in quello degli storici d’arte in senso non ristretto. Primo fra tutti Roberto Calasso, scomparso ottantenne quattro anni fa. Uscito con Adelphi nel 2008, la Folie Baudelaire è tante cose e principalmente un antidoto alle angustie specialistiche di severo filtraggio universitario. Nell’usare la funzione Baudelaire come cartina di tornasole, Calasso tira fuori l’ultimo libro possibile sull’800 passando da Ingres a Delacroix, a Manet, a Constantin Guys fino a Degas e a Renoir. I nostri amici francesi si saranno mangiati le mani tre volte. Le prime due nel prendere atto una volta di più che i quadri simbolo del loro genio moderno, «Rue de Paris, temps de pluie» di Caillebotte e la «Grande Jatte» di Seurat, si trovino a Chicago e non alla Gare d’Orsay. L’ultima nel constatare che solo Calasso avrebbe saputo o potuto dare l’ultimo giro di vite all’idea di Parigi come capitale del XIX secolo. E se, anche tra noi, è rimasto qualcuno sensibile al piacere del racconto, La Folie Baudelaire di Calasso la leggerà al culmine di una filiera di storici d’arte rigorosamente non professionisti: da Praz a Macchia, da Garboli ad Arbasino fino a Manganelli. Come dire la storia dell’arte è gioco troppo bello e importante per essere lasciato agli storici d’arte.
La Folie Baudelaire
di Roberto Calasso, 425 pp., 52 ill., Adelphi, Milano 2008, € 36
La copertina del volume
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