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Giorgio Azzoni
Leggi i suoi articoliTra le letture di quest’anno, ricordo senz’altro con particolare piacere l’agile Vite stravaganti di architetti di Manuel Orazi per il piccolo editore Giometti & Antonello di Macerata, che raccoglie 41 ritratti brevi, scritti in occasioni diverse (mostre, pubblicazioni, anniversari) e poi dispersi. Connotati da una parola e da un’immagine, ciascuno dei protagonisti interpreta fatiche e gioie del progetto, componendo un variegato campionario di umanità, quasi un laboratorio della modernità architettonica. I loro destini personali, segnati da luoghi, incontri, interessi, predilezioni e ossessioni, intrecciano idee e altri maestri e sono accomunati da intensità talora eccentriche: dallo «snob» Adolf Loos al «seminatore» Yona Friedman, dall’«eterodossa» Lara-Vinca Masini all’«atacchica» (senza tacchi, Ndr) Gae Aulenti, dal «freak» Frank O. Gehry al «sinestesico» Ugo La Pietra. Scritte in forma di racconto, le biografie mi sembrano catturare verità evidenti, ineffabili o nascoste, nello stile della brevitas cui, noi tutti, ci inchiniamo.
Vite stravaganti di architetti
di Manuel Orazi, 224 pp., ill., Giometti & Antonello, Macerata 2025, € 18
La copertina del volume
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