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Stefano Piantini e Fabio Achilli

© Duilio Piaggesi, 2025

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Stefano Piantini e Fabio Achilli

© Duilio Piaggesi, 2025

Su Cluster-A, o della bizzarria di chi decide di fondare una casa editrice in questi tempi oscuri

La realtà milanese si concentra sul recupero di opere fondanti mai pubblicate in Italia, oppure dimenticate o fuori-commercio, e all’esplorazione di nuove proposte narrative e saggistiche

Davide Landoni

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Dall’incontro e dalla lunga esperienza di due protagonisti del mondo dell’editoria italiana e delle attività culturali, Stefano Piantini e Fabio Achilli, nasce a Milano Cluster-A, casa editrice indipendente che lavora al recupero di opere fondanti mai pubblicate in Italia, oppure dimenticate o fuori-commercio, e all’esplorazione di nuove proposte narrative e saggistiche. Tale visione, che unisce memoria e ricerca, approfondirà il mondo del libro illustrato, nelle arti, in architettura, nel design, nella fotografia, nelle arti applicate e decorative, nella cultura visiva contemporanea, viaggiando, altresì, nel cluster delle limited edition e in quello della ripresa, in perfetto facsimile, di edizioni leggendarie.

Di seguito l'intervista in cui i fondatori sono entrati nel merito di un progetto che con coraggio punta a ritagliarsi uno spazio preciso in un contesto editoriale sempre più complesso.

L'Uroboro il simbolo, Cluster-A il marchio. Il primo guarda alla filosofia, il secondo alla scienza. Cosa significano? Quale identità ne deriva per la casa editrice?
Cluster-A nasce nel 2024 per iniziativa di due amici, Stefano Pianini e Fabio Achilli. Fabio e Stefano sono stati dirigenti editoriali nelle case editrici Electa, Einaudi, Mondadori, Allemandi, Skira, Rizzoli, nonché operatori culturali in importanti enti e istituzioni, pubbliche e private.
Per quanto concerne il marchio della casa, il serpente Uroboro è un simbolo molto antico, che rappresenta un serpente, o un drago, che morde o divora la propria coda, formando così una figura circolare. Apparentemente immobile, ma in eterno movimento, raffigura l'energia universale che si consuma e rinnova, la natura ciclica delle cose, l'infinito, il tempo ciclico, la perfezione, la filosofia dell'Eterno Ritorno di Nietzsche. 
Un antichissimo Uroboro in bronzo, cui si attribuivano poteri taumaturgici, sta su una colonna in granito di epoca romana nella basilica di Sant’Ambrogio, a Milano; un Uroboro sta nel giardino della casa di Friedrich Nietzsche a Sils Maria, in Engadina.
Per quanto concerne il nome della casa, avremmo voluto chiamarla semplicemente “Cluster”, ma vi sono decine di aziende, enti e istituzioni che si chiamano Cluster, sostantivo invariante, che letteralmente significa grappolo, e indica un gruppo, un insieme utilizzato in numerosi ambiti (musicale, statistico, astronomico, fisico, psicologico, informatico, militare …). 
Abbiamo scelto l’ambito medico, in particolare il campo dei disturbi della personalità con i suoi tre gradi - A, B, C - a gravità crescente, il Cluster - A contraddistingue comportamenti strani, bizzarri o eccentrici. 
Ci è parso perfetto, tanto per evidenziare la bizzarria di chi decide di fondare una casa editrice in questi tempi oscuri, quanto per indicare la strada editoriale della casa, un editore eccentrico, inventivo, che lavora al recupero di opere importanti, oggi dimenticate, o mai tradotte, o fuori-commercio da lustri, e alla esplorazione di nuove proposte narrative e saggistiche. L’Eterno Ritorno dell’Uroboro e l’insolito, il singolare, anche lo stravagante del Cluster-A segnano l’identità della casa. Testi frutto di un viaggio fatto di studio, ricerche, valutazioni ed analisi; guardando al futuro, senza dimenticare il passato. Narrativa e Saggistica, con qualche puntata nel mondo del Libro Illustrato, nelle Arti, in Architettura, nella Fotografa, nella Cultura Visiva Contemporanea, nonché con qualche calibrata presenza nel mondo delle Limited Edition e in quello della ripresa, in perfetto facsimile, di edizioni leggendarie.

Rachilde (Marguerite Eymery), "La marquise de Sade", 2025, Cluster-A

Le scelte grafiche ed estetiche come partecipano a questa visione?
Le scelte estetiche e grafiche della casa sono volutamente antitetiche rispetto alla filosofia della stessa. Il progetto grafico dei libri della casa, curato da Marcello Francone, si muove secondo le regole della classica tradizione tipografica: composizione dei testi giustificata a pacchetto; testatine di capitolo; rispetto delle regole di numerazione delle pagine (prime, occhielli, sommario, indici). Pulizia grafica.
Il formato scelto per la narrativa e la saggistica, (cm.12,5 × 21) è snello, compensa la divisione orizzontale delle copertine e rende i volumi visibili nell’affollato skyline della Libreria.
Il font dei testi è il Times New Roman, celebre carattere tipografico, disegnato nel 1931 da Stanley Morison e da Victor Lardent, comparso la prima volta, nel 1932, sul quotidiano inglese The Times. Il Times ha goduto di un’immensa popolarità, recentemente è stato semi-dimenticato a favore di caratteri, nondimeno bellissimi, come, ad esempio, il Garamond variante Simoncini (Einaudi) o il Baskerville (Adelphi).
Gli illustrati obbediranno alle caratteristiche tematiche e iconografiche del progetto editoriale, senza obblighi di formato e di font dei testi.
Su tutto, la ricerca della qualità tecnica e tipografica.

Esistono altri aspetti, forse meno noti o evidenti, che ritenete fondanti del progetto?
Un’energia, o, forse meglio, una Forza che, indubbiamente, ci ha condotti a questa avventura è l’amore per i libri. Apparteniamo a quella categoria di persone che compra più libri di quanti ne riesca a leggere, ma ne legge comunque moltissimi (specie definita dei lettori erculei). Nel nostro ultimo percorso professionale ci siamo posti la classica domanda: “Che Fare? Che fare con competenza, passione e anche, perché no, con un poco di divertimento?”. La risposta è stata una sola: l’editoria e la progettazione culturale. Confidiamo che i libri e le arti aiutino a migliorare la vita e anche a tentare di comprenderla.

Come si compone il gruppo di lavoro oggi?
Oltre ai due fondatori, il gruppo di lavoro comprende la citata Direzione Artistica di Marcello Francone e una squadra di editor, redattori, grafici e traduttori che hanno lavorato con noi per anni. Sul piano tecnico/tipografico abbiamo selezionato un piccolo set di aziende che garantiscono tempi e qualità. Riguardo al mondo di Internet e dei Social Network abbiamo da poco online il sito di Cluster-A (www.cluster-a.com) e siamo assistiti da un webmaster che coordina con noi le attività del sito, SEO e SEM, il marketing e la comunicazione social. Riguardo al mondo della libreria - tradizionale, delle catene e delle piattaforme - siamo distribuiti da Messaggerie Libri e promossi da Emme Promozione. Anna de Francesco, con la sua Anna Defrancesco - Comunicazione è il nostro validissimo Ufficio Stampa. 

Come scegliete i volumi da pubblicare? In che modo sono organizzate le collane?
La collanologia della casa è organizzata in tre cluster: 
Satori ospita titoli di Narrativa, Poesia, Varia (nella pratica del Buddismo Zen il Satori (i.e.Illuminazione) denota l’esperienza del risveglio in senso spirituale, del sapere, del capire). 
Prisma ospita la saggistica (In ottica, il prisma è un corpo trasparente delimitato da facce piane non parallele, tali che un raggio di luce che incida su una faccia emerga dall’altra, dopo essere stato rifratto dal mezzo, subendo una deviazione, In senso figurato, nell’uso letterario, allude all’effetto di scomposizione operato dal prisma, con significato positivo, che sottende ad una visione diversa, sfaccettata e plurima).
Retina ospita i Libri Illustrati, le Edizioni in Facsimile, le Limited Edition (La retina è la membrana del bulbo oculare interno, destinata alla suddivisione della luce in punti, alla valutazione della luminosità e alla separazione dei colori delle immagini rifratte dall’ottica dell’occhio, la retina trasforma la energia luminosa in impulsi elettrici neurali, che vengono canalizzati attraverso il nervo ottico alla parte del cervello predisposta alla percezione visiva).
La scelta dei titoli avviene in parte esplorando i muri di casa, muri parlanti ricoperti di libri, sistemati in ordine alfabetico e per generi, una sorta di Occhio di Sauron, però buono. E gli amici e le amiche intellettuali, gli storici dell’arte, gli scrittori, gli architetti, i lettori, la lettura compulsiva dei supplementi culturali dei media, le navigazioni in rete con uno zoom concettuale, i suggerimenti che piovono sull’indirizzo info di Cluster-A.

Umberto Buttafava, Alice Buttafava, Enzo Gentile, "Beatles Maniac Storia, gloria, memoria di una rivoluzione", 2025, Cluster-A

Ad oggi quali volumi avete pubblicato?
Nell’anno in corso usciamo con il primo libro, in assoluto, dedicato a Ludovico Einaudi e curato da Enzo Gentile (Ludovico Einaudi - La musica, le origini, l’enigma - collana Prisma); con il memoir di Dennis C. Jakob che racconta una estate trascorsa con Jim Morrison, esattamente al suo punto di passaggio tra la Scuola di Cinema della UCLA e la musica, con i Doors (Un’estate con Jim Morrison, un memoir - collana Satori); con la prima traduzione italiana di uno dei libri principali di una delle sovrane del Decadentismo Francese, Marguerite Eymery, in arte Rachilde (La marquise de Sade - collana Satori). Tre inediti, sono in libreria da metà settembre. A giorni esce Beatles Maniac - Storia, gloria, memoria di una rivoluzione, curato da Alice Buttafava, Umberto Buttafava ed Enzo Gentile, volume in grande formato (cm. 24 x 31) illustrato con poco meno di 600 immagini e una legatura piuttosto originale, che esplora gli anni della cosiddetta Beatlemania (1963 - 1967, senza tralasciare le origini dei FabFour) attraverso una selezione degli oltre 40.000 pezzi che costituiscono la raccolta del FAB | Fondo Archivio Beatles. Lo sguardo è al merchandising, ufficiale e no, alle fotografie, alla stampa del periodo, con un focus sull’unico tour italiano dei Beatles, che compie, quest’anno, 60 anni tondi. Chiude l’anno La Limited Edition della leggendaria Storia della Pittura Moderna di Margherita Sarfatti (1930) riprodotta in perfetto facsimile, accompagnata, in volume separato, dal saggio di Valerio Terraroli dedicato al lavoro di Sarfatti; due volumi indivisibili in uno scintillante cofanetto in plexiglas di alta qualità, 500 copie numerate.

Qualche anticipazione sulle prossime uscite?
Per il 2026 prevediamo il lancio di uno spinoff della collana di saggistica, Genesi, centrata sui filosofi e i grandi scrittori che hanno scritto sullo scrivere, si inizia con tre giganti: Maupassant, Lovecraft, Ortega Y Gasset. Due super-strenne per l’autunno: l’equivalente occulto di Hollywood Babilonia di Kenneth Anger, esattamente Hollywood Esoterica in cui l’autore, Jay Dyer, scava nel profondo, oscuro e misterioso dei significati nascosti nei grandi film di Tinseltown (il secondo nome di Hollywood, la città dell’Apparenza). I simboli, i culti, la magia, i messaggi, il sesso, un game-changer della analisi cinematografica, che combina filosofia, religioni comparate, geopolitica, decodificando il linguaggio occulto del Cinema Hollywoodiano. Il secondo titolo, curato da Barry Miles (autore, tradotto in tutto il mondo, di alcuni dei più essenziali lavori dedicati alla cultura Underground, alla Beat Generation e ai musicisti degli indimenticabili Sixties e Seventies) e Peter Golding, musicista, stilista e collezionista: Rock Graphic Originals, La rivoluzione della Sonic Art - CMYK dal disegno alla stampa. Il volume illustra, in una configurazione assai originale e con straordinaria ricchezza (738 immagini a colori) la grafica della Controcultura, le Riviste alternative, la Poster Art Psichedelica, la Corporate Image, i Visuals dei giganti del Rock; dalle origini del Beat allo Zenit dei concerti nelle grandi arene, attraverso i Portfolio dei massimi artisti e grafici, dagli anni ’50 alla fine degli anni ’80, da Billie Holiday ai Led Zeppelin. Rick Griffin, Victor Moscoso, Mouse -Kelley, Hapshash and the Coloured Coat, The Fool e altri assoluti talenti della grafica sono svelati, illustrati, radiografati: per la prima volta i disegni, i paste-up (le elaborazioni grafiche, i collage, prima del computer) le lastre di stampa, le separazioni di colore, vengono illustrate per rivelare gli stadi del processo creativo parte integrante del design di ogni opera grafica, o opera d’arte che dir si voglia. [CMYK è l’acronimo, la codifica dei quattro colori di stampa che consentono la riproduzione delle immagini in ogni colore dello spettro percepibile dall’occhio umano: Cyan (Azzurro) Magenta (Rosso) Yellow (Giallo) K (ossia Costante è il Nero)].

L'arte e la musica sembrano avere uno spazio significativo in catalogo. Si tratta di una coincidenza o di un tracciato che continuerete a seguire?
L’arte e la musica non sono una presenza incidentale, certamente continueranno ad avere uno spazio importante in catalogo (lo si evince chiaramente dalla domanda precedente), con la aggiunta dell’adorato Cinema e qualche attenta discesa nella filosofia.

Margherita Sarfatti, “La storia della pittura moderna”, 2025, Cluster-A

C'è un volume, o un autore, che sognate di pubblicare?
Certamente, due. Il primo: tanto l’autore che il titolo hanno avuto una vita a dir poco tormentata e drammatica. Il titolo è, come si suol dire, copyleft (il simbolo è quello del copyright © con la “c” girata destra/sinistra, o allo specchio: 🄯) ossia libero da diritto d’autore. Si tratta de La Società dello Spettacolo (1967) di Guy Debord, citatissima bibbia del Situazionismo, quasi mai letta, copyleft certamente, ma in realtà incatenata a un complesso nodo di diritti e di traduzioni italiane, alcune datate e fatte con i piedi. Il secondo è uno dei romanzi brevi e meno noti (e più belli) di un autore altrettanto tormentato (e molto amato) Jack Keouac, il libro si intitola Satori a Parigi (1966) ed è il racconto, autobiografico, di un viaggio di Kerouac in Bretagna, alla ricerca delle proprie radici ancestrali per conoscere questo mio nome vecchio di tremila anni rimasto immutato in tutto questo tempo. In questo caso i diritti d’autore sono chiarissimi, la speranza è che ci possa essere concessa una licenza limitata nella tiratura e la possibilità di integrare il volume con un apparato iconografico mirato e non banale.

Spesso si dice che lavorare nell'editoria, oggi, è un atto d'amore, alludendo alle difficoltà poste da un mercato (percepito) in perenne contrazione. Condividete questa visione o risulta troppo drammatica-romantica?
Per definire il mercato del libro in Italia - sempre sospeso tra stagnazione e contrazione, con qualche lieto ancorché infrequente momento di crescita - e chi decide di farne parte nel ruolo di editore, al termine romantico aggiungeremmo gotico (nel senso di romanzo). Ci si trova a fronteggiare una condizione così banale e nota che si tende a dimenticarla (anche per una sorta di oscuro istinto di autoconservazione): il 60% degli italiani è non-leggente, un italiano/a su tre non capisce ciò che legge, la situazione sta peggiorando di anno in anno, complici anche gli innumerevoli dispositivi elettronici che vediamo appiccicati al volto di chiunque. Defunte, o ridotte a zombie, le missioni ideologiche del ‘900, che non poco hanno giovato alla vendita del libro (meno alla lettura) la radicale domanda: “perche?” Suona squillante. Perché è il mestiere più bello del mondo e, forse, potrebbe aggiungere un granello di cultura, fascino e civiltà ad un mondo alla deriva.

Quali sono i lettori a cui vi rivolgete?
Considerando la varietà dei titoli in programma contiamo / speriamo di raggiungere un pubblico di lettori trasversale, anche appassionato alle tematiche proposte, e preparato. In sintesi, alla fine, chiunque pensi che leggere un libro sia una bella, utile, dilettevole attività intellettuale.

Prevedete anche delle attività collaterali all’editoria?
Certamente, entrambe proveniamo da importanti esperienze nell’ambito della produzione culturale, in particolar modo nell’organizzazione di eventi espositivi. Stiamo lavorando in questo senso, abbiamo un paio di progetti aperti, il primo potrebbe vedere la luce nell’autunno del 2026. Ciò potrebbe diversificare anche il menu editoriale, mettendo un piede nel settore della pubblicazione di cataloghi di mostra, un piede estremamente prudente e avveduto, di piccola e sofisticata taglia, una taglia EU 36 piuttosto che un piedone 45. 

Davide Landoni, 04 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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