Giovanna Pittalis
Leggi i suoi articoliIn Sardegna sono stati censiti circa 7mila nuraghi, ciascuno «ribattezzato» con nomi antichi, spesso simili. Ma «Su Nuraxi» è uno solo, monumentale, a Barumini, in grado di rappresentare tutta la Sardegna grazie a un lavoro di promozione costante, sempre capace di fare rete con il territorio. È l’opera portata avanti dalla Fondazione Barumini, istituita nel dicembre 2006 per gestire i beni culturali di Barumini e in particolare Su Nuraxi, dal 1997 Patrimonio Unesco.
«Lavoriamo per la costruzione di uno scenario in cui il patrimonio storico-artistico, il paesaggio, le tradizioni, rappresentino per le comunità, le generazioni future e i loro territori un elemento di identità, un fattore di crescita culturale, un’opportunità di lavoro e di diversificazione dell’economia. Tutelare, conservare, gestire e valorizzare il patrimonio culturale del Comune di Barumini al fine di divulgarne la conoscenza e offrirne le migliori condizioni di fruizione pubblica. Per questo, garantiamo la cura dei nostri siti, i servizi di visita guidata, l’ideazione di eventi, mostre, convegni, laboratori didattico-scientifici. Allo stesso tempo, sosteniamo iniziative di ricerca, studio e documentazione sui beni culturali, corsi di formazione e progetti di valorizzazione che coinvolgano anche altri contesti territoriali della Sardegna, promuovendo le nostre attività sul mercato turistico a livello internazionale», questa la mission della Fondazione, che dal 29 novembre al 2 dicembre ha realizzato la decima edizione dell’Expo turismo culturale, uno degli eventi più importanti per la promozione del turismo culturale in Sardegna e per la commercializzazione dell’offerta turistica sarda in Italia e all’estero, che propone scambi tra operatori culturali e turistici a favore delle zone interne. «È un’attività di promozione che noi svolgiamo da ormai 10 anni. Questa manifestazione ci dà la possibilità di confrontarci con altri siti e siti Unesco internazionali», dice il presidente della Fondazione Barumini Emanuele Lilliu.
Si è cominciato il 29 con il convegno sull’Intelligenza Artificiale applicata all’archeologia nuragica, promosso dell’Associazione Sardegna verso l’Unesco. Sabato 30 è stato invece il giorno a Barumini del primo convegno internazionale sulla gestione del patrimonio per un confronto e dibattito fra diverse realtà Unesco come il sito talaiotico di Minorca e il mausoleo di Qin Shi Huang in Cina con il suo esercito di terracotta, titolo «Gestione del patrimonio mondiale e delle relazioni internazionali». A fine mattinata è stata inaugurata anche una mostra sul tema. In tutte le giornate dell’evento i siti culturali della Sardegna sono stati promossi e rappresentati e c’è stato nel programma un workshop con il quale i tour operator hanno incontrato le aziende della Sardegna interessate a promuovere i flussi turistici. In calendario anche un educational tour con giornalisti e tour operator cominciato il 27 con un viaggio tra Sanluri, Giara, Pau, Orroli e Isili. L’1 dicembre ha poi trovato spazio un convegno con l’Istituto nazionale di fisica nucleare per inserire il laboratorio di restauro presente a Barumini nel circuito internazionale. Poi una conferenza organizzata dalla professoressa Maria Antonietta Mongiu sul paesaggio della Marmilla. Il 2 nel polo museale di Casa Zapata (qui sono stati da poco ripresi gli scavi e i turisti hanno possibilità di osservarli) si è svolta la presentazione del corso di laurea su Restauro e conservazione in collaborazione con l’Università di Cagliari e la Soprintendenza. Si tratta di uno dei pochissimi istituti in Italia e unico in Sardegna. Il corso di laurea è partito l’1 ottobre e ha già raggiunto il massimo degli iscritti. Tra gli obiettivi quello di rendere gli studenti e i siti di interesse culturale, ricchi di identità, protagonisti davanti al pubblico estero (al 70%) e italiano. Un breve accenno a Casa Zapata: affascinante e complessa residenza fatta erigere dall’antica e nobile famiglia aragonese degli Zapata alla fine del XVI secolo, oggi polo museale diviso in tre sezioni: archeologica, storico-archivistica, etnografica.
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