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Achille Mauri, «Matita per disegnare nubi» (particolare)

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Achille Mauri, «Matita per disegnare nubi» (particolare)

Svelato per la prima volta il lato meno conosciuto di Achille Mauri

Regista, sceneggiatore, montatore, produttore, scrittore eccentrico, organizzatore, attivatore culturale, ma anche artista: alla Fondazione Kenta uno sguardo sulla passione nascosta dell’autore del documentario «Magia d’Africa»

Alessia De Michelis

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Fino al 4 giugno la Fondazione Kenta di Milano presenta «Achille Mauri. Ahead of time», a cura di Francesca Alfano Miglietti. La mostra, in cui per la prima volta vengono esposte le opere artistiche di Achille Mauri (Rimini, 1939-Argentina, 2023), si propone di evidenziare un lato meno conosciuto della personalità eclettica del regista e sceneggiatore, ma al tempo stesso montatore e produttore, scrittore eccentrico, organizzatore, attivatore culturale… Osservatore attento e partecipe del cambio di paradigma sociale e politico del suo tempo, Mauri ha adottato una metodologia inedita capace di intrecciare il fantastico e il carisma del soprannaturale, le ragioni «realiste» e il rispetto dell’individuo.

La sezione «Land Art» ne restituisce, attraverso una serie di fotografie, l’attenzione verso il pianeta, il suo rispetto e il continuo dialogo con essa. Per l’artista l’arte ha la possibilità di comunicare agli esseri umani le condizioni ottimali per amare e tutelare la Terra: nei suoi scatti emerge il rapporto uomo-natura, la propria meraviglia di fronte al prodigio di quest’ultima e la necessità di comunicare un’emozione.

Presente anche una selezione della serie «Pamparte», composta da oggetti modificati da Mauri che, come afferma la curatrice in catalogo, «appaiono come un momento estraneo, parte determinante e vivente di un fare che “mescola” l’artigiano, lo sciamano e il poeta. Probabilmente gli oggetti di Achille Mauri sono anch’essi “oggetti d’affezione”, perché riescono a raggiungere quell’immagine poetica che non riguarda più solo l’oggetto, ma il modo di usare la realtà, sulla traccia dell’oggetto proposto».

L’arte, in tutte le sue forme, è sempre stata la passione di Achille Mauri, coltivando, tra gli altri, un amore silenzioso per il disegno attraverso cui, fino alla fine dei suoi giorni, ha potuto portare avanti un dialogo aperto con l’invisibile. Le carte dipinte sono quasi tutte di medie e piccole dimensioni, le tecniche utilizzate variano dalla penna ai pennarelli, dall’acquerello alla tempera, dai pastelli a cera agli inchiostri. Il figurativo è sempre presente: volti, animali, frutti, orizzonti, case, oggetti, cieli... per lasciare successivamente spazio alle linee, alle macchie, al vuoto e alle cose nel loro insieme, nel loro combinarsi, nel loro sovrapporsi.

In mostra anche un racconto per immagini del documentario «Magia d’Africa» in cui volle trasmettere la sua fascinazione per questo Paese, nata nel 1974 in seguito a un viaggio nel Dahomey (oggi Benin) su invito del re Aho René Glelé, discendente del Dio Agassou. 

Per la mostra sarà pubblicato un catalogo monografico, edito da Lampi di Stampa, mentre il 50% dei profitti della mostra sarà devoluto a Survival International.

Alessia De Michelis, 22 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

Svelato per la prima volta il lato meno conosciuto di Achille Mauri | Alessia De Michelis

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