«Paysage avec Poussin VI» (2014) di Isabelle Cornarò

Cortesia di Agiverona. Collezione Galerie Balice Hertling, Parigi

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«Paysage avec Poussin VI» (2014) di Isabelle Cornarò

Cortesia di Agiverona. Collezione Galerie Balice Hertling, Parigi

Torna a Bergamo il festival ArtDate

La 14ma edizione della rassegna di arte contemporanea organizzata da The Blank esplora il concetto di «divorare», perché «siamo inconsapevolmente ammalati di bulimia da consumo»

Nella società odierna, il concetto di «divorare» ha assunto significati che vanno oltre l’atto fisico di consumare cibo. Divorare è piuttosto un’immagine che riflette l’essenza del consumismo smodato, dell’avidità materiale e dell’accumulo senza limiti. Viviamo immersi in una cultura dove tutto sembra destinato a essere posseduto, consumato velocemente, poi sostituito, e in cui l’essere umano, vittima di una macchina che si alimenta di pubblicità, cultura dell’immagine e obsolescenza pianificata, è spinto a desiderare sempre di più, ignorando le conseguenze che questo meccanismo malsano provoca, come inquinamento ambientale, sovrabbondanza di merci e sfruttamento intensivo di risorse naturali: minacce concrete per il pianeta e le generazioni future. 

Proprio su queste riflessioni critiche si focalizza la 14ma edizione di ArtDate, il festival di arte contemporanea organizzato dall’associazione The Blank in collaborazione con il Comune di Bergamo e con il sostegno della Regione Lombardia, Fondazione Cariplo e Camera Commercio, in corso dal 14 al 17 novembre. Come affermano gli organizzatori, infatti, «siamo inconsapevolmente ammalati di bulimia da consumo», e dunque, alla luce di queste considerazioni, quale potrebbe essere il ruolo da attribuire all’arte? La ricca rassegna affronta questi interrogativi ponendo al centro il linguaggio artistico come strumento di consapevolezza critica e riflessione

Anticipato da due conferenze online il 13 novembre con Gianluca Felicetti (Lav) e il filosofo Claudio Kulesko, intervistati da Claudia Santeroni, ArtDate s’inaugura il 14 novembre con la collettiva «Testimoni Oculari» nel Palazzo della Ragione (fino al 12 gennaio 2025) e il solo show «Corpi Caduti» di Janis Rafa all’Ex Ateneo. Il 15 novembre si aprono le mostre «Digeriti Mai» da Luogo_e e «Il sonno della ragione genera mostri» da Marelia-Servizi per l’arte, mentre il pomeriggio di sabato 16 novembre è dedicato all’apertura di diversi spazi espositivi e gallerie. Tra gli eventi che rendono ibrida la natura del festival: l’installazione sonora «Audio Spam», la performance «All you can’t eat» di Steve Piccolo, laboratori didattici e la proiezione «I am not a legend» di Andrea Mastrovito. Domenica 17 novembre si chiude con conferenze, open studio, e la sonorizzazione dal vivo di «L’uomo meccanico» di André Deed al Monastero del Carmine. Nell’ambiente suggestivo della Sala delle Capriate di Palazzo della Ragione la mostra «Testimoni Oculari», a cura di Stefano Raimondi, invita a riflettere sulla percezione e le trasformazioni del nostro presente attraverso le opere di artisti come Berlinde De Bruyckere, Julian Charrière, Isabelle Cornaro, Ibrahim Mahama, Jacopo Mazzonelli, Georgina Starr e Nari Ward che esplorano temi quali il potere, l’identità, il consumismo e l’ecologia. Attraverso materiali riabilitati e oggetti comuni, ogni opera svela significati nascosti e connessioni sociali, offrendo una visione critica delle trasformazioni globali e locali. Il visitatore è coinvolto come «testimone oculare», chiamato a esplorare e interrogarsi sul mondo che lo circonda. 

Still dal video «If I ever get a monument chickens will do it for me (Requiem 3)» (2021) di Janis Rafa. Cortesia dell’artista. Dommering collection. © Janis Rafa

Giulia Moscheni, 13 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

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