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Anna Somers Cocks
Leggi i suoi articoliIl miliardario Jeff Bezos, fondatore e presidente esecutivo di Amazon, ha donato un milione di euro ciascuno a tre organizzazioni veneziane impegnate nella ricerca sui mari e sui cambiamenti climatici. Il 22 giugno, l'Ansa ha dato la notizia che i fondi sarebbero stati destinati al Corila (Consorzio per la Ricerca Lagunare), alla Venice International University (Viu) e all’ufficio dell’Unesco a Venezia. Francesco Musco, presidente del Corila e professore di urbanistica allo Iuav-Istituto Universitario di Architettura di Venezia, ha dichiarato che Bezos è stato contattato tre mesi fa ad alto livello attraverso il suo Bezos Earth Fund (del valore di 2,3 miliardi di dollari), dedicato all'innovazione nella lotta contro i cambiamenti climatici e per la protezione della natura.
Da settimane i media sono pieni di pettegolezzi sul fastoso matrimonio che si terrà a Venezia il 26 e 27 giugno tra Bezos e Lauren Sanchez, ex giornalista televisiva. Un evento non da tutti gradito: da settimane i veneziani protestano contro lo sfruttamento della loro città da parte di personaggi famosi, mentre i problemi di fondo, come lo spopolamento e il turismo di massa, vengono ignorati dal Comune.
Le proteste sono state di vario tipo: dai maxistriscioni con la scritta «Bezos» barrata appesi al campanile di piazza San Marco e sull'isola di San Giorgio (gruppo No Space for Bezos), alla minaccia di bloccare le imbarcazioni che trasportano gli ospiti riempiendo i canali di coccodrilli gonfiabili, fino alla grande copertura del pavimento di piazza San Marco con l’immagine di Bezos che ride e la didascalia «Se puoi affittare Venezia per il tuo matrimonio, puoi pagare più tasse» (Greenpeace e il gruppo britannico Everyone hates Elon).
Quando il clamore si sarà placato, la prima domanda seria sarà se e come le tre istituzioni beneficiarie collaboreranno su un tema di grande importanza per il mondo, ma di urgente e pratica rilevanza per la fragile città stessa. Al momento, le parole non si stanno traducendo in azioni concrete.
Non mancano ricerche scientifiche di qualità sullo stato fisico della città condotte dalle due eccellenti università, Ca’ Foscari e Iuav, e dal Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche), i cui membri fanno parte dei comitati delle altre istituzioni e intervengono alle conferenze organizzate dalle altre. E con il patrocinio del settore privato, come Prada, e con la Biennale internazionale di Architettura di quest'anno, i talk-show sono proliferati, insieme a spettacoli didattici.
Solo nel mese di giugno, c'è stata la Venice Climate Week, in collaborazione con lo Iuav, che ha affrontato il tema dello stato del pianeta. Quasi contemporaneamente, si è tenuta la Ocean Literacy World Conference, con il sostegno di Prada e del Comune, mentre la Fondazione Venezia Sostenibile, con il sostegno del Governo, del Comune e delle grandi aziende energetiche italiane e in collaborazione con Corila e le università, ha ideato un «Progetto Speciale» denominato «Venezia intelligente: la città più antica del futuro».
«Le persone hanno la memoria corta, osserva il professor Musco di Corila. Dimenticano che solo cinque anni fa venivano regolarmente allagati dalle acque alte. Poi sono entrate in funzione le barriere mobili del Mose [tra ottobre 2020 e marzo 2025 sono state alzate 100 volte] e non succede più, quindi pensano che la minaccia dell'acqua su Venezia sia stata risolta, ma non sono consapevoli dell'innalzamento cronico del livello dell’acqua». Quest’ultimo sta corrodendo i mattoni degli edifici e, come prevede Mario Piana, il massimo esperto della loro costruzione e proto della Basilica di San Marco, porterà a una massiccia destabilizzazione delle strutture che resistono da mezzo millennio, poiché entro la fine di questo secolo il livello dell’acqua dovrebbe salire di almeno mezzo metro rispetto a quello attuale.
Corila, uno dei tre beneficiari della generosità di Bezos, lo sa bene perché ha avuto un ruolo importante nell'incontro di 120 scienziati e ingegneri tenutosi all’Università di Cambridge nel 2003, con il finanziamento del Venice in Peril Fund, per risolvere una volta per tutte la questione della necessità o meno di barriere per Venezia. Al termine dei tre giorni, la conclusione schiacciante è stata che erano indispensabili. Ma la precisazione è stata dimenticata: “Daranno anche il tempo di pianificare ciò che dovrà venire dopo”.
Sono passati ventidue anni e non solo non c’è alcun piano per il futuro, ma molti ne negano persino la necessità. Se i 3 milioni di euro di Jeff Bezos porteranno a una collaborazione realistica tra la comunità scientifica veneziana, tra i suoi membri e con il Governo, avrà davvero dato un grande contributo a Venezia e al mondo.
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