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Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliLa parola museo deriva da mouséion, che nell’antica Grecia significava luogo dedicato alle muse e indicava lo spazio nel quale i sapienti si incontravano per discutere dei loro pensieri. Le muse erano nove, tutte figlie di Zeus, e la loro presenza era molto importante, poiché rappresentavano l’ideale supremo dell’Arte, che attraverso esse era dunque sempre strettamente legata al divino e alla manifestazione della verità. E se l’origine del museo come spazio dedicato alla raccolta ed esposizione di manufatti si perde nella notte dei tempi, secondo alcuni studiosi risalirebbe addirittura al 530 a.C., ricavato in un’ala del palazzo dell’ultimo re neo-babilonese dove sono stati rinvenuti moltissimi manufatti catalogati secondo un ordine preciso, l’evoluzione e l’importanza che questo tipo di istituzione ha assunto in epoca moderna ne ha fatto, al pari delle università, un luogo di elaborazione e trasmissione del sapere.
E oggi? Nel mondo odierno il ruolo del museo è ancora più strategico e vitale, con molte nuove numerose funzioni legate ai cambiamenti culturali, sociali ed economici della realtà odierna, tra cui il ruolo educativo e formativo, l’accessibilità e inclusività, lo studio, la ricerca, il rapporto con il territorio, con gli artisti e le scuole.
Un mondo complesso e variegato su cui fa il punto AMACI, con la quinta edizione delle giornate di studio online promossa dall’associazione con il sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Curato da Elisabetta Barisoni (Dirigente Area Musei della Fondazione Musei Civici di Venezia) ed Emma Zanella (Direttore del Museo d’arte contemporanea MA*GA), il programma passa in rassegna i profondi cambiamenti che hanno investito i musei d’arte contemporanea, la loro mission e il loro modo di operare. L’appuntamento è per venerdì 28 marzo dalle 9,30, il titolo «Studiare al Museo/Studiare il Museo», la partecipazione è gratuita previa iscrizione a questo link.

Tre le sessioni e tre i macro argomenti per raccontare le nuove e buone pratiche messe in atto dai musei, cui daranno voce importanti esperti e professionisti del settore, introdotti in apertura dei lavori da Angelo Piero Cappello (Direttore Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura) e Lorenzo Balbi (Presidente AMACI), che trarrà anche le conclusioni alla fine della giornata.
Primo tema e prima sessione «Il museo come ente formatore», un ruolo sancito da un’apposita direttiva del Ministero dell’Istruzione nel 2016, ma che per i musei non statali non è sempre facile vedersi riconosciuto. Emma Zanella passerà in rassegna la situazione in merito dei 26 musei AMACI, molti dei quali di natura privata o mista pubblico/provata. A seguire Laura Pazienti, Alessandra Franzone e Roberta Vannata, rappresentanti di varie Direzioni generali facenti capo al Ministero della Cultura e al Ministero dell’Istruzione e del Merito, interverranno per fare chiarezza sulle varie possibilità e interpretazioni del quadro normativo di riferimento.
Se nella prima sessione il museo è visto come un luogo di apprendimento non formale, nella seconda, «Il museo e il mondo accademico», assume invece una funzione che va di pari passo con le istituzioni ufficiali dedite all’insegnamento e alla ricerca. Elisabetta Barisoni (Dirigente Area Musei della Fondazione Musei Civici di Venezia) esaminerà dunque in questa tranche la relazione tra i musei e i centri di ricerca. Molti dei musei AMACI hanno appositi dipartimenti dedicati più biblioteche e archivi complementari al lavoro svolto dal mondo accademico. Ospiti Francesco Tedeschi (Direttore del Centro di Ricerca sull’Arte Astratta in Italia dell’Università Cattolica di Milano), Pietroluigi Genovesi (Responsabile di MUVE Academy di Venezia), Irene de Vico Fallani (Responsabile Dipartimento Orientamenti e Sviluppo del MAXXI) e Marcella Beccaria (Vice Direttrice del Castello di Rivoli).
Infine la terza sessione guarda al rapporto con gli artisti, per loro il museo infatti non è più solo il tempio nel quale ambire a esporre le proprie opere, ma un luogo con cui rapportarsi, per studiare, confrontarsi con altre opere, dialogare con linguaggi diversi, partecipare a residenza e ricevere committenze speciali. A tale proposito Eva Fabbris, artista e Direttrice del Madre, modererà gli interventi di Alexander Damianisch (Direttore del Zentrum Fokus Forschung dell’Università di Arti Applicate di Vienna), Lorena Giuranna (Responsabile Dipartimento educazione del MA*GA) e le artiste e dottorande Corinne Mazzoli e Alice Visentin.
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