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Redazione
Leggi i suoi articoliIl presidente degli Stati Uniti Donald Trump continua a ritirare il suo Paese dalle istituzioni internazionali che da tempo critica. Ultima di questa lista, stando a quanto rivelato dal «New York Post» è l’Unesco, l’agenzia delle Nazioni Unite per la cultura e l’istruzione con sede a Parigi, fondata dopo la Seconda guerra mondiale per promuovere la pace attraverso la cooperazione internazionale nell’istruzione, nella scienza e nella cultura.
Lo scorso febbraio Trump aveva firmato un ordine esecutivo in cui richiedeva una rivalutazione dell’impegno degli Stati Uniti all’interno del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, menzionando il Consiglio per i diritti umani, l’Organizzazione per l’educazione, la scienza e la cultura (Unesco) e l’Agenzia per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa) e prevedendo una revisione dell’adesione all’Unesco entro tre mesi, con un’indagine su qualsiasi «antisemitismo o sentimento anti-israeliano all’interno dell’organizzazione».
Dopo aver condotto la revisione, ha spiegato un funzionario della Casa Bianca al «New York Post», l’amministrazione statunitense «ha contestato le politiche dell’Unesco sulla diversità, l’equità e l’inclusione, nonché il suo pregiudizio pro palestinese e pro Cina». La decisione che entrerà in vigore alla fine di dicembre 2026.
Non è la prima volta: gli Usa erano già usciti dall’Unesco sotto la prima presidenza Trump nel 2018 e vi erano rientrati con Biden nel 2023.
Dopo l’annuncio di Trump, la direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, in una lettera indirizzata allo staff ha dichiarato: «Deploro profondamente questa decisione che contravviene ai principi fondamentali del multilateralismo. Per quanto deplorevole, questo annuncio era atteso e l’Unesco vi si è preparata».
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