Paola Iazurlo
Leggi i suoi articoliL’Istituto Centrale per il Restauro (Icr) ha avviato in collaborazione con il MaXXI un progetto di studio e intervento conservativo sulla monumentale opera «Sternenfall» (Stelle cadenti; 1998) di Anselm Kiefer, facente parte della collezione permanente del museo. Dopo un lungo studio preliminare, l’intervento sull’opera si svolge nella sala Gian Ferrari dal 3 luglio al 24 settembre sotto gli occhi dei visitatori e in forma di cantiere didattico, con la partecipazione degli allievi della Scuola di Alta Formazione. L’attività s’inserisce nell’iniziativa «In restauro», volta a rendere accessibili al pubblico le attività di conservazione normalmente eseguite nei laboratori specialistici.
«Sternenfall» è uno dei più grandi capolavori dell’artista tedesco la cui ricerca, nata da una profonda meditazione sulla tragicità della storia e con forti riferimenti agli orrori del nazismo e dell’Olocausto, elabora i temi della memoria, del mito, della fragilità dell’uomo, traducendoli in una dimensione sempre più astratta e mistica. Composta da due grandi tele accostate (per un totale di 456x530 cm), «Sternenfall» appartiene alla fase in cui l’artista riflette sulle costellazioni.
Al di sopra del supporto Kiefer ha applicato un impasto pittorico a olio fortemente materico e irregolare, lasciando in evidenza i segni della lavorazione e i cretti diffusi prodottisi in fase di asciugatura. Sul fondo irregolare ha steso un colore nero piuttosto diluito e opaco, mentre con il bianco evidenzia inserti in stucco o legno, sui quali compone una serie di codici alfanumerici che si riferiscono al sistema di classificazione delle stelle usato dalla Nasa; poi smorza questa bicromia con schizzi e velature superficiali. Di certo ha lavorato lentamente, tornando sul già fatto e perfezionando progressivamente l’immagine.
L’opera si completa con una serie di targhette di vetro con altre sequenze di numeri e lettere disposte casualmente a terra, a evocare l’immagine di stelle cadute in un rimando ai numeri tatuati dai nazisti sulle braccia dei deportati. Conservate nei depositi del MaXXI, le due tele hanno subìto un degrado progressivo che è andato accentuandosi negli ultimi anni. Al momento dell’apertura delle casse sono apparse gravemente compromesse da problemi strutturali, a causa dell'eccessivo peso degli strati materici applicati sulla tela che, non sufficientemente rigida per contrastare il carico del peso della materia soprastante, si è allungata e spanciata.
In corrispondenza delle deformazioni gli strati materici risultavano inoltre parzialmente distaccati dal supporto e talvolta caduti in piccoli frammenti. Ai problemi strutturali, non del tutto inediti nel caso delle opere di Kiefer, si aggiungeva la presenza di un attacco biologico, favorito dalla rugosità della superficie dipinta e dalla presenza di molteplici componenti organiche. Considerata la complessità dei problemi conservativi, l’Icr ha affrontato il lavoro per gradi, con un team multidisciplinare composto da restauratori, storici dell'arte, chimici, fisici, biologi, fotografi ed esperti di rilievo 3d. Indagini preliminari hanno consentito la caratterizzazione della tecnica e dei fenomeni di degrado e la messa a punto di un’adeguata metodologia di intervento.
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